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da grande voglio fare il milanese – 4

Da Yargo77

LA METRO

La prima volta che ho preso la metro a Milano era la linea gialla, stazione Porta Romana in direzione Maciachini fermata Duomo, dopo la metropolitana parigina nessun’altra metro ti può spaventare!

Non appena scesi nella stazione sentì la Metro che stava arrivando e scattai in modo felino per non perdere il treno e doverne aspettare un altro! La corsa naturalmente fu inutile in quanto arrivai e mi si chiusero le porte in faccia e solo allora scoprii di dover aspettare ben.. 1 minuto e 30! COSA??? Un minuto e trenta? Ma è possibile? Io che sono abituato alla mia di metropolitana di nuovissima generazione talmente all’avanguardia che sono venuti da Londra a studiarla, l’unica metro che sale fino a 300 metri sul livello del mare, la 1° metropolitana Museo “contemporaneo” in Italia, la metro talmente avanti che l’attesa tra un treno e l’altro arriva a sfiorare i 13 minuti nelle ore non di punta dei giorni feriali!! Al cospetto 1 minuto è mezzo è nulla! E pensare che i milanesi si lamentano dei ritardi e dell’attesa, io che sono abituato ad aspettare normalmente almeno una decina di minuti la metro e anche 30 per un pulmànn.. sorry autobus in milanese!

La metro è tra quelle “cose” che più di ogni altra rende visibile piccole differenze tra sud e nord, per esempio le scale mobili, sono le stesse che si trovano a Napoli, della stessa larghezza eppure a Milano le persone fanno la fila indiana, uno dietro l’altro, per poter prendere comodamente la scala mobile senza muovere un muscolo ed altre hanno tutta la strada libera per poter correre velocemente verso.. (boh questo è uno dei grandi misteri meneghini) qualche cosa di urgente, lavoro.. dicono.

Stessa scena a Napoli, fermata piazza Vanvitelli (il corrispettivo della fermata Duomo di Milano) tutta la gente nel vagone tenta di uscire, dico tenta poiché la gente in attesa della metro non si dispone come si vorrebbe (come a Milano) a destra e sinistra bensì si pone al centro in una battaglia su chi sia il più forte, tu che vuoi uscire o loro che devono assolutamente guadagnare quel posto libero anche se questo significa impederti la via di fuga!

Ma tornando alla scala mobile, tutti sono lì accalcati  d’avanti la scala raggiunta il più velocemente possibile, dopo la corsa uno ci si aspetterebbe che tutti salgano di gran carriera ed invece, una volta saliti sullo scalino mobile, occupando in due l’intera larghezza, si fermano. Ed ecco che si crea un lungo fiume di persone immobili che si lascia trasportare impendendo a chi ne avesse voluto la voglia o la necessità, di poter velocemente raggiungere la cima.

Un’altra grande differenza è l’arrivo in metro: a Napoli la gente corre per entrare e non perdere la metro (una volta che arriva!),  una volta entrati ci si sposta da qualche parte lasciando libero il passaggio a chiunque voglia entrare e soprattutto ai maratoneti, o saltatori d’asta (e sono tanti) che arrivano correndo e con un ultimo balzo entrano in metro rischiando la chiusura delle porte che grazie all’aiuto di qualche gentile sconosciuto essa non avviene in quanto, anche se le porte tentano di chiudersi stai certo che qualcuno le blocca per farti entrare.

Stessa scena a Milano, e giuro che mi è capitato più volte, la gente entra e si ferma come “cepponi” davanti la soglia d’ingresso impendendo alle persone che stanno dietro di entrare agevolmente (ma a cosa penseranno?? E questo è un altro dei misteri meneghini a cui ancora non ho saputo dare una risposta).

Se mentre cerchi di entrare si stanno chiudendo le porte e tenti il saltello alla “napoletana” rischi di spiattellarti sulle porte chiuse poiché nessuno, mai, te le bloccherà per farti entrare; ma soprattutto chi te lo fa fare? Basta aspettare solo un minuto che arrivi la prossima!


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