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Defibrillazione: a che punto siamo?

Creato il 10 dicembre 2015 da Alessandro Zorco @alessandrozorco

Un intervento tempestivo entro 5-6 minuti e un adeguato utilizzo della defibrillazione permetterebbe al 65% delle persone colpite da crisi cardiaca improvvisa di salvarsi e di non avere conseguenze neurologiche permanenti. Eppure, nonostante dal 2001 la legge italiana preveda che i defibrillatori possano essere utilizzati anche da personale non sanitario e ne abbia raccomandato vivamente la presenza nei luoghi di maggior affluenza come i centri sportivi e commerciali, di attacco cardiaco improvviso si continua purtroppo a morire.

Ogni anno in Italia circa 60mila persone muoiono a causa di una crisi cardiaca improvvisa. Ogni minuto che passa dall'attacco cardiaco riduce del 10% la possibilità di salvare la vita alle persone colpite perchè soltanto un trattamento immediato effettuato da personale adeguatamente formato può aumentare lasopravvivenza delle vittime e diminuire la possibilità di danni neurologici permanenti.

Prevenire grazie alla defibrillazione

Defibrillazione: a che punto siamo?

Della cultura del primo soccorso e della formazione specifica necessaria per il personale non sanitario si parlerà domani, venerdì 11 dicembre 2015, a Cagliari, nel corso del convegno su "Defibrillazione precoce di comunità dal 2001 al 2015: evoluzione legislativa e sanitaria, progetti e proposte" che si terrà a partire dalle 15 alla Sala Congressi della Marina Militare, in Piazza Marinai d'Italia.

L'incontro - accreditato ECM e organizzato dall'associazione scientifica Helpful & Sustainable Future, con la partnership della Società Nazionale di Salvamento e la collaborazione dell' IFOLD - servirà a capire quanto in Italia vengono applicate le normative che regolano la fibrillazione e raccomandano la presenza dei defibrillatori nei luoghi più frequentati (centri ed esercizi commerciali, cinema, teatri, palestre e centri sportivi, pubblici e privati, piscine e stabilimenti balneari).

La legge 120 del 3 aprile 2011 ha stabilito che, in caso di emergenza, ogni cittadino adeguatamente formato possa prestare soccorso utilizzando defibrillatori semiautomatici (DAE) senza commettere reato o compiere un abuso della professione medica. Successivamente la legge 191 del 2009, con il relativo decreto ministeriale del 18 marzo 2011, ha raccomandato la presenza dei defibrillatori automatico in tutti i luoghi di grande affluenza. Infine il Decreto Balduzzi, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 20 luglio 2013, ha esteso l'obbligo dei defibrillatori anche nell'ambito extra ospedaliero e sanitario ed ha coinvolto anche le società sportive (professionistiche e dilettantistiche).

Il convegno "La Defibrillazione Precoce di comunità, 2001 - 2015 evoluzione legislativa e sanitaria, progetti e proposte" darà voce agli addetti ai lavori: parlamentari, avvocati, tecnici, operatori sanitari ed esperti medici e scientifici, rappresentanti del mondo dello sport.Sarà presente tra gli altri anche il senatore Antonio Monteleone, primo firmatario della legge 120/2001.

L'uso del defibrillatore sarà descritto da un ingegnere elettronico e alcuni pazienti che hanno visto la propria vita salva grazie alla defibrillazione precoce daranno la propria testimonianza. Verranno inoltre descritti alcuni progetti per la diffusione della defibrillazione precoce e presentati alcuni esempi di applicazione delle nuove tecnologie alla defibrillazione precoce di comunità.

Defibrillazione: a che punto siamo?

Notizie a cura della Redazione di Blogosocial - Parole Condivise


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