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Diario di Londra, giorno IV

Da Emanuelesecco

Quella che state per leggere è forse la parte più noiosa e decisamente più corta del diario. Si tratta però delle poche parole che ebbi la possibilità di scrivere in quella lunga e impegnativa giornata. Quindi, portate pazienza e attendete ancora per un pochino la trascrizione del quinto giorno.

 

29/01/2011
Ore 16.47 GMT +00.00
Nella giornata di oggi questa è la prima volta che riesco a sedermi un attimo per scrivere.
Giornata intensa e dura quella di oggi… come le altre del resto. Sempre in movimento e senza avere quei pochi minuti per immortalare su questo mio diario le sensazioni ispirate da un particolare luogo.

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Ora siamo in albergo. Abbiamo deciso di fermarci un attimo per lavarci e ricomporci.
La prossima destinazione sarà Piccadilly Circus e, dopo cena, l’Hard Rock Cafe. Infine questa breve vacanza potrà dirsi finalmente conclusa (no… non ne sono contento affatto che stia volgendo al termine).
So già che questa città mi mancherà da morire anche se, in definitiva, il costo della vita è decisamente altino… poi non so come sia per gli inglesi, ma per me italiano è così.
69 pounds e qualcosa: questo è quanto mi rimane dopo tre giorni e mezzo, ma in fin dei conti sono stato anche abbastanza bravo in quanto ho speso una media di 22,85 pounds al giorno (contando anche gli abbonamenti giornalieri per la metro).
Non so se comprarmi qualcosa all’Hard Rock e non farmi una buona cena, che sarebbe la prima nel senso vero del termine da quando sono qui, oppure mangiare per bene con il rischio di ritrovarmi senza una penny. Però… ripensandoci bene… sono 69 pounds. Direi che sono abbastanza per fare un’ultima serata con i fiocchi. Eh lo so, sono fatto così: parsimonioso fino all’inverosimile.
Vi posso assicurare che quello dei soldi è stato un pensiero che mi ha tormentato dal primo passo che ho fatto in territorio inglese e vedendo poi come i soldi, anche solo di mangiare, volassero fuori dal portafoglio. Devo dire che sono stato bravissimo… i miei calcoli riguardanti la pecunia da portarmi appresso erano fin troppo giusti. Certo, non ho speso soldi in cazzate e souvenir vari, ma ho puntato piuttosto a regalare al mio corpo piacevoli sensazioni ristorandolo dalle camminate che si sono fatte in questi giorni; questo implica Starbucks, vari cookies e via discorrendo. Ho voluto letteralmente riempirmi di cibi che una volta tornato in Italia so che mi mancheranno più di ogni altra cosa.
Come si può resistere a quelle promesse di un piccolo attimo di dolcezza che sono i cookies?
Beh, torniamo a noi.
L’unica cosa che ora mi dispiace è di non avere abbastanza tempo per parlare del Nosferatu che in queste notti è venuto a farmi visita… magari ci scriverò un post a riguardo quando tornerò a casa.
Bon… ora devo andare.
A stasera, semmai.
Waiting for Angus…

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E.


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