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Dal Capo al Cairo restando con i piedi per terra #10

Creato il 02 febbraio 2013 da Nonsoloturisti @viaggiatori

Attraversare un confine confine è sempre un po’ come entrare in un nuovo mondo, e questo è vero soprattutto se lo attraversi a piedi, e in Africa.

Stavo arrivando a Greenroft dal centro di Harare, capitale dello Zimbabwe, quando il mio autista ha indicato un camion di legname esclamando: “Scommetti che questo va in Zambia?”

Speravo di raggiungere Kariba, ultimo avamposto locale prima dello Zambia, così quando il conducente del camion mi ha fatto segno di saltar su nel suo abitacolo non mi sono fatto troppi problemi. Abbiamo attraversato Chinhoyi, che aveva l’aria di essere un posticino simpatico, e più avanti a Vuti ci siamo fermati per lasciare nelle mani di una giovane donna che ci aspettava sulla strada un carico di bibite e sacchetti di patatine. Avevo l’impressione che nello Zim chiunque avesse a disposizione un mezzo di trasporto ne approfittasse per svolgere qualche genere di traffico clandestinio.

camion

Dopo circa quattro ore di viaggio il camion si è fermato e l’autista, girandosi sorridente verso di me, ha annunciato “io dormire, tu fuori”. Va bene, ma dove siamo? “Chirundu.” E come arrivo a Kariba? “No Kariba, Zambia!” e mi ha indicato l’unica strada in vista che si perdeva in mezzo a due alte pareti rocciose. Da bravo viaggiatore mi sono incamminato con fiducia, finché dopo un paio di chilometri di fronte a me è comparso un ponte di acciaio che attraversava un fiume modesto. Era il Kariba, proprio come il lago e la ridente cittadina che non avrei mai visitato. Tutto sommato era un bel modo di varcare un confine.

ponte

Nell’ufficio immigrazione ho ottenuto il solito visto per la poco modica cifra di 50 dollari. Alla domanda “dove sei diretto?” non sapevo cosa rispondere, così mi sono messo a balbettare “verso la capitale, come si chiama la vostra capitale? Ecco, vado lì!” La capitale era Lusaka e ci sarei arrivato con un minibus stracolmo di gente. Ho trovato una stanza poco fuori dal centro, in un tugurio per veri avventurieri: lenzuola macchiate, bagni in comune da cui attingere acqua da un tinello, pareti incrostate di muffa e umidità. Il ristorante proponeva solo pessimo riso con pollo semicrudo, ma nei giorni seguenti sono riuscito a rimediare salsicce piccanti da un ragazzo congolese che aveva una bancarella nelle vicinanze. Non so spiegare bene il perché, ma è stato senza alcun dubbio uno dei miei posti preferiti durante tutto il viaggio.

strada

I miei vaghi progetti prevedevano che la tappa successiva si sarebbe spinta fino in Tanzania, ma non volevo che Lusaka fosse la sola località vista in Zambia. Perciò il giorno successivo ho comprato un biglietto dell’autobus per Chipati e mi sono preparato ad attraversare il South Luangwa National Park.

Avevo un piano, ma non avrebbe funzionato neanche questa volta.

Dove si trova Lusaka?


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Per leggere la puntata precedente: ad Harare, la perla dello Zimbabwe.

Flavio Alagia

Flavio Alagia

Dopo una laurea in giornalismo a Verona, mi sono messo lo zaino sulle spalle e non mi sono più fermato. Sei mesi a Londra, un anno in India, e poi il Brasile, il Sud Africa… non c’è un posto al mondo dove non andrei, e non credo sia poco dal momento che odio volare. L’aereo? Fatemi portare un paracadute e poi ne riparliamo.

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