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Danza, arte, coreografia: Festival Coreografia d’Arte 2013 ospita Lorenzo Meid Pagani e Lucio Perna.

Creato il 09 dicembre 2013 da Opificiotramemilanodanza @OpificioTrame
Lucio Perna

Lucio Perna

Tra gli spettacoli di danza contemporanea, teatrodanza, physical theatre, teatro, nel week end di Sant’Ambrogio, Coreografia d’Arte 2013, ha visto andare in scena Lorenzo Meid Pagani, danzatore e performer abbinato all’artista Lucio Perna.

Coreografia d’Arte Festival prevede, fin dal suo inizio nel 2009, che tutti gli spettacoli siano dei debutti, creati a partire da una o più opere d’arte (pittura, scultura, fotografia), selezionate e proposte al coreografo o regista dalla direzione artistica. Dalla scorsa edizione, 2012, si è introdotto un solo spettacolo dove il procedimento avviene al contrario: lo spettacolo esiste già ed è l’artista, sia esso pittore o scultore o fotografo, a creare un’opera appositamente per la messa in scena. Questo è stato il caso di Lorenzo Meid Pagani e Lucio Perna. 

lucio-perna

Lo spettacolo è “La Gabbia” e l’opera creata da Lucio Perna è un trittico di carta, legato al suo percorso di ricerca Bidonville, capace di creare situazioni e immagini fantastiche, irreali e di forte impatto visivo, così come situazioni e immagini estremamente reali e contemporanee, concrete e quotidiane. L’incontro tra Lorenzo Meid Pagani e Lucio Perna ruota attorno a tutti i possibili intrecci narrativi tra la gabbia metallica che, insieme alla danza, muove lo spazio scenico e la narrazione dello spettacolo, il trittico e, soprattutto, il senso delle esperienze di vita: visioni, sogni, ideali, emozioni, sofferenze e fallimenti. Dati i contenuti dello spettacolo, la scelta di far incontrare Meid con Perna è stata dettata anche dal fatto che, quest’ultimo, è un artista che parla con i quadri e con le parole, non per spiegare o illustrare una realtà difficile, ma piuttosto per spingere oltre, per proporre una riflessione personale che provochi un movimento, una emozione. Il performer, attore di se stesso, fa confluire nella costruzione di una struttura di metallo tutto ciò che appartiene alla sua stessa esperienza di vita. Il suo pensiero si cristallizza in momenti di raro equilibrio fisico. La sua azione diventa scultura poetica in un unico assieme con la struttura metallica. La ricerca lo porta a costruire una gabbia e a chiudersi dentro essa recependola, però, come nascondiglio, come distacco dall’affanno del mondo. Una cura, un riposo per poi meglio capire ed aiutare. Una gabbia nascondiglio ma anche una gabbia a misura dell’uomo, dove su di essa vengono sviluppati diversi percorsi teatrali acrobatici, ad indicare i più comuni ostacoli che la vita ci riserva nella quotidianità e nel lavoro. Il lavoro appunto come tema centrale. Il trittico, attore in scena come il performer, in tre dimensioni diverse, in tre prospettive che restituiscono diversi punti di vista e di osservazione; fino a divenire la strada su cui camminare, su cui poggiare mani e piedi, forse per rialzarsi o forse per fermarsi sostare.

Lorenzo Meid -la Gabbia

La Gabbia, Lorenzo Meid Pagani

Il nome d’arte di Lorenzo – Meid – nato nel periodo in cui danzava breakdance e hip hop, svela molti aspetti anche della sua attuale ricerca e composizione scenica. Forma italianizzata del verbo inglese “made” – costruire, fare – rivela un aspetto della natura di Lorenzo che è il suo essere un “artigiano danzatore”. La sua attività nella danza si sviluppa a 360° e comprende “il fare”, insieme alla creazione stessa, gli allestimenti scenici, le scenografie, strutture, macchinari, le luci, i suoni; insomma tutto quello che costituisce lo spettacolo. Anche la gabbia metallica, protagonista insieme al trittico di Lucio Perna, la ha disegnata e costruita lui stesso.

“ LA GABBIA ”
Libero spazio di un equilibrista
interprete: Lorenzo Meid Pagani
Concept: Lorenzo Meid Pagani - Coreografia: Sisina Augusta (anch’essa ospite di Coreografia d’Arte con Patrizio Vellucci)

