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“Cyberbulli al tappeto”, Editoriale Scienza, con intervista a Teo Benedetti e Davide Morosinotto

Da Ilgiornaledeigiovanilettori
“Cyberbulli al tappeto”, Editoriale Scienza, con intervista a Teo Benedetti e Davide Morosinotto

Oggi è il Safer Internet Day, la Giornata Mondiale per la Sicurezza in rete, il cui slogan invita a giocare la propria parte per fare di internet un posto migliore. A coinvolgere in prima persona i ragazzi ci pensano un sito e un libro di prossima uscita!

Si chiama Generazioni connesse il sito dell'omonimo progetto coordinato dal MIUR che mira a promuovere strategie finalizzate a rendere Internet un luogo più sicuro per gli utenti più giovani, promuovendone un uso positivo e consapevole. Oltre a fornire moltissime informazioni utili per genitori ed educatori, il sito ha una sezione rivolta direttamente ai ragazzi.

A loro è destinata una divertente campagna a cartoni animati, intitolata I SuperErrori del Web, che con arguzia fa il verso all'immaginario supereroistico, mettendo al contempo sull'avviso rispetto ai comportamenti da evitare quando si è connessi: non condividere informazioni personali, non postare immagini intime, non violare la privacy altrui, non utilizzare i social network per aggredire gli altri...

Tutte regole facilmente condivisibili in teoria, ma più difficili da mettere in pratica quando si è immersi nella rete e si tende a fare caso più agli aspetti positivi dell'elevata interattività e condivisione, che a quelli negativi.

Mette nero su bianco tutto quello che i ragazzi da 10 anni in su dovrebbero sapere al momento di iniziare a navigare in autonomia e usare i social network, l'interessantissimo manuale Cyberbulli al tappeto , ideato e scritto da Davide Morosinotto e Teo Benedetti, giovani scrittori per ragazzi molto attivi anche nel campo dei nuovi media (nel 2013 e 2014 sono stati organizzatori del DigiLab, l'evento digitale del Salone del libro di Torino dedicato ai giovani e alle nuove tecnologie).

Di prossima uscita il 18 febbraio per i tipi di Editoriale Scienza, il volume contiene moltissime informazioni sia sulle risorse che internet offre per svariati scopi (divertimento, studio, ricerca, comunicazione fra le persone), sia sul funzionamento nel dettaglio dei principali social network, privati (WhatsApp, gruppi di Facebook, condivisioni di Google) e pubblici (sempre Facebook, Twitter, Instagram, YouTube).

Già quest'ultima distinzione è assai interessante: avere sempre presente chi sono gli interlocutori, pensare di conseguenza al linguaggio da utilizzare nei loro confronti e al tipo di informazioni da veicolare, a seconda del mezzo di comunicazione scelto, è un esercizio fondamentale da insegnare ai ragazzi, ma che anche gli adulti dovrebbero fare più spesso quando utilizzano internet!

Gli autori di Cyberbulli al tappeto raccontano con entusiasmo le possibilità stimolanti e creative offerte dalla rete (oggi si può facilmente pubblicare on-line un giornale scolastico, registrare un podcast, aprire un canale YouTube per far conoscere la propria opinione). Ma allo stesso tempo mettono in luce i tanti rischi a cui ragazzi e ragazze vanno incontro durante l'uso del web: ad essi è dedicata la parte più consistente del libro, che analizza i problemi connessi alla sicurezza e il fenomeno del cyberbullismo, non solo dal punto di vista delle vittime.

Perché se è vero che dobbiamo essere molto attenti alla nostra privacy, è altrettanto importante non violare quella degli altri. Se è vero che i bulli hanno sempre bisogno di complici e fiancheggiatori, ridere per un'immagine imbarazzante postata sui social o assistere ad uno scambio di messaggi denigratori contro qualcuno, senza fare niente, è fin troppo facile quando si è protetti da uno schermo che non nella vita reale.

Mentre affrontano tematiche delicate e di grande attualità, Teo Benedetti e Davide Morosinotto sono molto abili nel trasformare gli avvertimenti allarmanti sulla pericolosità della rete in un messaggio positivo rivolto a ragazzi e ragazze. Gli attacchi dei cyberbulli si possono affrontare e vincere, seppur fra tante difficoltà!

Complici anche le illustrazioni e i fumetti di Jean Claudio Vinci, ecco che allora gli autori scoprono letteralmente le carte dei cyberbulli, come se fossimo in un gioco di ruolo, mentre le strategie di difesa dei ragazzi si colorano dei toni di una avvincente competizione sportiva o di un'epica avventura videoludica, senza comunque smorzare la serietà del messaggio.

Essere più consapevoli, più furbi, più educati nell'uso di nuove tecnologie e social media è una sfida che riguarda tutti i ragazzi di oggi. Ma anche gli adulti che li accompagnano, genitori, insegnanti, educatori, ai quali consiglio la lettura di Cyberbulli al tappeto , specie nel caso siano un po' digiuni di internet, per cominciare a orientarsi meglio fra le maglie della rete.

GiGi ha contatto tramite e-mail (e come, sennò?) i due autori, Teo Benedetti e Davide Morosinotto, per continuare a parlare di giovani e nuove tecnologie.

GiGi: Teo, Davide, voi siete autori che incontrano spesso il proprio pubblico di giovani lettori, oltre ad aver curato in passate edizioni del Salone del Libro di Torino le attività del DigiLab. Che impressione vi sieti fatti del rapporto dei ragazzi con le nuove tecnologie? Sono curiosi, sconsiderati, spaventati?

