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Diffida all’acciaieria Arvedi: chiesto anche un severo piano di risanamento acustico dall’ufficio Ambiente della Provincia

Creato il 12 novembre 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Il settore Ambiente dell’amministrazione provinciale di Cremona ha diffidato l’acciaieria Arvedi spa. I motivi sono gli scarichi nella roggia Malazzina e il superamento della soglia di rumore prodotto dall’azienda, come rilevato dall’Arpa a Cavatigozzi.

Diffida all’acciaieria Arvedi da parte del Settore ambiente della Provincia: l’industria dovrà evitare scarichi oltre i limiti di floruri e tensioattivi nella roggia Malazzina, e anche spiegare perché si è verificato il superamento della soglia,e inoltre consentire il campionamento automatico degli scarichi. La diffida afferma anche che l’industria è tenuta a presentare un progetto di risanamento acustico entro il 31 dicembre 2013, in modo che i rumori generati dagli impianti siano conformi ai limiti di legge.
Il tema dei rumori dell’industria di via Acquaviva è affrontato anche nell’ultimo Osservatorio Arvedi, tenutosi in Comune il primo ottobre. Il verbale presenta un passaggio di rilievo. Alessandro Loda dell’Arpa sostiene che l’industria dovrà rispettare i limiti differenziali di rumore, peraltro superati in un’occasione in orario notturno. E aggiunge che i rilievi fonometrici dovranno essere svolti dall’interno delle case sia a finestre aperte che a finestre chiuse. Dunque l’Arvedi non dovrà emettere più di 5 decibel in più, oltre agli altri rumori esistenti, nell’orario diurno (ore 6-22), e non oltre 3 decibel nell’orario notturno. Per un consulente tecnico dell’acciaieria, Attilio Binotti, il rispetto del differenziale è una prescrizione molto severa, esistente solo in Italia. Quindi la consigliera comunale di Spinadesco Maria Teresa Puliti interviene per chiedere com’è stato misurato il superamento citato da Loda, viste le lamentele dei residenti per un rumore che impedisce un regolare riposo notturno, come conferma un esponente del comitato di quartiere 3. Un’altra consulente dell’Arvedi, Alessandra Barocci, spiega che sono in corso di valutazione tutte le fonti di rumore: una semplice barriera di otto metri circondata di vegetazione non basterà. E il decreto del presidente del consiglio del ‘97 prevede soglie da un minimo di 25 decibel a finestre chiuse in orario notturno e un massimo di 50 decibel a finestre aperte di giorno.

(Testo del servizio tv di Telecolo, http://www.telecolor.net)

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