LORENZO MEID

Inizia a Ballare Breack-Dance nel 1989, quando non erano molti a ballare quel tipo di danza e non si chiamava nemmeno “danza”. Qualche anno più tardi si trasferisce in provincia di Mantova. Partecipera a numerose jam in tutto il nord Italia, competizioni spontanee dove si mettevano a confronto le tecniche. Intorno al 1995 approfondisce anche il concetto di Writing ( “Graffiti o Murales in origine” ) conoscendo alcuni dei massimi esponenti tra cui (Pazol – Milano). Da qui nasce la passione per la creazione di opere in legno sull’idea del Graffito. In origine erano dei semplici quadri, sagome di legno montate una sopra l’ altra, dopo diversi esperimenti, è arrivata l’ idea di creare mensole dai colori più svariati. Dal 1997 inizia l’interessamento a nuove forme di danza e musica applicate alla Breack Dance. Con il DJ Luca Fronza partecipa per la prima volta al festival Oriente Occidente nel ’98, Festival tra i più importanti per la danza contemporanea. Considerando la Breack una danza troppo chiusa in sé stessa in quegli anni, decide tra il 1998 e il ’99 avvicinarsi alla danza contemporanea, cambia quindi il suo stile e ne crea uno proprio diventando un danzatore in equilibrio tra arte contemporanea e Breck-dance. Con la regione Trentino partecipa alla fiera mondiale dell’esposizione come unico ballerino di breck Dance, Expo Hannover 2000. Sempre nel 2000 entra a far parte della Compagnia di danza di Sisina Augusta e, in breve tempo, ne porta avanti gli ideali con estrema convinzione. Partecipera nuovamente al Festival Oriente Occidente nel 2001, con “Anch’ io ti Amo” coreografie di Sisina Augusta, regia di Paolo Valerio su musiche del cantautore Marco Onagro. Nel 2002 cura la colonna sonora, e tutta la parte relativa alla breack dance, dello spettacolo di chiusura del festival Oriente Occidente, la cena spettacolo “Balla coi Cuochi”, spettacolo che replica anche a Roma al Palazzo delle Esposizioni. Contemporaneamente è danzatore nel “Macbeth” da William Shakespeare, Una produzione del 2002 della compagnia Atlantide Teatro di Verona, per la regia di Paolo Valerio, realizzato in coproduzione con l’ Estate Teatrale Veronese su coreografie di Sisina Augusta. Ha collaborato con la Fondazione Atlantide – Teatro Stabile di Verona come Danzatore – videomaker – ed esperto nuove tecnologie. Da qui comincia a sperimentare nuove tecniche di illuminazione per la creazione di scenografie semplici e complesse. Da diversi anni e assistente della Coreografa Sisina Augusta e si specializza nella didattica affiancandola nei seminari e lezioni di Teatro-Danza, presso: Teatro Libero di Milano, CDM di Rovereto Ultime produzioni: “Tango Metropolitano” danzatore protagonista e fonico dal vivo Coreografie e produzione: compagnia Sisina Augusta. “Senza Memoria” di Sisina Augusta – “La corsa di Dona” di Sisina Augusta. “Itamy” opera tra colore e gesto, eseguito in diversi teatri, mostre e gallerie d’arte, tra cui teatro Filodrammatici di Milano, e recentemente alla Triennale di Milano con la pittrice Takane Ezoe. Oggi, è direttore tecnico dello spazio artigianal/culturale Meid e si occupa della parte tecnica degli allestimenti. Ultima produzione: “La Gabbia” Libero spazio di un equilibrista.

Lucio-Perna-Spazio-Tadini

Lucio Perna

LUCIO PERNA

Lucio Perna, attualmente in mostra a Spazio Tadini all’interno della collettiva di Coreografia d’Arte Festival 2013, della collettiva Save my dream Patrocinata dal Comune di Lampedusa e Linosa, e già in mostra – sempre a Spazio Tadini – nel 2012 con Dialoghi e Coreografia d’Arte 2012, nel 2011 Soldi d’artista, 2010 Natività e Geografia Emozionale, 2009 Muri dopo Berlino, ha esposto in numerose gallerie italiane ed europee, in importanti Centri d’arte e cultura.

La pittura di Perna, in oltre vent’anni di attività, si sviluppa alla ricerca di un linguaggio che partendo da una figuralità emblematizzante (il ciclo delle “Sirene” 1972-80 e quello delle “Maschere” 1980-88), giunge all’attuale ricerca simbolica (I Miraggi) iniziata alla fine degli anni 80. Con i più recenti lavori, (OLI e TECNICHE MISTE) sintetizzando le precedenti esperienze e seguendo un processo multimediale, Perna traccia un percorso di ricerca molto personale che travalica l’etichetta dell’astrazione o il richiamo informale.

Nei suoi lavori si legge un gesto liberatorio che lacera e crea. Di volta in volta si muove come un geologo o un topografo declinando sulle superfici le emozioni attraverso aggiustamenti tonali e modulati spostamenti prospettici. La concezione dello spazio, pur non rinunciando ad una certa tensione prospettica, dà più il senso dell’illusione, del miraggio come simulazione della visibilità. Miraggio poeticamente inteso e rappresentato come ironico inganno dove la relazione non è più tra vicino e lontano, come nell’ordine classico, ma tra visibile ed ignoto.

Lo spazio dell’immagine si espande come una “magia cromatica”. Le strutture vengono ridotte all’essenziale.
Segni, forme, colori si fondono nella sua iconologia in “silenziosi messaggi di parole mai dette”: un linguaggio-stile fatto di silenzi. Lo spazio sensibilizzato nell’opera tende ad uscire dalla limitata superficie traizionale verso dimensioni, spazialità nuova, diversa,”virtuale”.

Ricerca espressiva questa che avvicina Perna al movimento artistico- culturale “GEOGRAFIA EMOZIONALE”, nato negli Stati Uniti America al l’inizio di questo nuovo secolo, del quale ? teorica Giuliana BRUNO,docente ad Harvard, e che in Italia è sostenuto e divulgato dalla rivista “ARIA”.



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