Magazine Diario personale

Dal cilindro

Creato il 14 ottobre 2015 da Povna @povna

Il progetto lo aveva scritto (come aveva raccontato a suo tempo, cioè più di un anno e mezzo fa, peraltro) in trentasei ore circa, collaborando telematicamente con Hal9000 in una delle cinquantasette attività, tutte dirompenti, che furono nerbo e insieme catalizzatore di un anno per tanti versi bellissimo e terribile – e per altrettanti anche cruciale.
Si trattava di un “Erasmus +” sulle dinamiche della lettura, destinato a costruire e formare lettori forti attraverso quell’unica attività di base che consente di strutturarli, e cioè l’insegnamento, e badando di usare le nuove tecnologie come strumento integrato di invito alla lettura.
La ‘povna ci si era buttata con entusiasmo, aveva fatto quel che poteva, stante il poco tempo, lo aveva inviato alla selezione e poi non ci aveva più pensato, come è sua buona abitudine (perché la storia di Margherita e la ricottina è una di quelle che Mr. Mifflin le ha raccontato fin da piccola, e dunque lei ha imparato giovane a non costruire, in ambito lavorativo, troppi castelli in aria).
Nel mezzo, ci sono state tante cose, in quello stesso anno bellissimo e terribile, sul piano personale e in quello pubblico; e poi anche nell’anno successivo, con i Merry Men da accompagnare nella quinta e, dopo i dodici mesi spesi senza risparmio in una modalità di totale abnegazione collettiva, volontariamente, per un altrettanto volontario parziale ripiegamento sul privato.
Si arriva così a ieri, martedì 13 ottobre, giornata scelta dalla ‘povna per il festeggiamento serale, al solito bar, del suo compleanno con gli amici. Dopo le sue quattro ore di lezione, per una volta non resta (troppo) in più a scuola, prende il treno e parte: a casa la aspettano la preparazione della pasta frolla della torta, e quella di una schiaccia con l’uva, per le candeline di ordinanza, poi la piscina, la cottura delle torte e infine l’arrivo di Connie, che le ha offerto un passaggio in auto per il trasporto teglie. Una volta arrivata, posa la cartella e apre il computer, con un unico movimento plastico. Ed è lì che la raggiunge la notizia, sotto forma di e-mail della segretaria amministrativa della scuola:
“E’ stato approvato l’Erasmus +, ‘povna. In allegato tutti i mail che ci hanno mandato oggi. Da questo momento sei referente per la scuola e contact person; va da sé che tutto il progetto finirà in qualità, per l’anno prossimo. Ah, i soldi che arrivano sono più di trentaquattromila euro (più di quando ci ha dato il MIUR finora, peraltro); e la prima riunione internazionale si terrà a fine novembre: destinazione, Cipro”.
La ‘povna legge. Strabuzza gli occhi. Rilegge. Nel frattempo una telefonata di Hal9000 arriva a confermarle che non sta sognando. Non ha tempo nemmeno per sorridere, da tanto che è stranita. E poi è tempo di correre. E dunque si precipita a chiamare scuola. Il risultato della conversazione culmina nella decisione di passare direttamente là oggi, di giorno libero, per parlare con Barbie. Perché ci sono tempistiche brevi e urgenti che non si possono tagliare.
Così stamani, dopo la festa di ieri (che è andata molto bene, e ha visto alcuni colleghi-amici come Mr. Higgs, Scovolino e SaiMon amalgamarsi con bella armonia agli amici storici (e se c’era bisogno di commenti, ci ha pensato la fedele Connie), e il nuoto doveroso, ha preso il treno, facendo lo slalom con il diluvio universale, è andata a scuola e si è abboccata con Barbie.
Il risultato è l’investitura ufficiale a referente, una serie di indicazioni operative e, sostanzialmente, un bel po’ di carta bianca.
“Per Cipro, io non vengo, professoressa, ci rappresenta lei, è meglio che vada da sola; scelga lei chi proporre come seconda persona”.
“Potrebbe portare il Greco” – propone la segretaria amministrativa – “anche per la questione della lingua”.
La ‘povna prova un brivido, ma le parole che prorompono vengono soverchiate da quelle della stessa Barbie:
“Ma si porti Scovolino, invece, che c’è bisogno di gente appassionata e in gamba!”.
“Pensavo proprio a lui” – confessa la ‘povna.
E alla preside Barbie non resta che annuire.
La ‘povna ringrazia, saluta, compila un paio di scartoffie necessarie, e poi torna alla piccola città, dove trova l’arca di Noè già piena ad aspettarla, in mezzo ai fiumi d’acqua. Arriva a casa mezza, tanto che deve strizzare capelli, calze e scarpe. Ma sorride lo stesso, anche se è un po’ perplessa. Perché non credeva davvero che, in assenza di narratario interno, il senso altrove lo sceneggiatore stesse programmando di farglielo andare a trovare – raccogliendo le fila di #ioleggoperché, dell’altro mondo, e pure di parecchio altro – addirittura a Nicosia.


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