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Delitto dell’Olgiata: la nuova inchiesta e la scoperta dell’assassino.

Creato il 16 dicembre 2011 da Nottecriminale9 @NotteCriminale
Valentina Magrin
 Delitto dell’Olgiata: la nuova inchiesta e la scoperta dell’assassino.Nell’estate del 2005 il procuratore aggiunto Italo Ormanni decide di presentare richiesta di archiviazione per l’omicidio della contessa Alberica Filo Della Torre, avvenuto ben 14 anni prima, il 10 luglio 1991, in una lussuosa villa dell’Olgiata a Roma
Il marito della vittima, Pietro Mattei, si oppone all’archiviazione e così, grazie anche ad alcune dichiarazioni fatte dall’attrice Naike Rivelli (figlia di Ornella Muti), le indagini proseguono. 
Le rivelazioni dell’attrice, che dice che all’Olgiata tutti sanno chi è l’assassino, sono però frutto di semplici supposizioni e non portano a nulla. L’inchiesta viene archiviata. 
LA RIAPERTURA DELLE INDAGINI - Alla fine del 2006 è ancora Pietro Mattei, tramite il suo avvocato Giuseppe Marazzita, a chiedere la riapertura delle indagini con la richiesta di riesaminare, alla luce delle moderne tecniche di laboratorio, i reperti dell’epoca. 
Ai primi di gennaio 2007 il caso viene ancora una volta riaperto e sul registro degli indagati per omicidio volontario finiscono nuovamente Roberto Jacono e Manuel Winston: si tratta del vicino di casa e dell’ex domestico filippino della contessa Filo Della Torre, già finiti nell’inchiesta nei primi mesi dopo il delitto. La loro posizione era poi stata archiviata e ora questo ritorno in causa è dovuto alla richiesta di ulteriori accertamenti sui loro pantaloni, già analizzati all’epoca dei fatti. 
Delitto dell’Olgiata: la nuova inchiesta e la scoperta dell’assassino.Vengono nominati 3 periti, i professori Paolo Arbarello, Carla Vecchiotti e Vincenzo Pascali. Un anno più tardi, nel giugno del 2008, i risultati della perizia sembrano aggiungere mistero al mistero: viene analizzato il muco presente in un fazzolettino trovato sulla scena del delitto, ma il dna maschile prelevato non appartiene né a Jacono né a Winston. 
L’avvocato Marazzitta, però, non è soddisfatto del lavoro dei periti e chiede ulteriori accertamenti, soprattutto sul rolex d’oro che era al polso della vittima (riconsegnato agli inquirenti da Pietro Mattei) e su altri reperti mai analizzati. Le indagini vanno avanti senza grandi colpi di scena. 
Tornano alla ribalta testimoni del passato, come l’ex amante di Mattei, Emilia Parisi, che fornisce agli inquirenti il cellulare delle contessa Filo Della Torre e polemizza a proposito dei gioielli della vittima. Ma si tratta solo di fumo senza arrosto, purtroppo. 
Emerge anche un clamoroso errore commesso dai periti (Pascali, Vecchiotti e Arbarello): negli scatoloni che custodiscono alcuni reperti del delitto dell’Olgiata, infatti, vengono trovate delle formazioni pilifere appartenenti a Samuele Lorenzi, il figlio di Annamaria Franzoni ucciso a Cogne il 30 gennaio 2002. Vincenzo Pascali si era occupato di entrambi i casi ed evidentemente c’era stata, da parte del suo team, poca accortezza nel maneggiare i reperti.
  Delitto dell’Olgiata: la nuova inchiesta e la scoperta dell’assassino.L’ARRESTO DI MANUEL WINSTON - L’unica, vera e definitiva svolta per l’omicidio della contessa Alberica Filo Della Torre arriva il 29 marzo 2011 con l’arresto di Manuel Winston, il filippino allora 21enne che per un periodo di tempo aveva lavorato a casa Mattei e poi era stato mandato via dalla contessa. 
Ad incastrarlo le analisi del Ris dei Carabinieri: il Dna del filippino risulta compatibile con quello prelevato dal una macchia di sangue di 2 centimetri presente sul lenzuolo con cui è stata strangolata la vittima. 
È una prova schiacciante, devastante: Winston è l’assassino, non c’è nessun’altra spiegazione plausibile. Niente spie, niente amanti, niente servizi segreti: il nastro si riavvolge fino all’inizio delle indagini, ai primi sospetti, al movente della rapina. Il 1 aprile Manuel Winston, rinchiuso nel carcere di Regina Coeli, confessa. Il filippino la mattina del delitto, approfittando della confusione dovuta ai preparativi della festa, si era intrufolato nella villa dei Mattei(che conosceva bene, avendoci lavorato per 2 mesi) passando dal garage e, giunto all’interno della casa, si era diretto nella camera della contessa con l’intento di rubare dei gioielli.
Era stato però scoperto e riconosciuto dalla padrona di casa, che verso le 8.45 aveva fatto ritorno nella sua stanza dopo essere stata al piano di sotto con i figli. Winston a quel punto aveva afferrato uno zoccolo e colpito la donna alla tempia, dopodiché l’aveva strangolata con un lenzuolo e, presi i gioielli (per un valore di circa 80 milioni delle vecchie lire), era scappato attraverso i tetti. Durante la colluttazione, però, Winston si era ferito a un gomito e il suo sangue si era impresso proprio sul lenzuolo. 
 L’accusa nei confronti del filippino, quindi, è di omicidio e rapina. L’uomo nega di aver rubato i gioielli, ma presto verrà dimostrato il contrario. Nei giorni successivi alla confessione, i Ris diretti da Luigi Ripani trovano una seconda traccia di sangue sul lenzuolo appartenente a Winston e una terza traccia biologica sul rolex d’oro indossato dalla vittima. 
Viene fatta anche una scoperta che non può che provocare un amaro sorriso: negli archivi della Procura di Roma vengono trovate due intercettazioni telefoniche risalenti al 12 e al 13 settembre 1991. 
In esse, Winston parla con un connazionale su come smerciare i gioielli, in particolare un bracciale e un collier sicuramente riconducibili ad Alberica Filo Della Torre. All’epoca dei fatti, non si sa bene per quale motivo, di tutte le bobine di intercettazioni a carico del filippino solo 5 erano state trascritte. Ovviamente, le due sopracitate non erano tra queste, altrimenti in caso si sarebbe risolto vent’anni fa. 
IL PROCESSO E LA CONDANNA - Il 19 settembre 2011 si apre il processo a carico di Manuel Winston, che chiede di essere giudicato con rito abbreviato. 
Un processo veloce, al contrario delle indagini. Il 14 novembre 2011 l’imputato è condannato a 16 anni di carcere per omicidio volontario. Il reato di rapina, invece, è caduto in prescrizione. Manuel Winston è attualmente detenuto nel carcere di Regina Coeli a Roma. Gli sono rimasti vicino solo la moglie e i 3 figli: una di essi, la primogenita sedicenne, si chiama Alberica. 
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