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Dalla Spagna arriva Pos eso del regista Sam – Recensione di una commedia horror in stop-motion con il ritmo del flamengo

Creato il 19 maggio 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
  • Anno: 2014
  • Durata: 81 min.
  • Distribuzione: Barton Films
  • Genere: Horror, Commedia
  • Nazionalita: Spagna
  • Regia: Sam

Molti critici sostengono che la commedia sia il genere più difficile da realizzare. Sento di dover aggiungere che anche mettere in scena un buon film horror non sia impresa tanto facile. E che dire di chi riesce ad ibridare alla perfezione questi due generi? Samuel Ortí Martí (in arte Sam) è un regista spagnolo che c’è riuscito e, per me, il suo primo lungometraggio (Pos eso) merita una standing ovation.

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La locandina del film

Sam, prima ancora che essere un regista, è sopratutto un amante del cinema di genere e dell’orrore: tutti i suoi lavori sono rivisitazioni personalissime e omaggi ai grandi classici della cinematografia horror.  Sam ha trascorso questi ultimi anni lavorando ovunque ci fosse un pezzo di creta da animare. Dai suoi modesti inizi alla Factory Aardman, vi sono stati molti progetti sui quali questo animatore ha apposto il suo sigillo a discapito di qualsiasi budget, riuscendo a ritagliarsi un ruolo di spicco nel mondo dei filmmaker indipendenti. Trai i suoi progetti più importanti bisogna ricordare Encarna (2003), The Werepig (2008) e il più recente Vicenta (nominato per il premio GOYA 2011).

Sam, dopo anni di gavetta nel mondo dei cortometraggi e dell’animazione stop-motion, ha partecipato all’ultima edizione del Future Film Festival di Bologna con il suo primo lungometraggio che ha ricevuto la Menzione Speciale Jury’s Price.

Per l’irriverenza, il divertimento sfrenato e il grande amore per il cinema di genere. Pur con un budget limitato, un’opera prima dall’animazione coinvolgente, capace di narrare una storia originale e profondamente radicata nelle sue radici spagnole.
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Il regista al lavoro sul set

Pos eso ha avuto una lunghissima gestazione: per realizzare il film ci sono voluti ben 5 anni! Visto il risultato finale credo di poter dire che sono stati anni ben impiegati.

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Sam all’interno di uno dei tanti set realizzati: le scenografie del film sono straordinarie

Il titolo del film rimanda subito al tema della possessione, ma chi conosce lo spagnolo sa che pos eso, in Spagna, è anche l’abbreviazione di “quindi questo” o “questo è quanto”. Il film si pone, dunque, fin da subito come la messa in mostra di qualcosa. Di che cosa? Dei limiti e degli orrori della società contemporanea e lo fa con una chiave di lettura horror.

Trini è la più famosa danzatrice di flamenco del mondo e suo marito Gregorio è un grande toreador. Dal loro matrimonio nasce loro figlio Damien (omen nomen?!): un bambino bellissimo e promettente. L’invidiabile quadretto familiare è però incrinato nel momento in cui Damien diventa all’improvviso ribelle e incontrollabile. Nessun medico sa come porvi rimedio e pian piano emerge la verità: Damien è posseduto da uno spirito malvagio. Solamente l’avventuroso padre Lenin (bisogna essere geniali per chiamare così il personaggio di un prete) potrà salvarlo dalle grinfie del demonio a colpi di mitra!!

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Padre Lenin imbraccia un crocifisso modificato con cui riempie di piombo un esercito di demoni

Pos eso è un film corale e ci sono due storie che scorrono parallele e che si incontrano solamente alla fine. Da una parte assistiamo all’evoluzione sempre più drammatica e violenta della possessione del piccolo Damien, dall’altra seguiamo la storia di padre Lenin. Egli è un prete figlio di comunisti che dopo l’ennesima dimostrazione che l’apparato ecclesiastico è un qualcosa di losco e di marcio decide di riporre la tonaca e di “darsi alla bottiglia”. Le due storie per gran parte del film sono indipendenti, ma verranno ad incontrarsi quando La Trini implorerà padre Lenin di aiutare suo figlio.

Come i migliori horror, anche Pos eso denuncia la decadenza della nostra società. Il film critica aspramente la televisione scandalistica, il desiderio morboso del pubblico per certe storie e la crudeltà delle persone. Altro nodo centrale del film è la denuncia del malcostume dell’apparato ecclesiastico rappresentato dall’avido e codardo vescovo della città.

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Per il regista la Chiesa è qualcosa di malvagio e senza scrupoli ed è incarnata dal cattivissimo Vescovo

Il film presenta tante citazioni, rimandi e omaggi a moltissimi film dell’orrore (e non solo). Per fare qualche breve esempio: all’inizio del film padre Lenin sembra essere un novello Indiana Jones, il bambino posseduto rimanda in tutto e per tutto al film Omen e all’Esorcista, un uomo viene controllato dal bambino indemoniato e la carneficina seguente ricorda Psycho e Shining.

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Damien: il bambino posseduto

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Gli omaggi all’Esorcista sono evidenti

Pos eso è un film estremamente violento e splatter: il regista ha potuto permettersi questa assoluta libertà solamente perché il film ha un aspetto carotoonoso: se il film, piuttosto che in stop-motion, fosse stato realizzato con attori veri, avrebbe ricevuto una quantità di censure e denunce veramente notevoli. Il sangue scorre veramente a fiotti e ci sono moltissime scene di smembramenti: la genialità del regista, in questo caso, sta nel raccontare scene di grande violenza, ma che grazie allo stile “pupazzesco” del film fanno ridere.

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Una delle tante scene splatter del film.. Nonostante l’immagine cruenta, durante questa scena si ride dall’inizio alla fine

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Un altro bagno di sangue sul set

Pos eso è una delle commedie horror che abbia mai visto. Lo consiglio veramente a tutti, anche a quelli a cui normalmente non piace il genere gore. Al momento il film viene distribuito in Spagna: spero arrivi presto nei cinema italiani..

Ecco qui il sito ufficiale del film dove potete trovare un sacco di materiale e informazioni sul film e sul processo produttivo.

Vi lascio consigliandovi la visione del trailer ufficiale del film, BUONA VISIONE!

Andrea Bianciardi



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