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Di arte e di libri per bambini

Creato il 11 settembre 2011 da Martinaframmartino

Di arte e di libri per bambiniSpesso si sente dire con una punta di rammarico dai genitori che ai loro figli non piacciano i libri, o che non amino l’arte. Certo ognuno ha le proprie inclinazioni e i propri interessi, ma a volte il problema è legato al non aver saputo presentare le cose dal verso giusto. Per un bimbo tutto dev’essere gioco, scoperta e divertimento. Solo se si diverte vorrà fare ancora quella cosa che gli è piaciuta tanto.

Entrambe le mie bimbe adorano i libri. Per loro è normale, sono oggetti familiari. La mia libreria comprende oltre 1.200 titoli, malgrado il fatto che per parecchi anni, prima di iniziare a lavorare, io i libri li abbia presi quasi esclusivamente in biblioteca. Ed è abbastanza frequente vedermi con un libro in mano, magari anche solo per due minuti perché il tempo è limitato. Però il libro lo prendo, non è un semplice soprammobile. Quanto a loro… ho iniziato a leggere il primo libro ad Alessia quando aveva solo un mese. Era un libro-cuscino di Nicoletta Costa intitolato Una giornata con la nuvola Olga. Lei ovviamente mi ignorava, ma io imperterrita andavo avanti lo stesso. Probabilmente è proprio grazie alle mie insistenze che quando lei aveva otto mesi mi bastava dire con la giusta intonazione “Dov’è il mio drago?” per farla partire strisciando alla ricerca del libro in questione. Qualche tempo dopo ha imparato a gattonare, e la ricerca è diventata più semplice ma non meno divertente.

Ilaria ha avuto bisogno di un po’ di tempo in più per imparare ad amare i libri, probabilmente perché, essendo una seconda, io ho avuto meno tempo da dedicarle e abbiamo iniziato a leggere un po’ dopo. Però ogni tanto prende un libro, si siede, dichiara orgogliosa “io leggio!” e si mette a sfogliare le pagine. La lettura non è mai lontana dai nostri pensieri, quasi non passa giorno che non leggiamo almeno un libro o un racconto, e la loro libreria ormai ha abbondantemente superato la cinquantina di titoli, senza considerare che insieme frequentiamo la biblioteca dei bimbi.

Con l’arte è la stessa cosa. In casa campeggia un puzzle di 2.000 pezzi raffigurante la Gioconda. Alessia per un paio d’anni ha detto che quella era la mamma, ora è la volta di Ilaria a fare la stessa affermazione, e se le cose stanno così devo dire che porto abbastanza bene i miei 500 anni abbondanti.

Di arte e di libri per bambini

Un altro puzzle è dedicato al Giardino delle delizie di Hyeronumus Bosch, mentre ci sono poster della Dama con l’ermellino sempre di Leonardo da Vinci, del Cortile della prigione di Vincent Van Gogh e del Guidoriccio da Fogliano di Simone Martini. In più ho sempre comprato calendari d’arte.

A me piacciono i puzzle, e di conseguenza anche a loro. Glie ne ho sempre comprati e li abbiamo sempre fatti insieme, perciò si divertono. Sono giochi belli, sviluppano la manualità e la capacità di osservazione. E la capacità di osservazione è sviluppata anche dalle immagini che le circondano. Per questo in camera delle bimbe, su richiesta di Alessia, ci sono l’Uomo vitruviano di Leonardo (per intenderci quello con quattro gambe e quattro braccia), una Madonna con bambino di Raffaello Sanzio e una Natività con santi di Filippo Lippi. A entrambe piacciono queste immagini, che campeggiano sulle pareti fra un disegno dei Barbapapà, un calendario di Hello Kitty e tre poster con le principesse Disney. Purtroppo i poster di Richard Scarry e di Piuma sono stati abbattuti. Cose per bambini quindi inframmezzate a cose più da grandi, ma proposte senza alcuna imposizione.

Ho iniziato a frequentare convegni d’arte quando Alessia aveva tre mesi. Io ero a casa in maternità, a me interessava assistervi e andavo. Se lei iniziava a piangere l’attaccavo al seno e la zittivo subito. Beh, una volta ha iniziato a mangiare mugolando, al punto che il relatore, un mio ex professore universitario, a un certo punto ha detto “ora non posso non salutare Alessia che dal fondo si fa sentire”. Ovvio che tutte le persone, al momento dell’uscita, abbiano poi voluto vedere la famosa Alessia.

