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Dalla vetrina (CAP II)

Da Sfumaturemondiali

Dalla vetrina (CAP II)

E’ la vigilia di Natale, Lotti compirà 18 anni pochi giorni dopo. E’ lì alla pensione quando arriva un ragazzo robusto. Le chiede la chiave e sale in camera. Nella pensione, stasera, c’è una gran confusione. Lotti dietro il bancone scorticato sta leggendo la sua rivista di gossip preferita… Le piacciono le vite dei vip… Passano ore con Amina a parlarne… Lotti le racconta delle grandi star di Hollywood e Amina sgrana i suoi occhioni neri e cominciano a immedesimarsi. E proprio mentre sta leggendo dell’ultimo scandalo di una celebre coppia d’attori, quel ragazzo scende di nuovo.
“Hai da accendere?” le chiede mentre finisce di rollare una canna fra le dita. E Lotti distrattamente gli passa l’accendino che ha in un cassetto.
“Perchè non sali? C’è da divertirsi su…”
“Sto lavorando” risponde Lotti continuando a leggere l’articolo.
“Sali!” e si avventa dietro il bancone, tira Lotti per un braccio… La sedia cade… Nelle camere si sta festeggiando… Nessuno si cura di quel tonfo sordo… Lotti fa resistenza, grida ma la mano del ragazzo le tappa la bocca. Ora è in balia di quell’onda che la trascina fin dentro la camera… Là ci sono altri due ragazzi ubriachi… E una ragazza svenuta sulla poltrona… Lotti non vuole pensare… Si ritrova nuda a fissare quella macchia di umidità sul soffitto finché non arriva la mattina seguente.
Quando esce vuole solo prendere il mondo a morsi. Prendersi la sua fetta, come hanno fatto gli altri con lei. Non è spaventata, è schifata.
Vuole buttare gli abiti che ha, pensa così di rimuovere il problema. Si compra una tuta nel primo negozio che incontra e si sente di nuovo “pulita” e incontaminata.
In quel vagone della metro che stride veloce sulle rotaie, Lotti si sente accecata dalla luce. Sfrecciano le fermate e lei a poco a poco si allontana da quella pensione, da quella stanza. E poi arriva. E’ la sua fermata. Scende dalla metro… Sale al secondo piano… Casa.
Resta per un’ora sotto la doccia, si passa il sapone sui lividi, vorrebbe cancellarli ma non può.
E’ avvolta in un asciugamano bianco quando sente suonare ripetute volte alla porta.
Apre e c’è Amina.
“Ero preoccupata… Sei rientrata tardi!”
“Sì… Un imprevisto al lavoro”
“Buon Natale, Lotti” e Amina le dà un pacco.
Già oggi è un fottuttissimo Natale.
“Grazie!” lo afferra e sente il sangue scorrerle lungo una gamba… Sviene.



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