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Daniza è morta? No, Daniza è viva!

Da Trentinowine

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di il Conte – Daniza è come “Pablo” di De Gregori, il peso sulla coscienza di pochi e su quella di tantissimi altri che la volevano libera e viva.

Chiamata qui da noi, allevata, monitorata e poi … dimenticata; dimenticata alla stregua di chi si tiene una cane in casa si dimentica di pulire le sue cacche e di volergli bene.

Chi chiama un’orsa (un’Orsa Maggiore, come la costellazione dei primi naviganti del mare) non si accorge che ha anche lei delle necessità, che ha fame, sbrana e magna… .

La magna però in maniera selvaggia, perché è un’orsa d’importazione ed è certo meno elegante di tutti quelli che i vitalizi se li sono presi, spesi e non li hanno più da ridare idietro.

A noi!

Daniza è viva come l’esempio del malgoverno corrente, del fare tutto a metà, dimenticando decisioni prese prima, programmi che, se vanno male, è sempre colpa di quelli di prima e mai del nuovo governo.

E’ la nostra italietta anche quella del nord accorto e produttivo: terra ben pasciuta a luganeghe e aragosta e prosecco ma poco attenta a un’Orsa.

E’ la mia provincia autonoma che poco ragiona, che fa favori a destra e a sinistra – dove e quando capita – che inventa programmi che nel giro di cinque anni o meno di dieci (tempi medi per le imprese industriali di un tempo) vagano come fantasmi nei musei, Castelli riscoperti tardi, con proposte e propositi da bimbi di asilo. Con merendina sempre pagata da noi.

Daniza è morta ma in compenso per gli animalisti e il WWF nel cimitero di Trento c’è una folta colonia di allegri conigli che mangiano tutti i fiori e per fortuna non ancora i morti.

E’ giusto così nella mia adorata Terra, che sembra popolata solo da coniglietti di ogni colore e razza.

Daniza aveva il suo carattere. Quello famoso dell’orso trentino, nel quale alcuni si identificavano.

Però continuano a vincere i coniglietti nostrani, quelli che dovrebbero decidere e hanno deciso poco, quelli che sono messi in palio a una festa di paese e rischiano un ulteriore casus belli.

Daniza, te ne dovevi andare via, da questa terra beata, fatta di belle ed educate persone, piene di buone parole e pochissimi fatti.

Daniza, sei per me il tempo che corre all’indietro, non più riconosciuto, capito o apprezzato.

Sei figlia di Battisti, Filzi e Chiesa come di tanti altri stupidotti che ci hanno rimesso la pelle in nome dell’Italia, del nostro Territorio e di più avanzate opportunità.

Daniza, sei stata trattata bene: ti hanno uccisa con la siringa sbagliata che è sempre meglio di un’impiccagione in due/tre tempi.

Propongo dunque per te un monumento nel Brenta, sulle Dolomiti di Preuss, Comici, Graffer, Detassis, Pisoni, Maestri, Messner e tutti i grandi che non ricordo più ma che in parte ho conosciuto.

Daniza sei viva per noi e anche questi con te!

Finché la dura …

Il Conte


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