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Dicono che i classici russi siano meglio dell’educazione sessuale

Creato il 20 settembre 2013 da Sulromanzo

Autore: La RedazioneVen, 20/09/2013 - 15:30

Anton Cechov
Chi l’ha detto che bisogna utilizzare il preservativo? Conoscere le malattie sessualmente trasmissibili? Imparare sin da piccoli a rapportarsi correttamente con la sessualità?

Niente di tutto questo: basta leggere di più i classici russi. La notizia, che si potrebbe definire sconcertante, usando un eufemismo, arriva dalla Russia. Il protagonista è Pavel Astakhov, difensore civico per l’infanzia, cioè un pubblico ufficiale che risponde direttamente al presidente, il quale ha affermato di essere contrario, nel modo più assoluto, a qualsiasi forma di educazione sessuale rivolta ai bambini. La migliore educazione sessuale, secondo Astakhov, si trova nella letteratura russa, e in particolare nei grandi classici: sta già tutto lì, sull’amore e sui rapporti tra i due sessi.

C’è da dire che già adesso nelle scuole russe non è prevista l’educazione sessuale, e non è difficile immaginare quali siano i fattori di influenza su questo orientamento educativo. E Astakhov intende battersi perché questa linea che è stata scelta venga rispettata con scrupolo. È proprio vero che certe volte la realtà supera ogni possibile, immaginabile, forma di letteratura o invenzione; ed è capace di essere molto più triste e terrificante. Non sembrano di alcuna importanza i dati secondo cui la Russia ha un tasso di diffusione dell’HIV tra i più alti al mondo. Riprendiamo in mano Tolstoj e sarà tutto risolto, oppure chiediamo un rapido consulto a Cechov.

Del resto, non bisogna dimenticare che, poco tempo fa, la Duma ha approvato una legge che punisce la “propaganda omosessuale” nei confronti di minori di 18 anni.

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