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Diario africano/15 - In ginocchio da te

Creato il 10 ottobre 2014 da Mapo
Lacor Hospital, 10 ottobre
Ne succedono di cose strane in questo ambulatorio di ecocardiografia. Oggi, per esempio, è entrato un ragazzo della mia età. Alto, muscoloso e con un inglese di gran lunga migliore del mio. Gli chiedo di togliersi la maglietta, di sdraiarsi sul lettino in pelle e di girarsi sul fianco per fare l'esame, faccia al muro, mi sembra abbastanza grande da capire che non si tratta di un castigo.Esegue con meticolosa diligenza, una sorta di miracolo in questi 5 metri quadrati benedetti da una pala sul soffitto eternamente accesa dove, il piu delle volte, mi tocca ruotare fisicamente i pazienti. A volte bambini che pesano quanto un sacco di patate al supermercato, altre delle mastodontiche mami, immobili e iporeattive come pachidermi disturbati da un moscerino.
Perfetto, posso iniziare l'esame. "Can you just come a little bit closer, please?" - chiedo. Lui annuisce, rimane immobile e chiude gli occhi. Non li riaprirà neanche una frazione di secondo fino alla fine dell'esame, e guardate che io sono uno lento.
Diario africano/15 - In ginocchio da te
Qualcosa di ancora più assurdo e un poco diverso, è successo qualche settimana fa. Dalla porta entra, un po' timida, una ragazzina di 17 anni; capelli cortissimi come li portano qui, con degli abiti poverissimi ma di dignità commovente: una vecchia camicia bianca un po' consunta e rattoppata sul gomito e un golfino bordeaux smanicato, di quelli con le trecce di cotone. L'influenza inglese sembra farsi ancora sentire in questi piccoli dettagli, sfumati e acutissimi. I piedi rigorosamente nudi.
Diario africano/15 - In ginocchio da teRicordo di aver pensato che si fosse messa addosso i vestiti più belli che aveva.
Le chiedo di sdraiarsi e di aspettare un minuto, mentre mi dedico a finire di battere a computer - in un linguaggio misto tra italiano, latino e inglese - il referto dell'esame precedente, dandole le spalle.Dopo aver cliccato soddisfatto print (a sto giro quasi nessun errore di grammatica!) mi volto. Me la trovo appena dietro. In ginocchio.Al momento credo di non aver capito. Ridendo, a metà tra l'imbarazzato e il confuso, l'ho fatta rialzare più in fretta che potessi (qui si accorgono subito se divento rosso!) e poi ho iniziato l'esame.
Ieri ero abbandonato in poltrona ad aspettare che spiovesse. Una mano per scacciare le zanzare, l'altra a reggere l'immancabile breviario che mi accompagna in questa avventura quaggiù."Uscimmo a fare un giro. Ma ben presto la passeggiata si rilevò alquanto imbarazzante. Alla vista di un uomo che si avvicina, le donne di passaggio per la strada si fanno da parte e si inginocchiano, in attesa che l'uomo giunga alla loro altezza. L'usanza impone che le saluti e che loro gli chiedano che cosa possono fare per lui. Se risponde "niente", aspettano che se ne sia andato, si alzano e se ne vanno per i fatti loro."
Ryszard KapuscinskiEbanoPag. 133A volte, quando un po' di luce si fa strada tra le nuvole delle nostre ignoranze, le cose acquistano un senso tutto diverso.

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