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Di sesso, di mafia, di pedofilia. Le ceneri dopo la festa

Creato il 09 marzo 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Di sesso, di mafia, di pedofilia. Le ceneri dopo la festaIl giorno dopo la festa si raccolgono i rifiuti, quella cosa che comunemente si chiama “monnezza”. Quello dopo il Carnevale però è speciale. Per strada si trova di tutto non solo coriandoli, stelle filanti, bombolette di schiuma bianca spray, pezzi di maschere usa e getta, clave di plastica truccate da clave vere, lattine e bottigliette di birra, confezioni mignon di vodka e Jack Daniels ma anche frammenti si spensieratezza, come se insieme alla festa se ne fossero andati via anche i momenti di allegria. Eppure strutturalmente il nostro è un paese ridanciano, pronto alla barzelletta da caserma, alla volgarità spicciola dei cinepanettoni, all’ammicco furbetto al passaggio di un bel culo maschile o femminile non importa, al sarcasmo di due gay che si tengono per mano. Nonostante tutto la fine del Carnevale e l’inizio della quaresima sembra che segni il confine, lo spartiacque, fra la finzione e la realtà, la maschera e il volto. Chissà perché le notizie riportate sulle prime pagine dei giornali di ieri, uguali a quelle che compaiono oggi, avevano un sapore diverso, forse più “leggero” eppure gli argomenti sono gli stessi: la Libia, la riforma epocale della giustizia, i dieci milioni di firme del Pd contro Silvio, la candidatura di De Magistris a sindaco di Napoli, la festa della Lega a Bergamo, la casa di Batman a Milano. La ragione potrebbe essere quella che, essendosi mascherati da gorilla o da dame del ‘700, gli italiani si sono immedesimati a tal punto da leggerle proprio come un gorilla o una dama del ‘700. Oppure è accaduto che smessi i panni della fiction, la realtà che si è manifestata in tutta la sua gravità, li abbia scossi un po’. Non frequentando veglioni da tempo memorabile (negli stessi giorni il padreterno aveva appena consegnato a Mosè le tavole del decalogo), non sappiamo come si svolgono oggi. Un nostro amico un po’ attempato, ma in vena di follie giovanilistiche, ci ha assicurato che in molte parti al centro della scena c’era il palo della lap-dance, un attrezzo con il quale hanno giocato anche il gorilla e la dama del ‘700. Quello di cui siamo convinti però è che in nessun veglione mascherato, in nessuna festa privata, in nessuna serata in discoteca con la sballo-pasticca compresa nei 20 euro d’ingresso, si sia parlato di quanto siamo messi male, di dove stiamo andando e di dove andremo a finire se non ci togliamo dalla faccia la maschera dei paraculi che tanto si confà agli italiani. I giovani romani che ieri si sono dati alla bisboccia (prima che la loro squadra del cuore venisse eliminata dalla Champions Ligue), avevano già saputo che gli unici posti di lavoro disponibili sono quelli per addestratori di animali e che la richiesta maggiore proviene da Montecitorio e da Palazzo Madama. Per una sera non ci hanno pensato ma, da stamattina, lunghe file di giovani armati di fruste e sedie, si sono viste davanti alle porte delle agenzie di collocamento. Ieri è anche accaduto anche che nell’aula bunker del carcere di Rebibbia, ci sia stato il confronto fra Giuseppe Graviano e Gaspare Spatuzza e che quest’ultimo abbia detto al suo ex boss “Domani inizia la quaresima, pentiti”. Dopo avergli ricordato le efferatezze commesse insieme e per suo conto, Spatuzza ha invitato Graviano a parlare, a dire tutto quello che sa su quei “due signori”, il “picciotto” e “quello di Canale 5” ché altrimenti continuano a farla franca. Graviano ha preso tempo, anche se ha lasciato intuire che a Firenze potrebbe dire qualcosa di più del silenzio. Ma ieri era anche la festa delle donne e il presidente Napolitano non si è tirato indietro nel dire ad alta voce “No alle donne oggetto”. E sempre ieri (che giornata di merda!), è emersa la reale volontà di questo governo di analfabeti nei confronti di Cinecittà e dell’Istituto Luce: chiudere o privatizzarli, della cultura le mezzeseghe istituzionali non sanno proprio che farsene. E come concludere se non riportando la notizia che in America, a Filadelfia, città che il Trota continua ancora a confondere con il formaggino, la diocesi ha sospeso 21 preti con l’accusa di essere dei pedofili? Se ci riflettiamo un momento, le notizie che compaiono oggi sui giornali ci interessano meno di quando la stampa ce le ha proposte in tutte le salse. Questo è un paese nel quale la innata vocazione al teatro, fa alzare e scendere sipari come se assistessimo sempre a una recita e mai a fatti concreti, come se una volta spenti i riflettori su un avvenimento, quello stesso avvenimento non fosse mai accaduto, proprio come il terremoto dell’Aquila già finito nel dimenticatoio. Semplicemente ci hanno abituato a rimuovere in fretta tutto, a dimenticare il più presto possibile, a considerare la storia un incidente e non un insegnamento. La storia è l’oggi e, quando fa comodo per attaccare l’avversario, anche ieri, stretto passato prossimo. Dal Carnevale al passato prossimo e senza la pillola dello sballo. Abbiamo l’impressione che anche la nostra testa qualche problema ce l’abbia. Mica ce l’ha solo quella di Calderoli.

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