In questo sabato qualunque, un sabato svedese...Quando Ikea chiama, bisogna sacrificarsi sull'altare del Solvinden o peggio del Variera di turno.
Il temuto colosso svedese, incubo dei miei giorni (soprattutto quelli festivi) si materializza all'improvviso nella frase più semplice e diretta possibile: "Dovremmo proprio andare da Ikea."
Non c'è una necessità reale, è solo un corollario di tutte le piccole frustrazioni giornaliere che sottende ad un semplice assioma: dovremmo (cioè non siamo costretti) proprio andare (cioè dobbiamo recarci) da Ikea (cioè esattamente in quel fottuto luogo, non in un altro) a spendere dei soldi in maniera inopinata al fine di risollevarci il morale dopo una settimana di lavoro.
Inopinata, perchè quando entri nel vortice scandinavo tutto ciò che minimamente ritieni interessante rischierà di finire nel tuo dannato sacchetto giallo.Il sabato svedese è gravido.
Donne di ogni età camminano con le mani sui reni, pancia ben in vista, snocciolando con grande sicumera misure, incastri, angoli, colorazione pendant.Il tutto mentre uomini distrutti vedono infranto il loro weekend tra un tassello e una brugola talmente piccola che farebbe bestemmiare anche un santo.Si trascinano stancamente, un paio di metri indietro le loro consorti, lo sguardo che vaga altrove, il pensiero al loro divano (ikea anch'esso) e al loro telecomando, immaginando l'arrivo in volata della Parigi-Nizza, il campionato inglese o la semifinale di Indian Wells.Lo Scandia-affair li vedrà uscire sconfitti in maniera netta e inesorabile al cospetto del vichingo mobiliere: l'unica effimera soddisfazione, fregargli italianicamente sotto il naso, una marea di matitine grigie.
La settimana era stata durissima.La presenza in giro per la città, di cartelloni come questi (vedi immagine)
ha avuto sul sottoscritto lo stesso effetto del comunicato (di pessimo gusto) di qualche fenomeno a strisce (che nulla ha a che vedere con la parola tifo) nei confronti della moglie di un mai dimenticato campione come fu Gaetano Scirea.
In questi casi (vedi immagine o leggi comunicato delirante Drughi, che non allego per decenza) mi chiedo, morettianamente, ma la sera, quando si coricano, persone di siffatta specie, non si vergognano nemmeno un po'?Perchè leggere certe stronzate, su un cartellone o su un volantino, non solo fa male a chi legge, ma dovrebbe far male anche a chi le scrive (e le pensa??).
La domenica Il fine settimana ha portato la famigliola in riva al mar ligure.
Il solito cumulo di torinesi-milanesi piombati a rompere il tranquillo tran-tran della riviera a giovani ultracentenari di diverse estrazioni sociali, comodamente seduti sulle panchine di tutta la Liguria.
Praticamente impossibile trovare un pranzo al sacco e difficile trovare un caffè nei pressi del litorale.Il parcheggio però si paga, tutto il giorno, tutti i giorni. Grazie.Un tranquillo ritorno per la montagna, giusto per evitare quei venticinque chilometri di coda, e la sensazione che se fosse più agevole e meno caro, probabilmente da quelle parti mi vedrebbero più spesso: comunque, tornare a casa, dopo una giornata divertente come quella di ieri con il sottofondo di Tutto il calcio minuto per minuto, non ha prezzo.
Lunes
Il ritorno a lavoro stamattina è stato abbastanza soft.La settimana si prospetta relativamente tranquilla.
Poi uno attraversa la strada e trova questo (vedi immagine) e si chiede:
a) chi è il genio che ha chiamato la tourneè in quel modo?b) Ora - tour...viene seriamente il dubbio che la svolta religiosa sia compiuta.c) Ora et Labora. E l'invito alla seconda è più che esplicito.
...E la mia settimana già cambia verso, considerando che stasera, titolari all'Olimpico, ci saranno Meggiorini e Barreto: Meggioreto, animale mitologico mezzo paracarro e mezzo sempre a terra.
Cosa ho fatto di male per meritare tutto questo?