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Di vittorio fallita ma per ora la cooperativa non chiude

Creato il 02 gennaio 2015 da Bernardrieux @pierrebarilli1

La cooperativa Di Vittorio è fallita. La sentenza di fallimento è stata emessa il 29 dicembre scorso, al termine di due soffertissimi anni, attraverso un concordato naufragato e pesanti accuse di mala gestione. Per ora la nota coop della Bassa parmense non chiude: il suo destino verrà deciso da qui a marzo. Nella stessa udienza è stata dichiarata fallita anche la società Polis spa, controllata dalla Di Vittorio.

La Di Vittorio è una cooperativa di proprietà indivisa: ha costruito e possiede le abitazioni di centinaia e centinaia di soci, persone che abitano fra Fidenza, Parma, Salsomaggiore e i comuni della pianura e della collina parmense. Ha incamerato anche milioni di euro di prestito sociale: depositi affidati dai soci. Case e soldi che rischiano di sparire per sempre, sommersi da un monte di debiti. Negli ultimi anni, la Di Vittorio si era impegnata in una serie di investimenti immobiliari che non c’entravano con il suo scopo di dare una casa ai soci, investimenti fatti attraverso Polis spa, finiti male.
Sul piano formale, la Di Vittorio è fallita per la richiesta fatta da un singolo creditore, un intermediario immobiliare di Terracina. Di fatto, il Tribunale ha agito dando seguito alla scoperta di molte irregolarità riscontrate nella gestione della coop negli ultimi anni, ampiamente documentate dal commissario giudiziale Paolo Capretti, incaricato dal Tribunale di studiare la proposta di concordato, iter avviato dalla Di Vittorio nel giugno 2013. Poche settimane fa, Capretti ha depositato due relazioni che dimostrano l’insostenibilità della proposta di concordato e che trovano in una serie di operazioni illecite la causa del dissesto dell’impresa collettiva di Fidenza. La Di Vittorio ha provato a giustificarsi inviando lei pure una relazione al giudice, che però ha dato ragione al commissario.
Le accuse agli ex amministratori della Di Vittorio riguardano il drenaggio delle risorse, spostate dalla attività per la quale la coop è nata ad altre attività speculative fatte attraverso la controllata Polis spa, ma anche un uso illecito e sbarazzino del prestito sociale, i risparmi dei soci affidati alla cooperativa (LEGGI DI PIU’ QUI).
I numeri ufficiali della cooperativa Di Vittorio sono davvero brutti. A fronte di un attivo patrimoniale liquido di 4,2 milioni di euro, ha debiti per 67.953.229,57 euro, dei quali 65,67 milioni debiti scaduti. Il patrimonio netto contabile della coop è sotto zero di oltre sei milioni e mezzo di euro. Come rimarca il giudice, “alcuni creditori hanno avviato procedure monitorie ed esecutive (con anche iscrizione di ipoteca giudiziale […]) per oltre 1.770.000 euro.
Un cupo rosso domina anche i numeri della controllata Polis: c’è un attivo patrimoniale di 8,6 milioni di euro, ma quasi tutto immobilizzato in costruzioni edili e in altre società, meno della metà del passivo concordatario, superiore a 17,5 milioni.
Il giudice Pietro Rogato ha confermato Paolo Capretti, che da commissario del concordato diventa curatore del fallimento. Una ulteriore conferma della serietà del difficile lavoro svolto da Capretti. Accanto a lui, probabilmente a motivo della complessità del caso, il giudice ha nominato curatore anche Luciano Ragone.
La cooperativa non cessa subito l’attività. Saranno i curatori a decidere se – per i creditori – sia più conveniente chiudere tutto o mantenere in piedi la Di Vittorio. Decisione che sarà presa a fine marzo: il giudice ha infatti disposto “l’esercizio provvisorio dell’impresa, disponendo che i curatori, entro 90 giorni dall’accettazione della carica, depositino una relazione sulla convenienza o meno per i creditori riguardo alla prosecuzione anche temporanea dell’esercizio dell’impresa”.
(ParmaQuotidianoInfo)http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane

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