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Dai Maya a Cristoforo Colombo fino ai giorni nostri: la storia dell'amaca

Creato il 22 luglio 2014 da Clamore79
Se c'è una cosa che mi fa raggiungere la pace dei sensi, a casa o in viaggio, e che mi rende davvero felice (sì, mi accontento di poco), è quando mi imbatto (e fortunatamente succede spesso) in quell'insieme di corde e tessuti tenuto insieme da due ancoraggi comunemente noto come amàca (con l'accento sulla seconda "a" come ricorda l'Accademia della Crusca). 
Un aggeggio semplice, possibilmente fatto di fibre naturali, comodo e che occupa poco spazio che per me è sinonimo di relax, calma e pace interiore.
Ve lo siete mai chiesti come e quando è stata inventata l'amaca? Lo sapete che è stato un italiano a diffonderne l'uso? Forse può sembrare una cosa futile e da scansafatiche, ma in realtà l'amaca ha sempre avuto (e ha tuttora) un'utilità straordinaria.
Le amache sono originarie dell'America del Sud e dei Caraibi, in risposta alle condizioni climatiche delle aree tropicali. L'amaca serviva sì per riposare ma essendo sollevata da terra aiutava a stare alla larga da umidità, serpenti. insetti e parassiti. Le prime amache venivano realizzate con la corteccia fibrosa dell'albero Hamack, pianta che cresce in tutto il Centro America, da cui appunto il nome "amaca".

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Sulla spiaggia di Nungwi, a Zanzibar


Successivamente venne introdotta l'agave sisalana, una pianta originaria del Messico che opportunamente lavorata viene trasformata in un filato – il Sisal – utilizzato per realizzare corde e cesti. Essendo particolarmente elastico, flessibile e resistente, il Sisal è perfetto per le amache.
Gli indios utilizzavano le amache da sempre, come è dimostrato dal monile forgiato in oro puro raffigurante un'amaca esposta nel Museo dell'Oro di Bogotà, in Colombia, e le chiamavano "culle degli dei".

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Monile a forma di amaca conservato al Museo dell'oro di Bogotà

Sembra sia stato Cristoforo Colombo ad adottare per primo le amache sulle navi e a portarle in Europa. Colombo probabilmente le scoprì sulle Bahamas, dove sbarcò nell'ottobre del 1492. Cinque giorni dopo il suo arrivo annotò con stupore nei suoi appunti che "la gente dormiva in reti fra gli alberi".
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Intuita presto l'utilità dell'amaca, Colombo decise di portarla con sé in Europa e la adottò sulle navi, eliminando così la vecchia abitudine dei marinari, che fino a quel momento avevano sempre dormito per terra, su pavimenti sporchi e pieni di parassiti. L'introduzione dell'amaca sulle navi fu e una vera e propria rivoluzione e segnò un grande miglioramento per le condizioni di vita dei marinai, che apprezzarono moltissimo la novità.
Nel 1512 il cronista dell'imperatore Carlo V raffigurò per la prima volta in Europa un'amaca.
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Con il tempo le amache si sono evolute adottando anche altri materiali, come il tessuto di cotone, introdotto nel corso del XX secolo, materiale che consente svariate possibilità di lavorazione e di colorazione. Di amache ne esistono oggi di diversi tipi e dimensioni, costruite con diversi materiali, alcune prevedono dei supporti di legno come distanziatori.

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Un'amaca con supporto in legno

La produzione di amache è ancora principale fonte di reddito in molte zone della penisola dello Yucatan, in Messico, dove l'arte dell'amaca è stata tramandata di generazione in generazione e prospera ancora oggi. Tra le amache migliori ci sono anche quelle prodotte nella regione di Otavalo, in Ecuador, a nord delle Ande. Vendute nei mercati locali, le amache degli artigiani andini sono di ottima qualità e sono realizzate in varie forme e colori vivaci.

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Amaca in vendita al mercato di Otavalo, Ecuador (da Flickr)


Ma non solo Ande. Sull'isola di Montisola, nel Lago d'Iseo, dove si realizzano da secoli reti da pesca la cui qualità è nota in tutto il mondo, una piccola azienda locale è specializzata nelle realizzazione di amache d'eccellenza. Avete presente l'amaca su cui è beatamente sdraiato Toni Servillo nel film La grande bellezza? It's made in Montisola.

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Amaca da Oscar made in Montisola


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