Magazine Cultura

Di lettori e leggenti

Creato il 28 agosto 2014 da Athenae Noctua @AthenaeNoctua
Chi mi segue anche su Facebook avrà forse notato il post che ho pubblicato ieri linkando un articolo dal titolo Ecco i segreti per imparare a leggere un libro alla settimana. Dato che i social network sono caratterizzati dalla rapidità con cui gli interventi emergono e riaffondano nel magma delle notizie, ho pensato di dedicare una riflessione specifica anche qui sul blog, rendendola permanente e aprendo anche a nuovi possibili commenti; va da sé che alcune opinioni già espresse si ripeteranno.
Di lettori e leggentiDi fronte al suggerimento di abituarsi a leggere un libro a settimana con tanto di trucchetti sono rimasta perplessa: gli amanti della lettura hanno davvero tutto questo bisogno di distinguersi con simili sfide, di far sapere al mondo quanti libri leggono in una settimana o in un mese?
Sia chiaro, ammiro tantissimo chi riesce a trovare il tempo per leggere tutto ciò che desidera e io stessa ho più volte espresso il mio entusiasmo per la lettura e ironizzato sulla tendenza a volermi procurare più libri possibile, ma mi sembra che, fissando un record di letture, si metta in luce una sorta di fanatismo, quello della lettura fine a se stessa, del puro macinare libri: il lettore con la L maiuscola sembra quello che sa sempre trovare il tempo per leggere e che divora titoli come noccioline.
Certo, nel post non si sostiene che il buon lettore debba leggere un libro a settimana, però, se, come scritto nell'articolo e come pensiamo in molti, leggere serve a capire meglio il mondo, nessuna calendarizzazione e nessun timer possono porre delle condizioni. Ripeto, il post sottolinea solo l'idea di abituarsi a leggere il più possibile, eppure credo che lo faccia con affermazioni di cattivo gusto (senza contare che le conclusioni non corrispondono né al titolo né al contenuto del pezzo).
Stabilire di leggere 30-40 pagine al giorno, di leggere in ogni secondo libero e pensare che conti il numero di libri letti più che la qualità della lettura è una forzatura, un atto contro la natura stessa del leggere: per me la lettura è riflessione, distensione, dare spazio e tempo alle parole.
Ovvio che mi piacerebbe poter leggere tutto il leggibile ed è vero che, come molti lettori, lamento spesso il troppo poco tempo per troppi volumi che meritano attenzione; ammetto anche che mi sono divertita a provare a fissare un traguardo di letture per l'anno in corso, ma non mi interessa se alla fine della settimana o del mese avrò letto uno, due o dieci libri, l'importante sarà essere consapevole di essermi dedicata ad un passatempo sano e per me piacevole.
Di lettori e leggenti
Anche se sono una di quelle persone che ha sempre in borsa un libro per far fronte a lunghe attese o momenti morti, non credo che amare la lettura significhi buttarsi sulle parole per scorrerne il più possibile prima che suoni un campanello o scatti il verde al semaforo, anzi, se non dispongo del tempo sufficiente a leggere almeno un paio di pagine non inizio nemmeno, non mi piace lasciare a metà un paragrafo o una frase solo per vantare un progresso e guadagnare qualche riga.
Leggere per il puro gusto di dire "io l'ho letto" e "io ho letto N libri" è un vezzo inutile, un modo per mettere in mostra ed esteriorizzare un'attività che, invece, richiede raccoglimento. La lettura non è spettacolo, non è una maratona e non è una corsa al record, bensì un momento per imparare a scoprire storie e pensieri e, non di rado, per conoscere meglio se stessi, e quest'ultima non mi sembra cosa da subordinare ad un cronometro.
Di lettori e leggentiI libri non sono medicine da prendere tot volte al giorno, e, se saltare le pagine è un sacrosanto diritto del lettore (come sostiene Pennac), ostentare di aver completato la lettura di quel libro mezzo ignorato non è diverso che averlo aperto, averne letto il titolo e un riassunto wikipediano, aver annotato qualche citazione con cui farsi belli e aver richiuso il volume.
La lettura non accetta forzature, dovrebbe essere scelta per piacere e per passione, al libro si dovrebbe dedicare tutto il tempo necessario ad assaporarlo e capirlo (il che non vuol dire che non lo si possa leggere in un giorno o in una settimana), che sia per trarne un arricchimento interiore o per trascorrere semplicemente qualche ora di tranquillità.
Trovo, inoltre, che calcolare in termini numerici la prestanza di un lettore possa incorrere nell'effetto indesiderato di far passare coloro che coltivano questa passione per degli eremiti fanatici che non pensano ad altro che a polverizzare volumi, il che non aiuta ad abbattere i pregiudizi di chi rifugge dai libri come dalla peste.
Credo che uno degli aspetti più affascinanti dell'essere lettori sia quello di rimanere tali, grazie all'interesse autentico e alla passione, anche al di fuori del momento in cui legge: questo distingue il lettore dal leggente.
C.M.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazines