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Dei bilanci, della qualità della vita

Da Eloisa @EloisaMassola
A trent'anni (e io oggi ne compio proprio trenta), per quanto banale sia, viene spontaneo fare un bilancio della propria vita. Pericoloso, se volete: si rischia infatti di cadere nell'autocommiserazione, nell'evidenza inconfutabile del fallimento o, peggio, di crogiolarsi nel calore effimero di realtà "altre" irraggiungibili.
E' di questi giorni un cambio repentino - quanto indesiderato - della mia situazione lavorativa, seguito da un naturale nervosismo e da un sensibile peggioramento della qualità della mia vita - e di tutti coloro (umani e animali) che mi circondano.
Qualità e vita di cui non si preoccupano certo i datori di lavoro sporadici (che, nonostante i tuoi trent'anni e la laurea conseguita a pieni voti, per quel che può valere, ti trattano ancora come una stagista diciottenne), le agenzie di lavoro, i sindacati svagati, ma che di fatto sono le uniche cose che interessano ME. Scusate se mi permetto di scriverlo.
Perciò, dopo settimane di distrazione (e di gastrite), di rabbia (mal)repressa e di recriminazioni telefoniche, oggi, nel giorno rumoroso e balzano del mio compleanno, torno (mesta, ma non sconfitta!) alle vecchie abitudini e ai buoni propositi.
Cancellare ogni velleità attinente alla sfera lavorativa, smorzare gli entusiasmi, non lasciarsi coinvolgere in nessun progetto che vada oltre le mie 36 ore settimanali, né cedere alle lusinghe ("Ti potresti fermare questa sera, oltre il tuo orario? Poi recuperi..." Sì, in un'altra vita...) per dedicare tempo ed energia alla mia Vita (quella con la V maiuscola), alla mia Casa, ai miei Progetti (scrivere, scrivere, scrivere!), per realizzare qui e ora un cosmo saggio, ordinato e produttivo.
Con tanti auguri a chi non ha mai tempo per fermarsi, riflettere, amare, costruire.

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