Dallo Stigma all’Impronta

Sta tornando. La stagione più bella dell’anno sta tornando.

Si coglie dappertutto: nelle finestre delle case perennemente spalancate; nelle braccia nude e pallide; nelle chiacchiere da bar che accompagnano la giornata del quartiere e proseguono ora anche in tarda serata; nella luce calda e diffusa; nei balconi fioriti su cui si consumano i primi pasti freschi o si prende il primo sole; negli odori, nei colori, nei rumori; nei papaveri copiosi che punteggiano di rosso campi e marciapiedi.

La tentazione di coglierne qualcuno è forte. Pochi papaveri dai gambi lunghi, una bottiglia d’acqua trasparente e la tua personale promessa d’estate infiamma, ora, anche un angolo della tua casa. Ma presto i fiori appassiscono, i petali si accumulano al suolo come ritagli dimenticati di carta velina rossa e non rimangono che gli scheletri scuri delle capsule.

Come conservare tanta effimera bellezza? Anche se impossibile, anche se solo un miraggio… un tentativo dovevo pur farlo. Così ho chiesto alle capsule papaverine e al loro stigma stellato di collaborare con me, di lasciare una propria impronta accanto alle mie (piccola curiosità: in greco antico “stigma” significa proprio “impronta, segno, marchio”…) incidendo delicatamente la pasta rossa modellata a goccia. Nascono in questo modo un originale paio di orecchini e la collana coordinata. Certo, nulla a che vedere con la bellezza vera di un papavero vero; eppure così evocativi, palpitanti, pieni di forza ed energia nel loro contrasto cromatico tra rosso e nero!

Sto già lavorando a versioni analoghe, ma con fiori e colori diversi: se vi dico girasole, tulipani e campanule… v’incuriosisco abbastanza? Intanto godetevi i papaveri, sperando di trovare il tempo per pubblicarli negli shop on line quanto prima; per eventuali informazioni, nel frattempo, potete comunque contattarmi via mail.

Una piacevole anteprima di estate a tutti!

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