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Daredevil 2 – Una review [Spoiler]

Creato il 21 marzo 2016 da Paopru
Trailer

Ancora un’altro episodioQuesta volta è davvero l’ultimo…E’ questo il mantra che si ripete il bingwatcher, preso senza mezze misure dalla visione della seconda stagione di Daredevil. Dopo un’attesa estenuante durata 11 mesi, siamo ritornati ad Hell’s Kitchen, nella vita di Matt Murdock, di Karen Page e di Foggy Nelson. Nuovi showrunner per un risultato che non delude le aspettative mettendo ancora più carne al fuoco, più violenza, più personaggi, più caos. C’è confusione fin dalle prime puntate, dedicate ad introdurre il nuovo anti-eroe che tutti noi in fondo stavamo aspettando: The Punisher. E’ il miglior punitore visto sullo schermo e chi ancora replica che non c’è Frank Castle oltre Thomas Jane, sarà costretto a ricredersi. E’ un vendicatore che getta la città nello scompiglio, sbaragliando una dopo l’altra le gang criminali che ora sguazzano nel vuoto pneumatico creato dall’arresto del Kingpin Wilson Fisk, in una caccia a suon di bombe degli assassini della propria famiglia.


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In un episodio interamente dedicato al faccia a faccia tra il Punisher e Daredevil, capiamo il vero leit motive della stagione e lo scontro ideologico tra giustizia e vendetta. Entrambi si battono per la medesima causa, ma i metodi di uno sono aspramente criticati dall’altro e di qui ne consegue un gioco al gatto e al topo che porterà a scenari imprevisti e fautori nel riportare a galla vecchi nemici, ancora più motivati a tornare in affari.

Quando le acque sembrano calmarsi e gli eventi ritornare ad una dimensione ordinaria, spunta dall’ombra Elektra ed irrompe nella vita di Matt Murdock sconvolgendone la routine. Non è la stessa Elektra di Jennifer Garner, carina ma imbronciata. Questa Elektra è una dura col sorriso, una femme fatale doppiogiochista che uccide per puro piacere, stronzeggiando e mandando letteralmente a monte la vita e la carriera del povero diavolo di Hell’s Kitchen. Anche lei discepola di Stick e anche lei votata a sviluppare il dono per un piano machiavellico, fatto di arti mistiche e leggende che si raccontano ai bambini. New York diventa il palcoscenico di una lotta senza quartiere tra I giustizieri e La Mano, il clan di ninja più letali della storia che danno la caccia all’arma finale detta Black Sky.

La serie ha un potenziale molto elevato e conferma la capacità di Netflix nel riuscire a produrre qualità cinematografica di alto livello. Una peculiarità che emerge grazie all’attenzione verso i dettagli tecnici, i virtuosismi di macchina, i costumi e la regia. Melvin Potter ritorna all’ago e file per cucire al diavolo un costume dalle linee sinuose, smussando le forme quel tanto che basta per rendere la tuta semplicemente perfetta. Abile sarto ed armaiolo darà il tocco finale creando il celeberrimo bastone scomponibile che permette a Devil di lanciarsi da un tetto all’altro della città secondo traiettorie che sfidano le leggi della fisica. 


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Ritorna in gran spolvero nella terza puntata il piano sequenza che causò elevati apprezzamenti nella prima stagione della serie. In quella un Daredevil ancora acerbo sgominava una banda di russi per liberare un giovane ostaggio; oggi i produttori alzano il tiro e fanno un capolavoro registico nella tromba delle scale di un palazzo. Il diavolo si scontra con un’intera banda di moto-criminali senza alcuna soluzione di continuità, con coreografie al cardiopalma e una sequenza di lotta interminabile. 

La stagione inciampa sul classico cavillo che trasforma anche le migliori produzioni in un polpettone indigesto. L’affollamento di villain rende poco semplicistica la storia. Rispetto alla prima stagione, qui è difficile ridurre tutto alla classica lotta Bene Vs Male, perchè non tutti i buoni sono realmente buoni e non tutti i cattivi sono realmente cattivi. Dove sta la verità? A cosa si deve guardare per capire Daredevil 2? Non c’è una chiave di lettura univoca questa volta e la serie lascia a noi il compito di giudicare i personaggi, le loro motivazioni, le loro debolezze. Così facendo potremo anche trovarci a tifare per lo spietato killer o il potente signore del crimine senza rimorsi, probabilmente perchè i cattivi soggetti hanno sempre vantato maggior fascino dei giustizieri cattolici.

Un finale di stagione che più aperto non si può ci fa sprofondare nel più totale sconforto, perchè mancano dodici mesi alla 3×01 e perchè per un telefilo sono come gli anni di un cane. Vanno moltiplicati per sette. 


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