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Dietro il referendum

Creato il 09 giugno 2011 da Funicelli
I difensori del nucleare, o dell'acqua privatizzata, non trovano di meglio, per giustificare la propria scelta, che tirare in ballo modelli di mercato (che non ci sono in Italia), ipotesi scientifiche campate per aria (le perle del prof Battaglia), livelli di redditività per il privato, statistiche sui morti per nucleare e carbone ...
Col referendum non si blocca affatto la ricerca (se l'Italia è indietro agli altri paese è perchè in questo paese non si investe a sufficienza, perchè è il paese dei baroni e dei concorsi bloccati).
Altrettanto sbagliato e pericoloso sostenere che senza garanzia per i privati sul margine di profitto, non ci sono soldi per la manutenzione della rete idrica.
Se passa questo principio, domani cosa verrà messo a privato? La sicurezza , la polizia, la pubblica amministrazione (me lo immagino già, uno dei tanti Renzi a dire che senza privato, saltano i soldi per la benzina delle volanti)?
Dietro il si al referendum c'è ben altro che numeri, cifre e statistiche.
C'è tutto un modello di democrazia che si deve difendere: chi vota si per l'acqua pubblica (o quanto meno per l'acqua slegata dalle logiche di profitto) o per bloccare il piano del nucleare vota per uno stato in cui siano riconosciuti a tutti dei diritti fondamentali.
Il diritto ad una giustizia uguale per tutti.
Il diritto all'acqua, ad un prezzo che non insegua speculazioni di mercato o di una concorrenza che in Italia non esiste.
Il diritto a decidere sul proprio territorio, a difendere la propria salute (se lo stato non è più in grado di farlo).
Il diritto all'accesso alle energie, slegate da oligarchie e monopoli (come potrebbe essere per l'energie rinnovabili, dove è il privato ad avere il pallino in mano).
Questo è quello che c'è in ballo domenica e lunedì.

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