Succede in questi giorni nella mia città, così come succede ogni secondo nel web.
Una persona pubblica un commento in una pagina Facebook, un’altra persona ne fa uno screenshot e improvvisamente il commento si diffonde nella rete e diventa notizia e forca.
Un noto politico locale, sindaco di una piccola comunità montana, decide di pubblicare questo commento all’interno di una discussione su Facebook.
![Di screenshot, dichiarazioni e ammende: la tua faccia è la tua reputazione! politica](http://m2.paperblog.com/i/262/2621038/di-screenshot-dichiarazioni-e-ammende-la-tua--L-4qQ7cK.jpeg)
Il politico, che si difende dicendo che questa frase non conta estrapolata dal contesto, ammettendo di aver scritto comunque una battuta infelice, rischia di perdere il posto di sindaco e l’accusa di incitamento all’odio razziale.
Quanto si rischia per una “battuta infelice”!
Quanto non si ragiona che Facebook, WordPress, sono muri sociali, visibili e duraturi; che se i vecchi dicevano “verba volant, scripta manent”, non dicevano una stupidaggine, ma la pura verità.
I libri possono essere bruciati
![Di screenshot, dichiarazioni e ammende: la tua faccia è la tua reputazione! arton59844](http://m2.paperblog.com/i/262/2621038/di-screenshot-dichiarazioni-e-ammende-la-tua--L-yekJSe.jpeg)
Ne conservo anch’io di screenshot, come penso tutti noi, di alcuni fatti miei, e li conservo perché la maleducazione non paga, le offese non pagano. Nemmeno nei momenti di rabbia e di odio acceso.
Qui, sui social, come nella vita fuori, la nostra faccia è la nostra reputazione e siamo noi gli unici artefici di noi stessi.
Chiara