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Dalla parte del toro

Da Abattoir

Il mio primo sentimento fu la ripugnanza, il secondo l’indifferenza, il terzo la curiosità1

Dalla parte del toroDomenica scorsa mi sono recata a vedere uno degli spettacoli più antichi del mondo, una liada de toros, più comunemente conosciuta col nome di “corrida”. In realtà non si trattava di una corrida vera e propria bensì di una novillada. La differenza consiste nell’età dei tori e nell’esperienza del torero, infatti i novilleros non sono ancora dei toreri di professione (per diventare tali devono ricevere la alternativa2), e i tori hanno poco meno di tre anni e pesano circa 400 Kg.

Vi spiego brevemente cosa ho visto e in cosa consiste. Lo spettacolo (sì, mi fa senso chiamarlo così, ma tale è) si divide in tre parti: inizialmente si “torea” il toro, intervengono anche i picadores a cavallo, poi i banderilleros gli conficcano le banderillas sul dorso, infine avviene l’uccisione del toro per mano del torero.

Non voglio addentrarmi in discussioni sulla giustezza o no di questa tradizione ma un parere voglio darlo. Mi è sembrato uno spettacolo veramente stupido: applaudire un ragazzino che si prende gioco, bullandosi, di un toro mezzo morto che sta in piedi per inerzia! La folla va in delirio quando i bandrilleros conficcano le banderillas sul toro, e si sentono urla quando il toro colpisce il fianco del cavallo mentre il picador lo infilza con la lancia.

Non c’era niente di cruento, soltanto crudeltà nei confronti di un animale. La quadrilla tortura un povero toro mezzo drogato; lo colpiscono, lo fanno arrabbiare, lo sfiniscono e alla fine, con una “estocada”, il torero lo uccide (anche se il più delle volte per morire è necessario che i subalterni gli diano il colpo di grazia). A questo proposito, una delle scene più crudeli alla quale ho assistito: dopo la consueta estocada del novillero il toro barcolla e cade al suolo; uno dei subalterni lo colpisce per infliggergli il colpo di grazia ma il toro resiste; allora il subalterno si avvicina per colpirlo nuovamente ma il novillero lo ferma, “dejalo!”, gli urla, e guardando negli occhi il toro impone la sua mano verso di lui fino a quando l’animale, sfinito, si accascia e muore.

Dalla parte del toro

Come se avesse intrapreso una grande impresa, il novillero si sente tronfio d’orgoglio, il padrone del mondo, e fa il giro dell’arena godendosi gli applausi degli astanti. Le dame gli lanciano i ventagli, lui li raccoglie, li bacia e li rilancia alle proprietarie.

E ancora, si prendono gioco del toro fino alla fine quando una pariglia di cavalli trascina con delle catene la carcassa del toro morto, facendogli fare il giro dell’arena.

Devo dire, però, che non è stato vedere il toro morire lentamente o il torero che si vantava della sua azione, lo spettacolo più raccapricciante della serata… è stato vedere un padre che prendeva in braccio la figlioletta di poco più di 4 anni per farle vedere la carcassa del toro inerme. Questa è stata la scena peggiore.

Per concludere, voglio sottolineare che non è mia intenzione confutare o criticare la tradizione della tauromachia ma è questione di non accettare la tortura. Quei tori sono comunque destinati alla morte, però morire con un colpo di pistola alla testa non è lo stesso che essere torturati da dei ragazzini in tutine colorate che si prendono gioco di te. È la tortura e lo scherno che ne sta dietro il motivo per cui non accetto questo spettacolo. Però non mi sono pentita di essere andata a vederlo: finalmente ho visto con i miei occhi fino a dove può spingersi la scelleratezza umana. Il prossimo passo? Un convegno della Lega!

1 Citazione da “Il Conte di Montecristo.
2 Una sorta di rito ufficiale; è concessa da un altro torero.


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