venerdì 28 ottobre 2011 di Valentina D'Aleo
“La democrazia è il governo del popolo, dal popolo, per il popolo”.
(Abraham Lincoln)
La parola democrazia deriva dal greco δῆμος (démos), popolo e κράτος (cràtos), potere. Sebbene il concetto di ‘democrazia’ non sia rimasto cristallizzato alla forma di governo adottata in alcune poleis greche, ma sia stato nei secoli rimaneggiato e riadattato alle esigenze dei diversi popoli del mondo, la traduzione è rimasta immutata: potere del popolo.
Nella nostra epoca questo termine è sicuramente il più utilizzato dopo “Coca Cola”, “nuovo assetto mondiale” e “comunque sia” (l’ultimo vale solo per i cittadini italiani). Il fatto che i grandi leader mondiali e i membri del PDL si riempiano la bocca di democrazia (“e non solo”, come preciserebbe Mara Carfagna) non vuol dire che abbiano una pallida idea di cosa stiano parlando. Ognuno infatti possiede il suo particolare modo di interpretare una parola così semplice a dirsi (eccezion fatta per Jovanotti e Nichi Vendola) e così difficile a farsi.
Quella più famosa è ovviamente la democrazia americana. Gli Stati Uniti, come ben noto, sono famosi per essere sorti dalle ceneri di quel Nuovo Mondo pieno di indigeni che cavalcavano senza sella, che rispettavano la natura e non conoscevano malattie, democraticamente ripulito dai conquistatori europei che, democraticamente, hanno preso per loro tutto quanto quel territorio immenso. Gli ultimi discendenti di quella gente democraticamente sterminata affinché la nuova nazione potesse prosperare sono ora democraticamente alcolizzati e reclusi nelle riserve.
Partendo già da basi democratiche, gli Stati Uniti d’America, mossi da spirito cristiano e generosità estrema, vollero condividere con gli altri paesi più sfortunati questa loro democrazia. Fu così che la esportarono nell’America latina, nel sud-est asiatico e in medioriente, distribuendo tiranni qua e là, appoggiando democratici colpi di stato e aiutando le popolazioni locali con bombe intelligenti. Vedendo che alcuni tiranni non gli consentivano un totale controllo democratico del territorio e delle risorse, allora li spodestavano democraticamente gettando i paesi tra le braccia di un’eterna guerra civile per riportare la democrazia. L’operazione “Enduring Freedom” in Afganistan, ad esempio, ha lasciato al suolo in nome della democrazia migliaia di vittime civili e continua a farne.
Ma adesso almeno in Iraq e Afganistan il popolo è padrone…di morire facendosi saltare per aria o saltando per aria per merito di qualcun’ altro.
L’Italia è anch’essa una repubblica democratica, fondata sul lavoro. E la sovranità appartiene al popolo. E nuddu u sapi1. Chi è quell’italiano che, quando si alza la mattina, non si sente sovrano? In quanto cittadini di una democrazia liberale, dovremmo avere tutti, a prescindere dalla classe sociale, dei diritti. Ma il popolo italiano, noto per essere dotto in spaghettologia e totalmente incapace di salvaguardarsi le chiappe, ha rinnegato i suoi diritti, tra cui la fondamentale libertà di pensiero, mettendo “sul trono” un nano affetto da megalomania che decide, con il suo entourage di mignotte e leghisti, cosa è meglio per il popolo senza consultarlo, continuando a citare a sproposito la parola “democrazia”.
Un parere fondamentale sull’argomento viene da Vasco Rossi, secondo cui la democrazia è giusta perché senza i “demo” da mandare alle case discografiche l’industria della musica crollerebbe su se stessa2. Insomma navighiamo negli escrementi, ma su una zattera democratica. Almeno in apparenza.
Perché la democrazia è in fondo solo una farsa, creata a tavolino come modo di tenere sotto controllo il popolo senza farlo sentire schiavo. In un mondo in cui il potere è detenuto ancora da pochi, e in cui le decisioni importanti vengono prese di certo non nell’interesse del popolo, l’uso del termine ‘democrazia’ risulta improprio e inappropriato.
Nel V sec a.C. il discorso di Pericle agli ateniesi recitava:”Il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: per questo è detto democrazia. Le leggi assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora egli sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, non come un atto di privilegio, ma come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento”.
Siamo decisamente lontani da quel concetto originario. Come sempre l’uomo ha la capacità di stravolgere in negativo tutto quello che parte come idea innovativa e utile per il progresso civile.
Se la democrazia bussa alla vostra porta, sguinzagliate i cani.
1 Trad. dal siciliano: E nessuno lo sa.
2 Non volendo fare la fine di Nonciclopedia, precisiamo che Vasco Rossi non ha mai proferito queste parole, ma sicuramente il pensiero così formulato si adatta alle sue capacità cognitive.
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