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Di aerei, telefoni e scie chimiche

Creato il 03 gennaio 2013 da Parolecomplicate

In questo tempo di verità, bisogna ritornare al punto più semplice. Questo comporta una battaglia di libertà contro le superstizioni. Più della religione e della speranza di ottenere dei premi utili con la carta Fidaty, la superstizione che crea maggior danno oggi è il divieto di uso di telefonini in aereo.

Non considero i velivoli Ryanair degli aerei. Viaggiare in aereo può essere piacevole. La sensazione di fare qualcosa di importante, viaggiare, viene però irrimediabilmente compromessa dall’invito a spegnere i telefonini, urlato dagli altoparlanti e ripetuto dalle hostess in ogni lingua del mondo. La lingua in cui riesce più fastidioso è lo spagnolo.

Molte norme utili non vengono obbedite. Questa, che appartiene alla stessa sfera di perversione irrazionale da cui vengono la paura del big foot o delle scie chimiche, la rispettano tutti. La ragione è semplice: l’uomo teme la tecnologia come la violenza (entrambe tekné). Teme il volo, teme il telefono, teme i bollitori automatici in omaggio con 3500 punti della carta Fidaty. Li teme perché non conosce. Non conoscendo, non sa che le onde di un telefono non possono fare nulla ai controlli di un aereo e che, comunque, dopo un secondo dal decollo e fino a 2 minuti dopo l’atterraggio, il telefono emette le stesse onde di un bollitore automatico. Come iniziano a sostenere anche pochi coraggiosi uomini di scienza, i bollitori automatici non hanno mai fatto del male a nessuno, figuriamoci ad un aereo.

Io tengo il telefono acceso quando volo. E’ il mio modo per dire al mondo che va tutto bene. Lo faccio per una battaglia di civiltà.

Le norme si rispettano solo quando sono giuste. La prossima volta che i giornali annunceranno trionfanti di persone trascinate fuori dagli aerei e magari multate, rovinate o linciate perché non volevano spegnere il telefono, non scuotete la testa con disprezzo. Credetemi: non sono cafoni, è avanguardia.


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