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Deadpool

Creato il 07 marzo 2016 da Jeanjacques
Deadpool
Una delle cose che dovevano farmi capire che per me il 2015 era destinato a essere uno schifo totale, era il fatto che ho praticamente smesso di leggere fumetti. O almeno, ne leggo davvero pochi, al massimo qualche graphic novel (quanto odio quel termine...) scelta nel grande mare delle nuvole parlanti, ma anche qui siamo al limite. I primi titoli ad andarsene sono stati, manco a dirlo, i supereroi, che da troppo tempo avevano smesso di dirmi qualcosa con quegli stravolgimenti che alla fine non stravolgevano una beneamata cippa, ma se proprio devo nutrire un po' di nostalgia per quei tizi in spandex credo che i nomi sarebbero due: Spider-man e Deadpool. Il primo perché è legato alla mia infanzia, seguivo i cartoni su Solletico e il ricordarmi di quelli mi ha fatto avvicinare al mondo dei fumetti, mentre il secondo l'ho conosciuto da lettore 'maturo' e mi ha regalato alcune delle storie più assurde che ho mai letto (tipo il ciclo Deadpool uccide, dove se la prendeva con tutto l'universo Marvel e il mondo dei classici della letteratura). Per me la Marvel ora non è più la Casa delle Idee, ma la Casa del Ricilo. Guardo i film per un motivo che manco io so, ma oltre a quello raramente vado. Il sapere però che questo film era stato realizzato, che uno dei miei personaggi preferiti aveva finalmente un suo film stand alone, mi ha riportato alla mente tante cose. 

Wade Wilson è un agente delle forze speciali congedato con disonore. Per campare fa il mercenario, fino a che non si innamora della bella Vanessa. Il mondo però gli crolla addosso quando scopre di avere un cancro incurabile. Lo raccatterà uno strano individuo che gli promette una cura speciale, a patto che diventi un'arma vivente nelle sue mani. Le cose non vanno come devono, lui ne esce con un fattore rigenerante ma... totalmente sfigurato. Ora la sua missione è vendicarsi e ritornare dalla sua bella Vanessa.

Credo che tutti ricordino in che condizioni Deadpool ha fatto la sua prima comparsa nel mondo della celluloide. Andavo ancora alle superiori e stava per uscire X-men origins - Wolverine, il primo film in solitario dell'artigliato canadese, di cui ero un grande fan. Era un evento molto pubblicizzato, tanto che avevano fatto un sito con il countdown e tante altre chicche, in un'era dove internet non era ancora così presente e... beh, il film si rivelò una delusione. Con Wolverine - l'immortale non andò molto meglio, però quello non aveva il guaio di mostrare un personaggio geniale come Deadpool e farlo apparire come la caricatura di se stesso - non che la differenza col fumetto mi dia fastidio, ma qui è un continuo nonsense che non riesco a spiegarmi. Il problema è che Ryan Reynolds, un uomo che oltre a divorziare da Scarlett Johansson ha una carriera così colma di scelte sbagliate che non ci si spiega ancora come faccia a continuare a recitare (Lanterna verde e The voices parlano per tutti), a quel personaggio si affeziona molto e rompe i maroni a tutte le direzioni del mondo per poter avere un film stand-alone su di lui. Alla fine, dopo aver fatto cose che a mezzo internet non sono sembrate credibili, riesce a ingaggiare Tim Miller (perfetto esordiente, che sul curriculum aveva solo i titoli di testa di Millennium - uomini che odiano le donne di Fincher), gli fa girare una sequenza in CG come prova d'apertura, e alla fine la Fox sborsa i finanziamenti. Ne esce quindi uno dei film sui supereroi più pazzi, irriverenti e divertenti degli ultimi tempi, anche se non immune da difetti, ma comunque posso affermare clamorosamente che mi sono fatto quattro oneste ghignate dall'inizio alla fine. Non mi va di fare paragoni col fumetto, perché li ritengo inutili, come dico sempre cinema e nuvole parlanti sono due cose diverse e a me basta che ognuno lavori bene nel suo campo, ma qui sono rispettati tutti i crismi del personaggio, soprattutto il suo infrangere la quarta parete. Per chi non lo sapesse, Deadpool nei fumetti è cosciente di essere un personaggio di finzione, quindi fa continui riferimenti al suo essere di carta e inchiostro e a ciò che fa parte del mondo della Marvel e quello reale, e lo stesso in questo film. Solo con un unica differenza. Wade Wilson acquisisce questa capacità dopo la sua trasformazione durante il progetto Arma X, qui invece viene presentata dal nulla, come mero scopo ironico, cosa che non fa declassare il film ma l'avrebbe reso decisamente più coerente negli intenti - altrimenti, come mai la cosa non avviene mai quando si parla del passato del mercenario chiacchierone? La cosa strana è che le gag migliori stanno proprio tutte in questa particolarità, che arriva a ripercuotersi persino sul bullet time dei titoli di testa (un inizio che ti fa capire che stai assistendo a qualcosa di strano) e a rendere la visione di questo film uno spasso totale, con un connubio ben riuscito di flashback e flashforeward davvero azzeccato che non mi ha annoiato un istante. Il pregio migliore di questo film sta, molto semplicemente, nell'essere un qualcosa di coerente, in un mondo dove tutti sembrano prendersi oscenamente sul serio e dove pure i supereroi cercano di mettere citazioni cristologiche ad minchiam (chi ha nominato Man of steel?), dando uno spettacolo cazzone e fine a se stesso senza nemmeno richiedere nulla di più allo spettatore. Anzi, lascia persino due stoccate al buonismo del supereroe medio, con la fantastica scena finale di Colosso degli X-men, dimostrando di fregarsene proprio di tutto. Unico neo è il budget davvero risicato, che in certe scelte si fa davvero notare - tanto che ci scherzano persino loro - e la regia di Tim Miller che, pur facendo un lavoro più che dignitoso e offrendo una scena iniziale davvero ben fatta, nei combattimenti più fisici e che non richiedono l'uso degli effetti speciali dimostra qualche macchinazione di troppo che minano alla fluidità generale. Ma in genere, a parte per il doppiaggio italiano davvero osceno e terribile, si vola tranquilli. Un po' meno Wade Wilson, ma noi gli vogliamo bene proprio per questo.

Sulla presunta pansessualità del personaggio poi non spenderò manco una parola. E' un'affermazione fin troppo stupida e della quale si è parlato fin troppo.Voto:  

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