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Di tutto il dolore – 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Da Met Sambiase @metsambiase

Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Nel Paese dove vige ancora il detto “Quando torni a casa picchia tua moglie, tu non lo sai il perché ma lei si” rispondendo ad un possesso fisico e totale del soggetto\oggetto donna e  dove spesso si prova una pietà velocissima per le vittime e si trovano tutti i cavilli giudiziari  per far restare impuniti i carnefici, la cultura è la sostenibile arma del cambiamento.

(c) Timothy Hyun Soo-Lee

(c) Timothy Hyun Soo-Lee

Dal rapporto BES  2014 (Benessere Equo e sostenibile in Italia) dell’Istat
Dal 2011 diminuisce anche la percezione di sicurezza, soprattutto per le donne, così come aumenta la percezione del rischio della zona in cui si vive da parte delle famiglie, in particolare nel 2013. Gli uomini uccisi (368 nel 2012, pari all’1,3 per 100.000 maschi) sono prevalentemente vittime di omicidi per furto o rapina e da criminalità
organizzata, mentre gli omicidi delle donne sono consumati maggiormente in ambito familiare. Per questo motivo i tassi per gli uomini ricalcano il trend in diminuzione che caratterizza omicidi da criminalità
organizzata e per furto, mentre quelli per le donne rimangono sostanzialmente stabili, con il risultato finale che, sul totale delle vittime, aumenta la quota di vittime femminili e diminuisce la componente maschile.
 Le donne uccise nel 2012 sono state 160 (0,5 per 100.000 donne), prevalentemente in ambito familiare. I dati di Polizia indicano, per il 2012, che il 46,3% delle donne è stata uccisa da un partner o da un ex-partner (erano il 54,1% nel 2009 e il 38,7% nel 2004), il 20% da un parente e il 10,6% da un amico o un’altra persona che conoscevano. Le persone uccise da un estraneo sono solo il 14,4% del totale delle vittime donna, mentre per gli uomini tale percentuale è pari al 33,4%.Gli omicidi di donne da parte del partner rappresentano solo la punta dell’iceberg del fenomeno della violenza di genere. L’indagine sulla Sicurezza delle donne con- dotta nel 2006, che viene ripetuta nel 2014, offre un quadro dettagliato della violenza fisica e sessuale subita dalle donne, come già rilevato nel precedente Rapporto Bes. Fondamentalmente sommersa e non denunciata, la violenza contro le donne assume una connotazione più ampia, trasversale al territorio e alle diverse estrazioni sociali. Il fenomeno si sviluppa soprattutto dentro le mura domestiche, come si è visto analizzando gli omicidi subiti dalle donne. Dai dati dell’indagine emerge un quadro molto critico: il 7% circa delle donne che vivono in coppia è vittima di violenza fisica o sessuale da parte del partner, il 17% delle donne che hanno avuto un partner in passato è stata abusata da questo, il 20% delle donne subisce di frequente situazioni di violenza psicologica nella coppia e il 18% delle donne ha subito atti persecutori durante o dopo la separazione da parte dell’ex-partner. Alle violenze in famiglia si aggiungono, inoltre, le violenze da altri autori (complessivamente per il 24,7% delle donne): parenti, colleghi, amici, conoscenti e, infine, gli sconosciuti, autori nella maggior parte dei casi di molestie fisiche.

***

Considerate che andavo al rogo
per casa e chiesa messe nel braciere.
Considerate la mia voce di carbone, la pelle
insudiciata, i capelli rasi quando mascheravate
l’abiezione da processo. Quando di questo sesso
non riuscivate a spegnere il ridere flessuoso,
ad abbattere il nostro freddo stare in piedi
nell’inferno.

Vera D’Atri

TOMBA
Crampi tormentano il mio corpo…
Se dovessi respirare profondamente
la pelle si lacererebbe

Fawziyya Abu Khalid

L’ANGOLO DELLA VITA
(Essere questo silenzio)

Non chiedo
di piegarti al suono del desiderio
né di essere ciò che non puoi

ma di riemergere
dall’assenza del mondo
e trovare una sola fessura
lasciata del legno del tempo.
Intanto conto il sudore della paura
e mi spengo:

corpo che non ritorna
neanche geme
e non si ritrova.

