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Dieci anni senza Carmelo Bene (e con cb)

Creato il 16 marzo 2012 da Marvigar4

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   Da sempre definitosi “non nato”, Carmelo Bene è assente fisicamente da dieci anni, da quel sabato 16 marzo 2002 in cui, come uno dei massimi attori, autori, registi, scrittori, drammaturghi mondiali, ha abbandonato questa terra lasciando finalmente alla non-morte il compito di testimoniare l’evento “cb” (come il filosofo Gilles Deleuze definiva Carmelo Bene). I vivi, si fa per dire, si contendono un patrimonio economico dal giorno della sua morte, i “non nati”, ossia gli eternamente vivi, continuano a rileggere, ascoltare, vedere ciò che resta, hölderlinianamente (Was bleibet aber, stiften die dichter scrisse il poeta tedesco comprovando che quello che rimane viene fondato dai poeti, dagli artisti). Non si può condensare in poche righe l’entità di questo evento, non siamo qui per descrivere i momenti terreni della dipartita di un genio, semmai facciamo coro con chi ha accompagnato Carmelo Bene nel corso della sua vicenda e ce lo ha tramandato perché restasse, a dispetto dei parrucconi spelacchiati antichi e moderni.

   Ci piace ricordare Carmelo con le sue parole apparse sull’Espresso del 1 gennaio 2000: “Io sono già dimenticato, meglio ancora ignorato, in vita. Mi hanno promesso a Otranto i funerali da vivo. Non c’è bisogno di consegnare un cadavere in pubblico per meritare la dimenticanza”.

   È vero, da vivo era ignorato, perché molto frainteso e mistificato, da non-vivo trionfa e seppellisce gli zombie odierni (sempre arretrati al suo cospetto).

   Tra parentesi, quattro postfascisti nostrali che giocano a fare i futuristi stanno pensando di sfruttare il nome di Carmelo Bene per la loro “casa”… come fanno loro, da sempre sfrattati, a pretendere una “casa” e a volerla persino battezzare? Non ci sono solo i cretini che vedono la Madonna, ci sono anche quelli che non vedono Carmelo Bene…

© Marco Vignolo Gargini



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