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Defusione Cognitiva II: Come gestire i tuoi pensieri...

Da Genna78
Defusione Cognitiva II: Come gestire i tuoi pensieri...
Ciao,
ti ricordi che roba è la "defusione cognitiva"? Oggi
torniamo a parlarne con un esercizio semplicissimo
e allo stesso tempo ultra potente. Non ho voglia di
spiegarti nuovamente che roba è, ma per farla più
che breve, si tratta della capacità di accorgerti che
"stai pensando". O meglio della capacità di renderti
conto che quella macchina che ti "parla in testa"
si è attivata... e di farlo in un modo molto
particolare...
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Obiettivi 2015
Sei riuscito ad ascoltarlo? La defusione cognitiva
è una metodologia nata in campo della terza ondata
della psicoterapia cognitivo-comportamentale. Ed
è talmente semplice ed efficace che te ne parlo da
qualche tempo...soprattutto perché fa luce su altre
metodologie della crescita personale, come la
PNL. Che attraverso la manipolazione delle così
dette "sottomodalità" ci defonde dai nostri
pensieri.
Questo semplice "defonderci" o "disidentificarci"
è la chiave per iniziare a depotenziare tutti quei
pensieri, giudizi, critiche ecc. che solitamente
diciamo a noi stessi, e molto spesso anche agli
altri. Questi "giudizi" sono la chiave per vivere
in modo cieco la realtà... più giudichi ciò che ti
circonda e più diventi cieco ai reali aspetti
sensoriali della situazione.
E' un fenomeno che hai provato più volte, ad
esempio vai a vedere un concerto, inizi a dare
giudizi sul chitarrista e questo, ti rovina tutta
la performance. Lo stesso lo facciamo con noi
stessi, continuiamo a giudicarci, a costruire
piani di azione nel futuro, a rimpiangere il
passato ecc. Non c'è niente di male in tutto
questo, il nostro cervello si è evoluto così...
...perché la maggior parte della gente, lasciata
a se stessa, nel proprio pensiero, tende a costruire
scenari disastrosi? O a farsi seghe mentali sul
futuro? Ok, ci sono i media che ci riempiono la
testa di cavolate terribili, ma oltre a questo il
vero motivo è un altro. Perché fino a poche
centinaia di anni fa, i nostri antenati dovevano
fare costantemente i conti con imprevisti
negativi.
Per il cervello è meglio sviluppare un intuito
per le cose brutte piuttosto che per le cose belle!
Perché le cose "brutte" possono essere pericolose
per la nostra vita. Ovviamente con "brutto" non
intendo un giudizio estetico ma intendo "cattivo",
triste, catastrofico. Epitteto diceva "non sono gli
eventi che ci accadono a renderci tristi ma le
nostre opinioni su quegli eventi".
Una frase arci nota nella crescita personale, che è
un modo per dire "la mappa non è il territorio".
Ed io vorrei modificarla leggermente: "non sono
le opinioni che abbiamo sugli eventi che ci
capitano a farci stare male, ma il fatto che noi
crediamo ciecamente a quelle opinioni". Visto
che questo GPS, questo computer pensante è
costantemente attivo e formula pensieri...
...è difficile controbatterlo con altri pensieri!
Se ad esempio pensi "sono uno sfigato" dirti che
"non è vero perché sei un vincente" non sempre
può funzionare. Come direbbe Einstein "non
puoi risolvere un problema allo stesso livello
che lo ha generato" e nel nostro caso il livello
è il pensiero. Un buon modo per superarlo è
trovare un altro livello, su psinel lo chiamo
"presenza"...
...si tratta di un livello non-concettuale ma più
somatico, da cui osservare i tuoi pensieri. Ne
abbiamo parlato centinaia di volte su psinel ed
ormai dovresti conoscere la disidentificazione.
Questa ha un problemino, il fatto che si debba
fare molta pratica prima di notare i tuoi pensieri.
L'incontro fra pratiche meditative e cognitivi-
comportamentali si gioca su un concetto...
...la meta-cognizione, cioè l'abilità di renderti
conto dei tuoi pensieri. Lo so sembra un gioco
di parole, ed il modo migliore per farlo è sempre
quello legato alla mindfulness, ma ne esiste uno
ancora più facile e maggiormente alla portata di
mano di chi ama la crescita personale. Queste
tecniche, prese dalla ACT, hanno numerosi
studi a loro conferma.
Uno di questi "giochini" te l'ho mostrato nella 13°
puntata del podcast, ti ricordi "latte...latte...latte"
li ho presi dagli studi di  Steven Hayes. Che
si fondano proprio su come funziona il nostro
linguaggio. Meta-cognizione non significa altro
che renderti conto dei tuoi pensieri e nel nostro
esercizio non ci limitiamo a questo, ma devi
anche identificartici per una ventina di
secondi...perché?
Per evitare la trappola dell'evitamento esperienziale
una volta che sei riuscito ad accorgerti che ti stai
giudicando, sei già defuso da quel contenuto. Ora
puoi provare invece "a credere con tutto te stesso
a quelle parole" ma solo per qualche istante per
poi ri-defonderti. Ti avviso questo termine de-
fusione, è un neologismo, non esiste in italiano
ma credo che sia molto esplicativo.
Poi, nel podcast, trovi un secondo esercizio nel
primo :O Cioè, trovi in realtà due esercizi in uno,
quello di notare i giudizi ricorrenti, per poi fargli
"il verso" quando li notiamo. Se ad esempio
scopri di dirti spesso "sei una merdaccia" (stile
Fantozzi), ogni volta che noti questi pensieri
potresti dire a te stesso..."eccolo li ancora
Fantozzi". In altre parole trovare un modo
soft ma ironico di commentare il tuo
pensiero negativo.
Questi sono solo alcuni degli esercizi e dei metodi
che la ricerca in psicologia sta tirando fuori dal
cilindro. Spero di potertene parlare a lungo e di
ascoltare i tuoi risultati fra i commenti. Fra 
qualche giorno sarà Natale, e come sempre
spero di riuscire a registrare un video. Ma
non l'ho ancora fatto.
Nei prossimi giorni lo pubblicherò qui...nel
frattempo ti lascio quello di 2 anni fa...è un po'
vecchio ma è fatto con il cuore;)

Sei riuscito a vederlo? In realtà è un video del
2013, spero di poter postare quello nuovo...nel
frattempo...
Tanti auguri di Buon Natale :)
...lascia i tuoi auguri fra i commenti...
Genna
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nel 2015!


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