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Diderot non solo L'Encyclopédie :La passeggiata dello scettico

Creato il 19 dicembre 2014 da Lucia Savoia
A cura di Dante Ciani
Diderot non solo L'Encyclopédie :La passeggiata dello scetticoTra le tanti fasi della nostra storia merita un cenno particolare il XVIII secolo,cento anni importanti per l'evoluzione morale, sociale, industriale ed ideologica dell'Europa.In questo secolo nasce una corrente che vuole lasciare da parte il dispotismo monarchico, per la prima volta nella storia, l'uomo muove i propri passi rivendicando libertà in ogni contesto civile; ancor più importanti il 1776 e il 1789: rispettivamente "rivoluzione d'indipendenza americana e rivoluzione francese". La seconda ha sicuramente una valenza maggiore,sebbene sarebbe inutile muoverci verso una dimensione storica di quella che fu la rivoluzione ,ricorderemo soltanto che a guidare i rappresentanti del terzo stato a muovere guerra alla corte del re Luigi furono quegli ideali che hanno portato a considerare il XVIII secolo: Il secolo dei lumi.La parola "Lume" fa riferimento alla sorgente luminosa emanata da qualcosa di artificiale o naturale;in quest'ambito,però,il termine che andiamo ad utilizzare ha un senso molto più ampio,parliamo infatti di lume della ragione.È proprio dall'evoluzione di questa parola che nasce il nome del movimento più significativo della storia moderna: l'illuminismo ,il quale ha conosciuto grandissima fortuna in Francia, nazione che ha partorito i più raffinati illuministi europei: Voltaire, Montesquieu, d'Alembert, Diderotetc. Ognuno dei suddetti ha consentito un'evoluzione culturale decantando le lodi del lume, spingendo tutti gli uomini ad accenderlo e a lasciarsi guidare dalla luce della propria ragione. "La passeggiata dello scettico" è una delle opere che meglio descrive cosa sono, cosa vogliono e da cosa sono circondati gli illuministi. Il testo, scritto tra il 1749 e il 1751 da Diderot, è un libro atipico, di difficile definizione, piacevole da leggere e pragmatico. I temi affrontati vengono già presentati nel sottotitolo: "colloquio sulla religione, la filosofia, la mondanità", il titolo: passeggiata ,si riferisce infatti, non solo, allo spostamento fisico di una persona da un posto all'altro ma anche al movimento delle riflessioni,che vengono sollecitate al soggetto tramite una passeggiata. Lo schema del libro ci porta innanzitutto alla conoscenza di un filosofo ed ex–soldato di nome Aristo;la sua militanza nelle armi dell'esercito francese, vuole far intendere al lettore che il personaggio in questione è completamente attivo nel campo della filosofia, infatti, egli traccia un discorso su ciò che lo circonda, vuole pubblicare un libro che porti agli occhi di tutti di che pasta è fatto davvero il mondo.Aristo chiede consiglio al secondo personaggio della promenadeCleobulo, degno e rispettabile amico, che, ha visto il mondo e ora ne ha la nausea. Costui, che si è rifugiato a vita privata sconsiglia tassativamente la pubblicazione dell'opuscolo perché potrebbe procurargli molti guai. A tal proposito allora il saggio prende parola e racconta all'uditore Aristo le esperienze che ha vissuto in prima persona.