Teo & Davide: Sono curiosi, molto curiosi e indubbiamente preparati. O, almeno, pensano di esserlo.

Tutti conoscono la nuova app utilissima per scaricare video o ascoltare musica. Tutti hanno la messaggistica istantanea, i social network e i social games più famosi. Ma questa è solo la superficie, la punta dell'iceberg. Diciamo che, molto spesso, i ragazzi - come noi adulti, è bene sottolinearlo - si rapportano alla tecnologia guardando solo il primo livello e senza andare a fondo. Chiaramente nel gruppo ci sono quelli più bravi - i famosi "smanettoni" - che diventano padroni del mezzo tecnologico e riescono ad usarlo in maniera giusta o sicura (e diventano, fortunatamente, anche punto di riferimento per i loro coetanei). Comprendere totalmente anche la più semplice delle app può essere divertente anche per scoprire come usarla al meglio e magari trovare lo spunto per crearne un'altra ancor più brillante e utile. GiGi: Cyberbulli al tappeto è un libro che si rivolge direttamente ai ragazzi, ma penso che sia molto interessante anche per gli adulti (genitori, insegnanti, educatori), che spesso usano gli stessi strumenti dei giovani con altrettanta leggerezza e incompetenza. C'è un consiglio non incluso nel manuale che vorreste dare ai lettori adulti di questo blog? T&D:Può sembrare un percorso abbastanza difficile ma in realtà il trucco è avere una conoscenza approfondita all'inizio - ad esempio dei famigerati Termini & Condizioni che spuntiamo ogni volta senza pensieri per passare alla pagina dopo di una qualsiasi registrazione - e poi affinare di volta in volta leggendo i portali che si occupano di sicurezza e "vita online". Internet, e gli strumenti che ne derivano, sono mondi quasi infiniti e potentissimi e come tutte le cose vanno saputi padroneggiare per trarne il meglio. GiGi: Nuove tecnologie e lettura: è innegabile che il tempo dedicato ai social, alla fruizione di contenuti e al gioco on-line faccia a gara con quello dedicato alla lettura [nda: vale anche per me!]. In veste di autori per ragazzi, come intendete il rapporto fra libro e nuovi media? Leggere, informarsi, conoscere e, come capita spesso a noi, "farsi venire il mal di testa" perchè ogni giorno la tecnologia e i sistemi cambiano ed è dura rimanere al passo. Quindi crediamo che la cosa importante per i ragazzi sia dedicare un po' di tempo a tutte le possibilità che gli vengono offerte, perché i giovani sono persone in formazione e non possono avere già deciso quale tra tutti i media preferiscono o è davvero più adatto a loro. Non ci spaventano i ragazzi che videogiocano: perché mai? Anche noi siamo forti videogiocatori! Ma chi gioca sempre e non legge mai, si sta perdendo qualcosa. O viceversa, perde qualcosa chi passa il suo tempo tra i libri e non ha mai provato un gioco! GiGi: Ci avviamo alla fine dell'intervista con una nota positiva. Qual è l'opportunità più grande che internet e le nuove tecnologie offrono ai ragazzi?

T&D: Secondo noi, tutti i "media" possono essere utili, interessanti e divertenti. E ognuno ha caratteristiche uniche. Un videogioco ad esempio permette di vivere una storia in prima persona, muovendo letteralmente il suo protagonista. Mentre un libro permette di entrare nella testa dei personaggi, sentirne sulla propria pelle emozioni e pensieri in forma di telepatia che nessun altro mezzo di comunicazione può offrire.

Oggi invece il mondo è diventato molto più piccolo vicino, e questa è un'opportunità pazzesca. Se un ragazzo fa un video, può condividerlo con tutto il mondo, può raggiungere in un attimo persone lontanissime che però condividono le sue passioni e i suoi interessi. Le possibilità di uscire dal proprio guscio e avventurarsi là fuori sono illimitate. GiGi: Concludiamo in maniera nostalgica... quale delle nuove tecnologie vi sarebbe piaciuto avere a disposizione da ragazzi e perché?

T&D: Quando noi eravamo ragazzi, siamo cresciuti in un mondo "lontano". Veniamo entrambi da due cittadine non molto grandi e fuori dalle principali rotte di comunicazione, e ogni luogo e ogni persona sembravano irraggiungibili. Figurarsi se saremmo mai riusciti ad andare a New York, o a raccontare le nostre storie a un amico giapponese o anche solo francese o inglese!

Davide: Riprendendo la domanda precedente: io avrei voluto avere Internet! Quando eravamo ragazzi, era un'impresa trovare qualcuno che leggesse i nostri primi racconti, o guardasse i nostri video fatti con gli amici e una videocamera a pellicola. Oggi invece trovare un "pubblico" (o dei "colleghi") sarebbe facilissimo: basta creare un podcast, aprire un sito di fan fiction oppure usare Youtube!

Teo: Un Mac con Garage Band, un software per registrare e creare musica. A vent'anni avevo una band e ricordo che incidere un disco era un sogno proibito: costava tanto per le nostre tasche di "poveri artisti strimpellatori". Chissà cosa avremmo combinato nella mia stanza con un programma simile...sicuramente i vicini non avrebbero apprezzato, a differenza, forse, del pubblico online!


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