Denis Verdini, Senatore di Forza Italia e propugnatore del patto del Nazareno, si trova al centro di un nuovo guaio giudiziario: il pm di Firenze Luca Turco gli ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari per bancarotta fraudolenta riguardo al fallimento della Società Toscana di Edizioni dichiarato l’8 febbraio scorso dal tribunale del capoluogo toscano. Il quotidiano pubblicato dalla Società, il Giornale della Toscana – edizione locale del Giornale, ha chiuso i battenti con un debito verso i creditori di 2 milioni di euro, nonostante i 12 milioni ricevuti come contributi all’editoria. Verdini è accusato di truffa ai danni dello Stato insieme ad altri soci, tra cui l’onorevole Massimo Parisi (Pdl).
L’indagato è uno dei fedelissimi di Berlusconi. Nel 2008 è stato coordinatore nazionale di Forza Italia, nel 2009 del Popolo della Libertà insieme a Sandro Bondi e Ignazio La Russa e oggi è membro del Comitato di Presidenza di Forza Italia. Il 18 gennaio di quest’anno si trovava tra le file dei fautori dell’accordo siglato tra Berlusconi e Renzi, e proprio ora che le basi di quel patto sembrano sgretolarsi lo difende a gran voce. Ma c’è un’altra ragione per cui il senatore Verdini è all’onore della cronaca: gli appuntamenti con la Giustizia fissati per il 2015. Il 9 gennaio dovrà rendere conto della plusvalenza di un immobile romano che ammonta a 18 milioni di Euro. Il 5 febbraio dovrà difendersi dall’accusa di corruzione riguardo il caso P3, in cui è coinvolto anche l’ex sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino. Il 10 aprile sarà in aula riguardo l’appalto per la costruzione della scuola dei marescialli dei carabinieri a Firenze. Infine per il 21 aprile è fissata la prima udienza riguardo la gestione del Credito cooperativo fiorentino di cui è stato presidente fino al 2010.
Dato il sostegno offerto dal senatore forzista a questo governo e dati i rapporti intrattenuti da lungo tempo con il premier (facilitati indubbiamente dalla comune regione di provenienza), le incombenze giudiziarie di Denis Verdini non sono passate inosservate all’opposizione e rischiano di risultare un’ulteriore scossa ad un governo, le cui fondamenta sono già messe a dura prova da più parti.
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