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Daniela e il mondo dell’impalpabile

Da Daniele Vannini
Daniela e il mondo dell’impalpabile
Daniela…Una donna.
Dal 2007 si trova in stato di coma vegetativo persistente, uno stato di salute piombatole addosso a causa di un'operazione alla testa considerata, a detta dei medici, un'operazione di "routine".

Daniela…Una moglie.

Suo marito Luigi le sta accanto tutti i giorni accudendola, parlandole e incoraggiandola anche se lei non può più rispondere, sorridere, esprimere il suo affetto e il suo pensiero come poteva fare una volta.

Daniela…Una madre.

Laura, sua figlia, fa il possibile per starle vicino e renderla partecipe della sua vita. Le racconta la sua giornata, la porta dolcemente a passeggio con la carrozzina, la tiene per mano anche se lei non può più contraccambiare nulla di tutto questo come vorrebbe fare da "vera" mamma.
Una donna, una moglie, una madre, un'operazione di routine.

Daniela ci insegna quanto fragile sia la vita, quanto poco basti per frantumare per sempre le nostre certezze e le nostre abitudini.

Ma ci insegna anche un'altra cosa: un essere umano ha sempre diritto ad essere trattato come tale, ad essere amato, supportato, a mantenere la dignità che gli spetta.
Questa non è la storia di una malattia devastante, bensì la storia di una donna, una famiglia e un'amore che non conoscono né confini, né muri invalicabili.
E' la storia di una coppia che vuole rimanere una cosa sola per sempre, fregandosene se é difficile, se gli altri non capiscono, se sarà sempre e inevitabilmente così dura.

Tutte le volte che ci incontriamo, Luigi mi racconta sorridendo dei tempi passati e di tutte le belle cose che lui e Daniela hanno fatto sempre insieme.

E tutte le volte penso che, se le persone "normali" avessero la metà dell'energia, della voglia e dell'amore per la vita che lui mi sa trasmettere, molte cose andrebbero diversamente.
Sono anche sicuro che, se Daniela potesse farlo, mi trasferirebbe la stessa identica forza e lo stesso coraggio di suo marito, e forse di più.

Imparare ad apprezzare la vita e tutto quello che si ha di vero prima di perderlo per sempre, in un lampo, e a non giudicare quello che non siamo in grado di comprendere realmente, a meno di viverlo in prima persona e non tramite l'immagine che la società mediatica ci propina a periodi alterni.

Questa, secondo me, é la vera lezione da imparare.
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