Magazine Diario personale

di cinema con la mamma, psicoanalisi e porte chiuse.

Da Verdeacqua @verde_acqua
di cinema con la mamma, psicoanalisi e porte chiuse.
Ieri sera sono stata al cinema a vedere Assolo, di e con Laura Morante, che ho sempre reputato una delle migliori attrici italiane. Il film in realtà non è niente di che, è leggero e tagliente allo stesso tempo, drammatico e molto divertente insieme. E' la storia di una donna sola, per condizione e sentimento, dei suoi ex mariti, dei figli ormai ventenni e fuori casa, della sua insicurezza, della sua analista, delle sue amiche, della sua vita sessuale o di quel che ne rimane e del suo modo di vivere le cose.
E' proprio la sua analista che ad un certo punto le chiede cosa significhi per lei invecchiare.
Sono porte che si chiudono è la risposta.
L'ho sempre pensata così anch'io. Il tempo passa e si chiudono delle porte.
L'ho sempre pensato anche del mio essere madre. Per carità, se ne aprono di porte nuove ma tante si chiudono. E un pò del resto il diventare genitore, responsabile per forza, attenta per obbligo, costretta a rinunciare a tutto un mondo dove l'unico elemento sei tu, al centro, è invecchiare.
Io mi sono da subito sentita più vecchia da quando ho partorito la prima volta. Non è per forza una cosa negativa, è un dato di fatto, lo dicevo già qui. Nonostante avessi solo nove mesi in più del prima è stato così. Ne sono convinta ancora.
Se sono sola mi chiamano signorina. Se sono in compagnia dei miei figli mi chiamano signora. Vorrà dire qualcosa.
Non mi spaventano ancora le rughe, che per ora quelle che vedo definisco da espressione, non mi spaventano le candeline sulla torta che sono ancora relativamente poche, non mi spaventano gli acciacchi, ho troppo sonno per pensarci. Mi spaventano le cose che non faccio più. Che non farò più perchè appartenenti ad un'altra era. Mi spaventano i miei pensieri, invecchiati. Mi spaventano proprio quelle porte che si stanno chiudendo. O che si sono chiuse già da un pezzo.
L'analista del film ad un certo punto le chiede di invertire il pensiero.
E se quelle porte non fossero porte che si chiudono verso un qualcosa ma porte chiuse da cui non si vuole/può/riesce ad uscire?
Prova ad aprirne una e uscire.
Mi piace come visione della cosa, no?!
(ah, facciamo finta che non è lunedì tutti insieme oggi?)

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