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Di patate, tartufo, Borgogna e pere di terra

Creato il 16 gennaio 2012 da Kata
Come probabilmente avete già capito, adoro l'etimologia e la comparazione linguistica. Mi affascina scoprire i legami storici tra i diversi popoli attraverso le lingue. Scrivendo il post precedente sulla pizza giallo-blu mi sono ingarbugliata nella storia dell'origine della parola "patata" nelle diverse lingue. La mia "nota del traduttore" stava diventando così lunga che ho deciso di farne un post a parte. Così mi posso sbizzarrire con l'analisi etimologica. :) 
Allora, se vi chiedete cosa c'entrano le quattro parole del titolo l'una con l'altra, ecco la spiegazione.
La mia curiosità è partita dal fatto che in ungherese abbiamo due parole equivalenti per la patata: krumpli e burgonya. La prima è la parola popolare, di origine dialettale, la seconda è quella "ufficiale". Krumpli, secondo alcuni, deriva dal tedesco (come molte parole popolari o dialettali ungheresi), più precisamente dalla parola Grundbirne (letteralmente 'pera di terra') che in Baviera e in Austria si è trasformata in Krumpel. Prima di chiamarsi Kartoffel, quindi, in tedesco la patata era una pera di terra esattamente come in svedese: jordpäron (leggasi 'iuurdpeeron'). In nessuna delle due lingue si usa più, però. Kartoffel poi deriva da 'tartufo', data l'assomiglianza con il fungo. In svedese oggi si usa potatis, la parola importata dall'America dagli spagnoli. Infatti, è stato lo spagnolo la fonte per le altre lingue europee, ma gli spagnoli a loro volta l'hanno preso dal nahuatl, la lingua degli aztechi. E' curioso che secondo Wikipedia però che il termine "patata" si diffuse in Europa attraverso l'italiano e l'inglese. Allo stesso tempo si diffuse anche il derivato di 'tartufo', sempre grazie all'italiano (così ad esempio nel russo e nel bulgaro). C'è pure un'altra variante del concetto di 'pera di terra': la 'mela di terra'! Si dice così in francese (pomme de terre), in olandese (aardappel), in ebraico, in tedesco austriaco, e pure in svedese esiste jordäpple (almeno secondo il dizionario). In ogni caso nelle traduzioni europee c'è un legame con la terra (così anche in polacco e in slovacco, due lingue slave).
L'altra parola ungherese per 'patata', burgonya (leggi: 'burgogna'), verrebbe invece dal nome della regione francese Bourgogne, ma tramite l'italiano, cioè da borgogna, che però in italiano come nome comune viene utilizzato solo con riferimento ai vini prodotti nell'omonima regione ed a una tonalità di rosso. Resta un mistero il perché di tale origine. Se siete curiosi e capite l'ungherese vedete questo video (un po' ironico, un po' serio) girato proprio in Borgogna in cui si cerca di risolvere questo mistero.
Conclusione n. 1: nell'etimologia della parola patata ci sta tutta la storia del mondo occidentale.

Conclusione n. 2: nella storia dell'Europa tutto passa per l'Italia prima o poi...

La canzone in appendice
Adesso che le giornate sono ancora abbastanza corte qui in Svezia, mi è venuta in mente una bella canzone ungherese dedicata alle notti scandinave. Abbiamo un cantante di blues-rock-jazz-ecc. che ha vissuto per un periodo in Norvegia (ma anche in molti altri paesi durante gli anni Settanta-Ottanta, poi dopo il cambio di regime si è ristabilito in Ungheria). Questa canzone è il frutto di questa sua esperienza.
Horváth Charlie - Skandináv éjszakák

Notti scandinave
Appena apro gli occhi, li richiuderei subito.
La luce è tagliente, mi fa male la testa.
E' una guerra anche questa – il nemico è un altro lunedì.
Mi arrendo. Che mi prenda. Vorrei solo una birra.
Giuro che il nostro è il palazzo più buio.
Nella cassetta della posta una lettera, dalla calligrafia sconosciuta.
Il mittente... oh santo cielo! Sono sveglio o sto sognando?
Ad un tratto risplendono mille immagini perdute.
Nomi, volti, luoghi... Lunghe notti scandinave.
E' freddo ma non rigido questo mondo.
Ci sono stati nomi, volti, luoghi,
stanze anguste in alberghi economici.
Vedi il mondo ci ha dato qualche giorno
che continua a vivere.
I bar sul lungomare, la stazione sempre deserta,
Beveva grog con noi il cuoco indiano che aveva sempre fresso.
Forse ancora oggi ascolta blues da qualche parte ubriaco.
E la ragazza – mio dio! - mi ha scritto di nuovo!
(Per testo originale in ungherese vedete qui.)
Questa canzone ha anche una versione inglese, cantata sempre da Charlie. Ma secondo me la canta molto meglio in ungherese...

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