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Dichiarazione d'intenti

Creato il 27 gennaio 2011 da Dallenebbiemantovane

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(immagine dal www.carmillaonline.com)
Le regole del giallo di S.S. Van Dine, lo sanno tutti cosa sono, o almeno tutti gli amanti del giallo.
Era da qualche giorno che l'idea mi sfrigolava sotto la corteccia cerebrale, così ho deciso di buttarmi e inaugurare questa nuova rubrica.
 
Rileggerò, senza scadenze fisse, le venti regole (trovate qui la versione originale, e qui la traduzione italiana a cura di Luca Covi).
Il problema delle regole è che sono state scritte in un articolo del 1928, che siamo nel 2010 e che nel frattempo in ogni parte del globo sono stati scritti migliaia di gialli, noir, thriller.
Non appaiono quindi irrispettose o inconsistenti le domande: sono ancora attuali le regole? Quanti le hanno violate, e perché? Avrebbero fatto meglio a rispettarle? O avrebbe fatto meglio Van Dine a non tentare di congelare un genere letterario in questa camicia di forza di cui nessuno sentiva il bisogno?
In teoria chiunque potrebbe rispondere, con Picasso, che per violare le regole devi prima conoscerle. E ad ogni modo, non è detto che Van Dine sia la Bibbia del genere, ad esempio Poe o Agatha Christie o altri maestri del genere avrebbero potuto stilare a loro volta un decalogo, e invece l'ha fatto solo Van Dine. In realtà in molti passi dei loro romanzi e delle loro opere non narrative si trovano riflessioni analoghe, tra cui quelle acutissime di Poe sull'induzione, ma solo Van Dine ha sentito l'esigenza di codificare le sue idee sul giallo in un decalogo vero e proprio.
Non risponderò direttamente alle domande che ho posto sopra. La mia intenzione non è né la difesa dell'estetica del giallo di Van Dine, né la sua critica aprioristica. Voglio solo divertirmi un po' a smontare i meccanismi, i presupposti che gli hanno fatto stilare le sue venti regolette e verificare sul campo se hanno ragione di esistere oppure no.
Dal prossimo articolo di questa sezione si va a incominciare, dalla prima alla ventesima.


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