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David Denton, “Concentrati sull’Heineken Cup per migliorare in Pro12″

Creato il 11 gennaio 2014 da Soloteo1980 @soloteo1980
David Denton in azione a Viadana contro gli Aironi, settembre 2011 (mia foto)

David Denton in azione a Viadana contro gli Aironi, settembre 2011 (mia foto)

Edimburgo – “Amo giocare in Heineken Cup e ho sempre amato questa competizione, ma siccome siamo in una fase di crescita e di miglioramento continuo, non è importante in quale competizione giochiamo. Ogni gara per noi è importante, è un’occasione di crescita e un’occasione per fare bene. Vogliamo rendere orgogliosi i nostri tifosi, vogliamo costruire qualcosa per il futuro del nostro club. E il futuro, per noi, comincia questa stagione“. Apre così David Denton davanti ai cronisti radunati al Murrayfield, alla vigilia della gara più importante giocata da Edinburgh negli ultimi anni, almeno dopo la semifinale contro Ulster giocata nel 2012. “Quando ho debuttato in Heineken Cup, con gli altri giovani, eravamo convinti che fosse una competizione ‘facile’, perché alla prima occasione abbiamo trovato subito la qualificazione alla semifinale! La stagione dopo, però, siamo tornati alla realtà. Per me, la gara più bella è stata la vittoria nei quarti contro Toulouse giocata qui. Quella è la gara che non dimenticherò mai; è stato qualcosa di speciale. E’ vero, siamo abituati a vedere il Murrayfield pieno per le gare della nazionale, ma portare quasi quarantamila persone per una gara di Edinburgh è stato qualcosa di eccezionale; i nostri tifosi ci sono stati vicinissimi e hanno giocato un ruolo fondamentale. Edimburgo è una grande città, chi viene a vedere le gare della nazionale vive qui e dobbiamo fare di tutto per coinvolgere la nostra città. L’unico modo che abbiamo è vincendo le partite importanti – e cominciare battendo un altro club francese potrebbe essere un buon punto di partenza. “. “Non ci sono dubbi, la Heineken Cup è una competizione fantastica, dove affronti avversari che si impegnano sempre al massimo, dove hai occasione di giocare in diretta televisiva per un pubblico più ampio e che dà numerosi stimoli. E’ qualcosa di eccitante“.

Quando si torna a parlare dell’avversario, Perpignan, Denton ricorda il match dell’andata con un misto di delusione e rimpianto, per il risultato e per non aver potuto prendere parte alla gara: “All’andata mi sono infortunato nel corso del riscaldamento e sono stato costretto a guardare dagli spalti. Tanta strada per guardare una partita dalla tribuna…” con un cronista che non si lascia scappare la battuta rilanciando con un “anche a noi capita a volte di fare tanta strada solo per vedere una partita!”. Denton torna subito serio, continuando ad analizzare la gara dell’Aimee Giral: “Dobbiamo stare concentrati su di noi e mettere in pratica il piano di gioco che abbiamo studiato. Nella gara giocata in ottobre la cosa più frustrante per noi è stato il risultato, che è stato troppo pesante per quello che abbiamo mostrato in campo. Purtroppo abbiamo concesso due mete nel giro di pochissimi minuti che hanno deciso la gara, ma come ha detto Solomons (che nel post-partita del match aveva descritto il primo tempo come “il migliore in assoluto tra quelli fino ad allora disputati da Edinburgh”) dobbiamo pensare a noi. Per buona parte della gara siamo stati dominanti, ma abbiamo avuto un calo di concentrazione, cosa che non ti puoi permettere nel rugby a questi livelli, e abbiamo pagato con una brutta sconfitta. Lo stadio di Perpignan è fantastico, sono molto dispiaciuto di non aver avuto occasione di scendere in campo perché l’atmosfera che si vive là è qualcosa di unico. Ho fatto il waterboy ma non conta – non voglio più farlo un’altra volta! Soprattutto contro le squadre francesi conta molto essere ‘fisici’, l’impatto dei pack e  la gestione dei punti d’incontro; loro sono molto forti e anche se Strokosch non sarà del match, hanno giocatori fisicamente molto forti”. “Possiamo ancora giocarci la qualificazione ai quarti, ma il nostro focus dovrà essere anche e soprattuto sul Pro12; l’ultima volta abbiamo conquistato la semifinale ma chiuso penultimi nel campionato domestico e non vogliamo ripeterci. Se vogliamo costruire un club che faccia della continuità di risultati il suo punto di forza, dobbiamo cominciare dal Pro12. Quest’anno abbiamo dimostrato che possiamo giocarcela contro chiunque e in qualunque condizione meteorologica, mostrando anche molto carattere. Per questo sono fiducioso anche per la Celtic League; la distanza tra le squadre si sta riducendo, c’è una differenza media di otto punti tra vittoria e sconfitta e per questo dobbiamo continuare a crescere”.

In chiusura, e non poteva essere altrimenti, un pensiero a Tommy Allan, che domani tornerà in Scozia per la prima volta dopo aver rifiutato la nazionale del cardo per l’Italia: “Io ho giocato in Sud Africa ma non ho mai incontrato Allan, nemmeno nell’Under 20 perché abbiamo, credo, un paio d’anni di differenza. Cosa vorrei dirgli? Niente, lui ha fatto la sua scelta ma noi non vogliamo andare a pregare nessuno per vestire la maglia della Scozia. Se ha deciso così, noi non abbiamo nulla da rimproverarci e nulla da rimpiangere“.

Qualcosa mi dice che domani per Tommy non sarà una partita facile…


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