Appena compiuti i tre anni l’ho portata al Museo Diocesano di Milano, per partecipare a La pecora di Lorenzo. In mostra c’era una magnifica Natività di Lorenzo Lotto, ma soprattutto c’era un’attività organizzata benissimo. Due animatrici hanno spiegato il dipinto ai bambini illuminando alcuni dettagli e animando le spiegazioni come se fosse stata la pecora a narrare il tutto, poi gli hanno fatto realizzare una pecora e quindi li hanno portati a vedere l’opera. Alessia era entusiasta. Il mese dopo siamo andati al Muba, Museo dei bambini, per una mostra dedicata a Bruno Munari. Poi, nel corso del tempo, abbiamo visitato l’Acquario, il Museo di scienze naturali (e in questi due posti è già venuta anche Ilaria), il Museo della scienza e della tecnologia e abbiamo partecipato a due attività di Sforzinda. Sapete perché si chiama così? Il nome è dovuto a Francesco Sforza, Duca di Milano, che nel ‘400 voleva risistemare la città trasformandola nella Città ideale tanto cara agli umanisti. E visto che lui era il mecenate, il nome sarebbe dovuto diventare Sforzinda. Il progetto in seguito è naufragato, ma ne rimangono traccia in cose come un’ala dell’Università Statale e nella torre di ingresso del Castello sforzesco, detta Torre del Filerete dal nome dell’architetto che l’ha progettata.

Lo scorso Natale con Alessia sono tornata al Museo Diocesano per vedere una natività di Filippo Lippi, la stessa del poster, e costruire un angioletto. Poi avviamo visto una mostra di Giuseppe Arcimboldo, una di Canaletto, il Museo del rubinetto di San Maurizio d’Opaglio, il Museo dell’arte della tornitura del legno di Pettenasco, l’osso del drago conservato sull’Isola di San Giulio, la miniera di San Silvestro, le tombe etrusche e il castello di Populonia, abbiamo partecipato alle attività sensoriali del Muba, oltre ad aver visitato lo zoo safari di Pombia e il parco faunistico di Cecina. In alcuni di questi luoghi è venuta anche Ilaria, ed entrambe si sono divertite molto. Canaletto e il Museo del rubinetto li abbiamo visti su espressa richiesta di Alessia che, appena ha saputo che c’erano, anche se non sapeva cos’erano, ha voluto andarci.

Il punto è semplice: devono essere attività adatte ai bambini, bisogna spiegargli chiaramente ciò che vedono, e si deve tenere il ritmo dei bambini. Ovvio che da Arcimboldo se avessimo fatto a modo mio saremmo state dentro almeno tre ore. E così le avrei tolto tutto il divertimento. Invece il giro di poco più di mezz’ora l’ha divertita moltissimo, e prossimamente avrà ancora voglia di vedere mostre, come è successo con Canaletto. E se con Arcimboldo ci si può divertire a guardare le creature fantastiche, con Canaletto si può guardare la forma delle gondole, o gli abiti strani dei personaggi.

Di arte e di libri per bambini
Al termine della mostra di Canaletto abbiamo anche comprato un bellissimo gioco intitolato Ritratto d’autore. Sono dodici puzzle raffiguranti volti femminili, fatti in modo che i pezzi di un ritratto possano tranquillamente incastrarsi con i pezzi di qualsiasi altro ritratto. Sono puzzle da soli 9 pezzi ciascuno, quando Alessia da più di un anno sa fare puzzle di 49 pezzi, ma il divertimento è il gioco che si può fare. Possiamo ricostruire i volti dipinti dagli artisti, o possiamo giocare a fare le “facce strane”, prendendo magari un pezzo da Leonardo, uno da Klimt, uno da Perugino e un altro da Matisse. Le bimbe si divertono per le immagini che vengono fuori, e imparano a riconoscere gli artisti e i loro stili. Visto che ogni volta che li facciamo io ho sempre detto “ora ricostruiamo la Venere di Botticelli” o “facciamo la Sibilla di Michelangelo” Alessia riconosce gli stili e li associa correttamente all’artista, così adesso è lei che mi spiega che ha deciso di fare Wharol, e lo fa, piuttosto che il volto di Rubens. È possibile provare a giocare anche su internet, sul sito di Creativamente, il produttore del Ritratto d’autore. L’indirizzo è questo: http://www.creativamentesrl.it/home.asp?start=rdaF&gioco=538

Davvero, per far appassionare i bimbi ai libri e all’arte basta davvero poco. Basta avere passione e pazienza, e cercare intorno a noi le mille opportunità esistenti per farli giocare e divertire.



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