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Dalla droga ai libri, l’incredibile storia di Vito Pacelli

Creato il 14 aprile 2014 da Makinsud

Dalla tossicodipendenza alla creazione di un’azienda editoriale in un paesino  sperduto della Basilicata. Vito Pacelli sta per compiere 40 anni ed è la dimostrazione di come si può rinascere dal vortice della droga e di come si può rilanciare un territorio, anche negli anni della più terribile crisi economica del secolo. vito pacelli Romagnano al Monte: ai più il nome non dirà niente ma è qui che Vito è prima caduto e poi si è rialzato, creando un azienda che dà lavoro a decine di giovani del territorio. Quasi un miracolo, visto che, a soli 15 anni, inizia il suo rapporto con la droga: “Ho vissuto un’adolescenza difficile, non avevo una guida, un punto di riferimento e mi sentivo inadeguato nei confronti della scuola, della società. La paura di non saper affrontare la vita, di non riuscire a trovare il proprio posto nel mondo mi portò  a fumare, a quindici anni, la prima canna. Ricordo che furono i miei amici a farmi provare, poi iniziai ad associare il fumo ad alcolici e superalcolici e tutto questo mi dava quella forza che non avevo”. Il trasferimento a Milano, per il servizio di leva, non fa che peggiorare le cose: “Lì ho iniziato a fare uso di eroina: mi sono bucato per due anni, anche 2-3 volte al giorno: si faceva una colletta e c’era una persona incaricata che andava a comprare la roba. La droga ormai era diventata il mio tutor, mi dava tutto ciò di cui avevo bisogno, mi faceva sentire la persona più sicura e forte del mondo”. I genitori non si accorgono di nulla finché, un giorno, Vito va in overdose di psicofarmaci e collassa in bagno. Rischia la vita ma riesce a salvarsi e il padre, conscio della gravità della situazione, scrive subito alla Comunità di San Patrignano

E’ da lì che Vito torna a vedere la luce del sole: in comunità ci entra nel gennaio 1995 e ci rimane quattro anni. “Anch’io mi resi conto che avevo bisogno di aiuto, avevo perso tutti gli amici, nessuno si fidava più di me e io stesso non mi rispettavo – confessa Pacelli al Corriere del Mezzogiorno – Della comunità dove mi hanno curato o un ricordo molto bello di Vincenzo Muccioli, si prendeva cura di te a 360 gradi, è stato come un secondo padre.Se oggi sono qui e posso raccontare queste cose lo devo anche a lui”. Finita la cura, decide di cominciare il suo riscatto, nella famiglia e nel lavoro: “Conosco Emanuela, una ragazza acqua e sapone, la sposo e ho due figlie. Intanto, nel 2010, il mio centro stampa digitale è diventato una casa editrice, Booksprint, che oggi può contare su oltre 1.700 autori in tutt’Italia e circa 3.500 titoli in commercio”.  I ragazzi che lavorano alle dipendenze di Vito Pacelli sono tutti under 40, dodici maschi e dodici femmine, un vero toccasana per un territorio dimenticato da tutte le istituzioni.


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