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Diavolerie e pupazzi killer per tre horror old style in dvd

Creato il 14 settembre 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Il Dizionario dei film horror di Rudy Salvagnini lo ha giustamente definito così: “Horror satanico ambientato con molto realismo nell’Inghilterra del XVII secolo, in un dimesso villaggio rurale, dove il forte legame con la terra rafforza anche quello con le forze pagane che dalla terra, letteralmente, scaturiscono”.

Ed è la stessa definizione riportata sul retro della fascetta del dvd targato Sinister Film

la_pelle_di_satana
de La pelle di Satana (1971) del Piers Haggard che, attivo soprattutto nell’ambito del piccolo schermo ma noto ai fan della fantascienza su celluloide anche per aver diretto The Quatermass conclusion (1979), altri non è che il nipote dello scrittore H. Rider Haggard, cui si devono Le miniere di re Salomone e le altre avventure di Allan Quatermain.

Prodotto dalla Tigon di Tony Tenser, ovvero una delle tante etichette nate nel tentativo di cavalcare il successo della mitica Hammer Film Productions, un elaborato probabilmente ispirato al di poco precedente Il grande inquisitore (1968) di Michael Reeves, con protagonista il grandissimo Vincent Price.

Ne è protagonista una coraggiosamente svestita LindaUna messa per DraculaHayden nel ruolo di Angel Blake, ragazza che diventa la figura centrale di una sorta di setta interessata ad attirare i giovani ed a spingere i propri seguaci a compiere sacrilegi ed atti violenti; mentre il contadino Ralph alias Barry Andrews scopre, arando la terra, i resti di uno strano animale destinati a scomparire prima di essere esaminati dal giudice, il quale lascia il villaggio per andare a cercare aiuto in città.

Spostandoci nell’Inghilterra di cento anni prima e rimanendo sempre all’interno del catalogo sinisteriano,

satana_in_corpo
a proposito del già citato Price abbiamo il Satana in corpo (1970) che, firmato dal Gordon Hessler che già lo aveva diretto ne La rossa maschera del terrore (1969) e Terrore e terrore (1970), lo vede impegnato ad incarnare Lord Edward Whitman, il quale amministra con severità la giustizia di un paesino, condannando le presunte streghe.

Però, al di là del fatto che se la spassa al castello umiliando e poi uccidendo due poveri fratello e sorella, portando ad inorridire la seconda moglie, e che i soldati ai suoi ordini provvedono alla repressione nei confronti dei riti pagani condotti da Oona alias Elizabeth Bergner, la quale giura vendetta, più di una curiosità è legata a questa sadica e perversa rappresentazione della nobiltà.

Infatti, non solo il cast include marginalmente uno StephenLa moglie del soldatoRea  degli esordi ed i titoli di testa animati sono curati dal futuro collaboratore dei Monty Python Terry Gilliam, ma il lungometraggio avrebbe dovuto vedere al timone di regia il succitato Reeves, prematuramente scomparso e dalla cui pellicola sopra menzionata proviene anche Hilary Dwyer.

Infine, impossibile non segnalare una vera e propria chicca in bianco e nero riscoperta dalla label e che ci porta

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in un territorio horror lontano da stregonerie e satanismi: Il mostro e le vergini (1964) del canadese Lindsay Shonteff (ma la produzione è britannica), autore di Curse of the Voodoo (1965) e de Il mostro delle notti di Londra (1969).

Perché, a dispetto del titolo fuorviante, troviamo Bryant Haliday nei panni del grande ipnotizzatore e ventriloquo Vorelli, che, dall’indole malvagia, utilizza nei suoi spettacoli un pupazzo di nome Hugo, nel quale è riuscito ad intrappolare l’anima di un collaboratore.

Pupazzo che incarica di commettere i crimini più efferati, arrivando a fargli uccidere la propria fidanzata dopo che questa ha scoperto la sua passione per un’altra, impegnata con il Mark che non intende starsene con le mani in mano.

Il Mark con le fattezze di William Sylvester, interprete di Gorgo (1961) e 2001: Odissea nello spazio (1968), calato in una a suo modo inquietante operazione che anticipa il filone delle bambole killer particolarmente in voga tra gli anni Ottanta e Novanta e che, non priva di nudi femminili decisamente audaci per l’epoca della sua realizzazione, viene qui proposta in due diverse versioni (entrambi doppiate in italiano): quella americana e quella europea con scene censurate.

Il resto, nella sezione extra lo fanno una galleria fotografica, la presentazione di Luigi Cozzi e il trailer originale (questi ultimi due presenti anche nei dischi dei film di Haggard ed Hessler).

Francesco Lomuscio


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