Diderot non solo L'Encyclopédie :La passeggiata dello scetticoCleobulo racconta di tre viali, "un piccolo sentiero lungo, stretto, ripido, invaso da sassi e da spine che fa paura" [...] "spazioso, piacevole, tappezzato di fiori...tortuoso e malsicuro" [...] " a destra c'è uno stretto viale, ombreggiato dai castagni, dal fondo sabbioso" . I viali, che sono rispettivamente: il viale delle spine, dei fiori e dei castagni, si riferiscono alla religione, alla mondanità e alla filosofia. Nel primo viale si racconta di un esercito, governato da un imperatore misterioso, che nessuno ha mai visto o, per lo meno, chi lo ha visto non ha mai saputo definirlo al meglio. Ogni abitante del viale indossa una benda e una veste bianca, la prima, riferimento alla fede, può inspessirsi oppure consumarsi, naturalmente la posizione di Diderot nei confronti della fede è chiaramente polemica considerando quindi questa, come quella cosa che spinge gli uomini a non vedere con gli occhi della ragione.La veste fa riferimento all'anima che si macchia con facilità e non è facile averla immacolata come quando ci è stata donata. Il capitolo prosegue con una descrizione sarcastica riguardante la nascita della religione cristiana ed ebraica. Per tutto il capitolo è chiaro che Diderot non appoggia la religione, ne tanto mento i suoi usi, colpevoli di aver chiuso gli occhi all'uomo e, in conclusione del primo capitolo, pone un quesito che ancora oggi porta molte persone a ricredersi sulla misericordia di Dio. Il quesito riguarda la veste immacolata, l'anima.Sapendo che Dio promette salvezza a chi è riuscito a mantenerla tale, il filosofo francese si chiede perché se non porta la benda (fede),mantenendo comunque un'anima immacolata, non gli spetta la salvezza.
Il secondo capitolo è dedicato alla filosofia, cardine è il dialogo tra un abitante del viale dei castagni: Ateo e un abitante del viale delle spine: Il Bendato spagnolo. I due interlocutori affrontano una vivacissima discussione riguardante la fede e la religione.Le argomentazioni del Bendato spagnolo non sembrano soddisfare a pieno le domande di Ateo e quando egli elude la fede del suo interlocutore quest'ultimo chiama al blasfemo e all'empio facendo accorrere i suoi compagni che si presentano con torce e bastoni pronti a vendicare le bestemmie di Ateo. Diderotda molta importanza alla reazione che hanno avuto gli abitanti del viale dei castagni nei confronti di Ateo, egli tende a sottolineare come già ai suoi tempi non ci fosse massima espressione, poiché c'era sempre una "chiusura di bocca violenta".Le torce che i bendati avevano pronte per farsi giustizia sono un chiaro riferimento ai roghi, che hanno infangato la storia della cristianità. Non a caso il capitolo si chiude con Ateo che rincasando "trovò al suo ritorno che la sua donna era stata rapita, sgozzati i suoi bambini, saccheggiata la casa"[...] "il più doloroso per il povero Ateo, in tutta quest'avventura, era che non aveva neppure la libertà di lamentarsi a gran voce; perché in fondo il cieco era stato conseguente".
Terzo ed ultimo capitolo è il viale dei fiori, il viale della mondanità, "più che un viale è un immenso giardino dove trovi tutto quanto serve a blandire i sensi"[...]"Il piacere è ovunque; ma la noia crudele si nasconde dovunque". Diderot si ferma spesso a descrivere come sia fatto questo viale e come sono fatte le persone che ci vivono, lasciando intendere che si tratta di persone vuote, piene solo di ciò che si comunica con gli occhi, con attenzioni quindi rivolte solo all'estetica. L'autore sottolinea quanta ipocrisia vi regna, ciò a voler constatare quanto il libertinismo a lui contemporaneo sia negativo, quanto le corti siano ricche di misfatti e di scortesie da inorridire.
Denis Diderot, più celebre per esser stato il curatore de "L'Encyclopédie", con questo testo ha voluto dare un contributo ai posteri, informandoli di quanto in quell'epoca sia stato difficile poter vivere liberi da tutti i dogmi, poter parlare di ciò in cui si credeva e di tutte quelle belle ideologie di libertà. Forse "La passeggiata...." non è stato il libro che ha dato grandissimo rilievo al suo autore, ma è sicuramente un'opera ricca di significato per noi che quell'epoca l'abbiamo solo letta tra le parole dei libri di storia.  Articolo originale di Sentieri letterari. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso del suo autore. I contenuti sono distribuiti sotto licenza Creative Commons.

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