Design in Corso: al Museo Civico di Noto #2

Terminato di ammirare la prima vetrina, passiamo alla seconda, scattata dal nostro Roberto Retto.

L’occhio cade immediatamente sulle delicate Ceramiche del grande Maestro Ugo La Pietra, poggiate una a terra, accanto a Sella, lo “sgabello per telefono” di Achille Castiglioni gentilmente concesso da Arredi Gallina, l’altra sullo Sgabello realizzato da Vibrazioniartdesign servendosi di barili colorati di lamiera che, dimentichi dell’uso industriale a cui erano stati destinati, diventano oggetti di design. Poco più in là, i Quadri Corporei dell'artista Gabriella Ferrera: arte barocca trasfigurata in immagini corporee velate di struggente malinconia. 

     

Una delle meravigliose creazioni di Gabriella Ferrera poggia su un altro capolavoro di design: Miss Lacy di Philippe Starck, la seduta futuribile in acciaio inox, brillante come uno specchio e preziosa come un gioiello. Ne affiancano l'incantevole poesia, le favole e i racconti racchiusi nel libro Algide Confessioni di Algido Russo, il noto scrittore che ha scritto appositamente per ogni oggetto esposto un'emozionante frase di accompagnamento, e Leaf, la lampada in legno di 2cworkshop che porta la natura alla mostra "Design in Corso". 

Leaf illumina i meravigliosi gioielli di Maria Vittoria Fidotta, diplomata in Design del Gioiello all'Harim Accademia Euromediterranea che ha trionfato con la sua prima collezione "La dimora delle parole" al MADEINMEDI 2012. Ritorno più che gradito anche per Harem di Roberta Pellegrino, neodiplomata in Interior Design all'Harim Accademia Euromediterranea. "Harem dissacra la funzione reale di un tappeto: da piattaforma di passaggio a tappeto telescopico", ci raccontava in un video girato un anno fa (e che potete rivedere nel nostro canale YouTube HarimTv), in occasione della mostra Sudesign, durante la quale la sua creazione aveva riscontrato un notevole successo. 

Last but not least, il tronco d'albero che diventa piano d'appoggio o porta riviste (a seconda di come si gira) Tronky di Enrico Cesana e due portacandele molto diversi tra loro ma ugualmente impeccabili: quello di Marco Cavalieri, in legno, e quello di Annamaria Pace, in acciaio.

E adesso, si torna su Corso Vittorio Emanuele!!!