La mia mano debole
annaspava
su uno scalino
e tutto diventò scheggia
di buio
e voragine rossa.

E mi rintanai
nella cuccia del silenzio
più profondo
dell’abisso del mare.

Non avrò più
gli anni del fresco vento
ma ecco m’inchino
a questo corpo
tramutato e trafitto.

Ombra ricucita
col filo di luna,
anima rattoppata
con la palia del grano.

Il dolore mi ha dato la forza
di non dormire
una notte dopo l’altra
ma di scrivere nell’insonnia:
sula vita.

Non ho vissuto
tanti anni al buio
per nulla.
Ho tolto l’ascia dalla mia anima.

Il paesaggio stupisce.
Certo,
neppure io avrei pensato
di essere questo silenzio.

Gabriella Gianfelici

Quando scopri quei tagli lunghi
fogli di carta o fili d’erba
che basta un solo tocco
ed è già sangue:
le tue parole
dritte ai punti morti
ai luoghi in ombra
sottili e silenziose come aghi,

mi trovo ricoperta
e non sapevo

Elisa Biagini

CONFESSIONE
Talvolta, la sera, scoppio a piangere
poi mi adiro per le mie lacrime,
che hanno illuminato il mondo e consumato me.

Hoda Ablan

PRIMA DEI TUOI COLORI

Ora che ho frugato ogni luna

dietro l’abbaiare di una finestra

il silenzio è in gola

Prima dei tuoi colori

scrissi di alberi

e abiti azzurri

Furono i nodi scorsoi a plasmare

Mute le bocche

Solo un impasto rosso.

Elina Miticocchio

(c) Seung Hwan-Oh

(c) Seung Hwan-Oh

Dal rapporto FRA (Agenzia dell’UE per i diritti fondamentali) del 2014
Circa 13 milioni di donne nell’UE hanno subito violenza fisica nel corso dei 12 mesi precedenti le interviste dell’indagine. Questo dato corrisponde al 7 % delle donne di età compresa fra i 18 e i 74 anni nell’UE1. La maggior parte delle donne non denuncia la violenza e non si sente incoraggiata a farlo dai sistemi, che spesso non vengono considerati di aiuto, i dati ufficiali della giustizia penale registrano solo i pochi casi segnalati. Le strategie future dell’UE sull’uguaglianza tra donne e uomini potranno basarsi sui risultati dell’indagine per occuparsi dei settori chiave relativi alle esperienze di violenza delle donne. Fra i possibili esempi si annoverano forme nuove o recentemente riconosciute di violenza contro le donne, come gli atti persecutori o l’abuso per mezzo di nuove tecnologie, nonché aspetti della violenza che le donne non sempre denunciano alla polizia o alle organizzazioni di sostegno alle vittime.
Circa il 12 % delle donne ha indicato di avere subito una forma di abuso o atto sessuale da parte di un adulto prima dei 15 anni, percentuale che corrisponderebbe a 21 milioni di donne nell’UE. I risultati mostrano che il 30 % delle donne che ha subito vittimizzazione sessuale da parte di un partner precedente o attuale ha anche subito violenza sessuale durante l’infanzia, mentre il 10 % delle donne che non ha subito vittimizzazione sessuale durante la relazione attuale oprecedente indica di avere subito violenza sessuale durante l’infanzia. (rapporto 2014 FRA)

LA SOMBRA

Me ha venido siguiendo, elástica y flexible
por todos los caminos donde está lo imposible.
Detrás de mis pisadas, el guardián agorero
proyecta su negrura por el triste sendero.
Algunas veces pienso. ¡Me acompaña o me acecha?
¡De qué oscura sustancia de la noche está hecha?
¡Lleva en sí, confundidos, los gestos taciturnos,
los silencios vacíos, los terrores nocturnos?
¡Es un cuervo grotesco que copia mi figura
bebiéndome en los lagos de mi propia amargura…?
La sombra, oscuro espía que me envía la muerte
en toda encrucijada su presencia me advierte.

