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Dallo spazio-tempo di Einstein all’inquisizione

Creato il 23 settembre 2014 da Cultura Salentina

Dallo spazio-tempo di Einstein all’inquisizione

23 settembre 2014 di Dino Licci

Dallo spazio-tempo di Einstein all’inquisizione

Goya: Scena da una Inquisizione

Lo spazio tempo descritto da Einstein, che è una delle verità incontrovertibili della fisica moderna, mi ha fatto a lungo meditare e non soltanto da un punto di vista fisico, ma anche e soprattutto filosofico e morale. Einstein ci ha regalato una legge difficile da capire perché fortemente contro intuitiva raccontandoci come il tempo assoluto non esiste ma, indissolubilmente legato allo spazio, esso cambia relativamente al punto di osservazione e alla velocità con  cui si muove l’osservatore di un fenomeno. Ci ho messo un po’ di tempo per abituarmi all’idea che ciò che si muove  a grandi velocità, contrae il suo tempo e la sua massa. Se potessimo cavalcare un raggio di luce, il tempo si fermerebbe del tutto! Pensateci. E che dire del fatto che, più tardi, con la relatività generale, il grande scienziato ci spiega che lo spazio tempo sono  responsabili della gravità? La relatività di Einstein e la meccanica quantistica di Planck  mi hanno fatto sì perdere mesi di studio appassionato e continuo, ma hanno aperto la  mia mente alla  riflessione e meditazione.

Proprio forte di queste nuove conoscenze, mi sono abituato  a considerare gli avvenimenti e gli eventi di questo mondo, alla  luce del fatto che, spostandoci, con la forza del pensiero, nello spazio e nel tempo, cambiamo l’etica del mondo e ciò che oggi ci appare immorale, una volta era eticamente ineccepibile e ciò che qui ci sembra delittuoso, in altri paesi, anche vicini a noi, è perfettamente legale e viceversa. Noi oggi tremiamo davanti alle atrocità che si stanno compiendo in medio oriente ad opera di fanatici fondamentalisti che non esitano a sgozzare persone innocenti per raggiungere i loro scopi. E c’è veramente di che inorridire pensando alle conversioni forzate o all’asservimento totale delle donne al volere del maschio. Ma spostiamoci soltanto di pochissimo nel tempo: cinque o sei secoli sono niente in confronto alla storia dell’uomo che data due milioni e mezzo di anni o alla comparsa dei primordi di vita sulla terra (quattro miliardi di anni fa circa). Bene, negli anni della scoperta dell’America  i Colombo, i Vespucci, i Verrazzano, scorazzavano  nelle terre inesplorate delle due Americhe, trascinandosi dietro una  situazione europea che già in quegli anni dimostrava una  sperequazione economica e sociale che gli derivava soprattutto da una condizione  etico-religiosa  assai particolare. Erano gli anni  della Riforma calvinista e luterana e dalla successiva controriforma “riparatrice” che scaturì dal  concilio tridentino. Fin d’allora ma a tutt’oggi, l’Europa era divisa  in due per via di  una diversa interpretazione del Verbo di  Cristo. Da una parte il mondo cavalleresco e feudale della Controriforma che basava sul privilegio, sulla censura e sul rogo il “modus vivendi”delle popolazioni che vi si assoggettarono a malincuore, dall’altro il mondo borghese e capitalistico della Riforma, basato sulla libera concorrenza, sul libero arbitrio, sul libero mercato e che incarnava  nell’idea calvinista la meritocrazia e l’impegno.

Quando le armate spagnole cominciarono a far razzia degli immensi giacimenti aurei dell’America del sud,  le civiltà dei Maia, degli Inca, degli  Aztechi,  furono sterminate e costrette alla fede cattolica a partire dagli intendimenti della cattolicissima Isabella.

Oggi si sterminano gli occidentali nel nome di Allah, 500 anni fa si sterminavano intere popolazioni nel nome del nostro Dio.

Pizarro, dopo ogni carneficina, si confessava e il battesimo era la prima cosa che veniva imposta  ai pochi scampati al massacro.

I padri gesuiti Cialdino e Mazeta  imposero in Paraguay una teocrazia che  asservì  ai loro ordini  gli indigeni che furono costretti  a praticare l’agricoltura, l’allevamento del bestiame e ad abbandonare le loro abitudini nomadi e le  loro usanze, le loro credenze, le loro tradizioni .

E non è che una delle tante violenze perpetrate nel nome del Signore . Altri milioni di vittime arricchiscono il calendario dell’espansione delle religioni monoteiste che, dalle crociate all’inquisizione, dalla strage dei Valdesi a quella degli Ugonotti in un crescendo di atrocità senza fine per chi volesse approfondire i suoi studi di storia senza pregiudizi aprioristici e dogmatici. Il nostro credo niceno-costantinopolitano scaturisce dagli scontri tra Ario e Alessandro dei concili di Nicea e di Costantinopoli come pure    l’adorazione della Madonna come “madre di Dio” e non “madre di Cristo” scaturisce dal concilio di Efeso che vide contrapposte questa volta le fazioni di Nestorio e Cirillo, lo stesso che fu il mandatario morale della morte straziante di Ipazia, la grande matematica di Alessandria.

Oggi il nostro papa, come ai tempi del Concilio Vaticano II, dovrà scontrarsi, nel prossimo sinodo,  con i vescovi conservatori che vogliono negare la comunione ai divorziati e risposati. Sembra di tornare ai tempi del medioevo in una lampante dimostrazione che quella che si dice Verità assoluta, scaturisce sempre dagli scontri tra uomini, ignorando  il metodo scientifico basato sulla ricerca,  sulla verifica e sulla falsificazione.

Io, agnostico e strenuo ricercatore di una Verità che ormai ritengo irraggiungibile, sono tra gli esclusi dal sacramento della Comunione , accostarsi al quale significa, per chi conosce il termine “Transustanziazione”, diventare antropofagi perché osare di pensare che l’ostia  consacrata sia  un simbolo e non il vero corpo di Cristo, ai tempi dell’inquisizione mi sarebbe costato la vita. Ma dimenticavo di dirvi che il vescovo che contesta il papa è a capo della “Congregazione per la Dottrina  della Fede” , praticamente la continuazione dl “Santo Uffizio” voluto da Paolo III  con la bolla “Licet ab initio” del Luglio 1542 , un altro nome per celare i malefici legati all’iniqua pratica dell’Inquisizione!


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