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Diario di bordo

Creato il 12 aprile 2011 da Samilla

DIARIO DI BORDO

4 giugno 1779

 

Mia adorata,

 

che senso ha ch’io scriva queste righe se il mare ora ci divide? Un mare invalicabile ormai, lo so; un mare nel quale il mio cuore fuggiasco sta annegando al suono sinistro dell’onda sulla chiglia! Ho tremato al salir dell’ancora, proprio come immaginai per mesi, proprio come nei miei incubi che m’hanno tormentato. Una lacrima, segreta e dolorosa, ha solcato il mio volto nell’osservar allontanarsi Le Havre, estrema torre dorata del vostro Regno che è mia prigione dell’anima.

Il generale Rochembeau ripone in me molte speranze, loda la conoscenza mia della britannica lingua, mi porterà con sé agli incontri con gli inglesi che già si definiscono americani. Non servirà tutto questo, lo so, non sarà così che riuscirò a dimenticarvi. Solo ora le convinzioni che hanno mosso le mie decisioni mi appaiono vane, inutili, folli. Penso a voi, mi struggo per la lontananza che mi sono imposto e la paura scuote il mio corpo se immagino la mia morte, cosa probabile laddove la guerra infuria. Morire e non vedervi più, la condanna peggiore ch’io abbia mai imposto a me stesso. E mi domando, solitario in questa cabina ondeggiante, perché a me il Signore ha riservato un amore impossibile, perché non posso gioirne con il cuore aperto e il sorriso sulle labbra? Mi mancate e solo ora mi rendo conto che in fondo, forse, avrei potuto accontentarmi di scorgervi distante per sentire nelle vene la vita, la stessa vita che ho lasciato al porto di Le Havre in un silente saluto a voi, a nessun altro. Vi amo, posso dirlo adesso, le pagine di questo diario nessuno mai le leggerà, neppure voi che come me certamente starete scrivendomi, consapevole di farlo invano, in attesa senza scadenza di un mio ritorno neppure sicuro.

 

Solo Fersen

 

(LETTERA IMMAGINATA DALLA SCRITTRICE BARBARA RISOLI)



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