Maria Beneyto

L’Ombra

Da sempre alle mie spalle, elástica  e flessibile
lungo i sentieri in cui risiede l’impossibile.
Guardian del malaugurio, inseguendo i miei passi
la sua nerezza allunga sulla strada di sassi.
Alcune volte penso: Mi accompagna o mi bracca?
Quale oscura sostanza della notte la placca?
In lei porta, confusi, i gesti taciturni,
I vuoti  del silenzio, i terrori notturni?
Ë quel corvo grottesco che al mio aspetto si attiene
Bevendomi nei laghi della mie stesse pene…?
Ma l’ombra, oscura spia che mi porta alla morte
Ad ogni crocevia annuncia la mia sorte.

traduzione a cura di ANNA RUSSO

***

Come ridare corpo a coste già sbattute
dalla tempesta di una linguamadre
matrigna
nella pretesa di volerti addosso
e di preteso amore ?
a respirarti come fossi d’aria
e ti fai aria  per chi ti respira
e per tenerti su
rivesti d’altri una seconda pelle :
disincarnata
neanche ti duole la ferita a morte
che ancora chiami amore

Luciana Rommi

LE DONNE CANTANO LUNGO IL CEVETTA

Le donne cantano lungo il Cevetta
lavano
le donne cantano lungo il viale
sfilano.
Nel tempo diverse, forse le stesse.
Tu il canto.

Il destino ti darà l’Olivetti
Il destino ti darà la Honeywell:
al pomeriggio nero blu punk
al mattino stile Jane Harlow.

L’America vedrà più dell’Armani:
non dipendenti collaboratori
non gerarchie merito soltanto.

Sorriderai (sapore d’assenzio):
“Al telefono Mister Bellisario!”

Anna Maria Dall’Olio

NOTTURNO
Dimmi, t’è mai successo?
Via solitaria a tarda sera,
trentatré passi appena al cancello,
li hai contati. I sensi inquieti. La porta richiusa, resti tesa.

Penombra concava, paura,
silhouette scura – il sangue
trattiene il fiato, una pietra in gola,
cuore di preda tambura
danza di morte nel petto.
Nella nuca pulsano
oracoli di madre: Non dovresti la sera
uscire sola.
Dimmi, t’è capitato mai
di giocare a dadi con la morte,
quando rientri che è già notte?
Settimana del turno serale.
No, non potevi rifiutare.
Nel silenzio, scalpiccio
vicino, mi volto di scatto -
ho sentito i tuoi tacchi
e non ti vedo. Il buio respira
con affanno. Martellano alle tempie
rimproveri di madre: Non dovevi
uscire sola.
Dimmi, allora, t’è mai successo,
uomo, di avere paura di uno come te?

Giovanna Zunica

01 05 2005

E’ meraviglioso e agghiacciante
precipitare tra le viscere del silenzio
e non registrare alcun segno di smarrimento
negli sguardi di chi
aveva premura per il suono della tua voce.

Diana Galdenzi

STOLKER

Raccoglie sempre di nascosto le vecchie monete
le nasconde in scatola di latta
tra ruggine
e il velluto a coste di un vecchio pantalone
lui,
spacca l’aria della stanza
possa essa frantumarsi in suoni distorti
che pulsano
come la contrazione di un gemito
Lui, che la segue ogni sera,
a fine turno, in uno sciame di neve
la sua pietra radiosa,
la sua infezione disperata
non la raggiunge mai
ascolta rassegnato il tiro delle mani
invasate
dall’incanto della fossa dei seni
aperti, inquieti, osceni,
-offerta di piccoli e grandi pasti -
e l’eternità è ora
nell’esuberanza delle lusinghe
nei verbi del carnefice
nei chiodi per murarla
nel ferro per intrecciarle le gambe
nel filo di spine per legarle i capelli
tutto spinge indietro
a varo di una nuova notte
spiana
come una salma di corpi celesti

Met Sambiase


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