Magazine Astronomia

Curiosity: gli scienziati spiegano il secondo Fiore di Marte del sol 173

Creato il 12 febbraio 2013 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

CURIOSITY sol 173 MastCam left and right - Another Martian flower ANAGLYPH

CURIOSITY sol 173 MastCam left and right - Another Martian flower ANAGLYPH
"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology" processing 2di7 & titanio44

La scorsa settimana avevamo segnalato la presenza di una curiosa formazione tra gli scatti di Curiosity del sol 173 e ne avevamo parlato nel post "UN ALTRO FIORE MARZIANO TRA GLI SCATTI CURIOSITY", dove il titolo dell'articolo faceva riferimento all'altra piccola anomalia minerale individuata dal MAHLI nel sol 132, ribattezzata sul web il "Fiore di Marte".

Ora, grazie al report pubblicato sul sito universetoday.com, che aveva anche diffuso le nostre immagini, arriva la spiegazione ufficiale.

Ronld Sletten del team Mars Science Laboratory conferma la nostra ipotesi: si tratterebbe di una formazione del tutto naturale, una parte di roccia più dura, resistente all'erosione, rispetto al materiale ospitante.

Anche @MarsCuriosity dal suo canale di Twitter comunica (con tanto di pdf ad hoc!):

What's that "door handle" on Mars? The answer is blowing in the wind. Hint: erosion [PDF] go.nasa.gov/WVGUsF

— Curiosity Rover (@MarsCuriosity) 12 febbraio 2013

Sletten, in una mail a universetoday.com ha specificato: sulla Terra come su Marte "è possibile vedere spesso pomelli o sporgenze sulle superfici erose dal vento, in particolare, quando una roccia più dura, meno erodibile si trova in cima".

"La roccia sulla sommità della sporgenza è probabilmente più resistente all'erosione del vento e protegge la roccia sottostante".

Per quanto riguarda il suo albedo, Sletten scrive:
"La superficie lucida suggerisce che questa pietra ha una grana fine ed è relativamente dura. Rocce dure, a grana fine, possono essere levigate dal vento e formare superfici molto lisce".
Potrebbe anche essere lucida perché pulita e sabbiata dal vento stesso, ha aggiunto Sletten:
"Le superfici non erose direttamente dal vento possono avere un sottile strato di polvere rossastra o una crosta dovuta agli agenti atmosferici. Le superfici sabbiate, invece, possono rilevare la texture e il colore intrinseco della roccia".

Sletten ha anche aggiunto che l'elemento è particolarmente interessante per studiare come le rocce possono essere trasformate dal vento o da altri elementi naturali.

"Questo pomello ha un diverso tipo di roccia alla fine della sporgenza. Questa roccia potrebbe avere una composizione diversa o la dimensione dei grani potrebbe essere più piccola".

Taylor Valley, Antarctica

Annotated image supplied by Ronald Sletten, MSL science team - via universetoday.com

I venti su Marte sono in grado di modellare le superfici che vengono letteralmente levigate e scolpite dalle particelle di sabbia e polvere trasportate con il vento stesso. Anche in Antartide, sulla Terra abbiamo diversi esempi di rocce modellate dai venti. Così, questa strana lucente formazione, sicuramente interessante, è del tutto naturale.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :