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Dal "pater familias" al padre chioccia

Da Diciannovemarzo
Leggevo (in questi giorni non posso fare altro !!!) un articolo su "La Repubblica" di Anais Ginori il quale commentava un  libro dal titolo "La guida del giovane papà" di P. Antilogus.
Il libro descrive i cambiamenti dei papà moderni nei confronti del "problema" bebè avvenuto nell'arco di appena due generazioni.
"Un tempo eravamo tenuti alla larga, considerati inutili, almeno per gran parte dei primi mesi di vita del bambino, oggi, se dici che non vuoi entrare in sala travaglio con tua moglie rischi il divorzio" dice l'autore.
Uomini mutanti che hanno dovuto reinventarsi un ruolo, partecipare ai corsi preparto, imparare a cambiare i pannolini ed a sostenere le mogli nell'importante compito di allattare la prole.
Certo, anche le alzatacce notturne e le passeggiate per fargli fare il ruttino non sono cosa da poco, ma ormai i papà moderni affrontamo anche questo (più o meno !!!!).
I papà di oggi sono molto più apprensivi e presenti nella vita dei figli, in alcune occasioni sono più richiesti delle mamme.
Ora mi chiedo, adesso che finalmente abbiamo scardinato il monopolio delle mamme nella vita dei nostri figli,  c'è per caso qualcuno che rimpiange le famiglie di una volta dove il padre, quando tornava dal lavoro, non faceva niente in casa, si scialava sul divano, cenava, si fumava una bella sigaretta e si andava a coricare magari in un'altra stanza per non sentire i bimbi che piangevano durante la notte ???? (sigh!!).
A proposito, l'autore, che nel frattempo ha affrontato tutte le fasi di crescita dei figli ed è arrivato ad avere un figlio adolescente, ha scritto anche un altro libro dal titolo "Ti illudi che il grosso sia passato, invece il peggio deve ancora arrivare"........

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