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Diotima di Mantinea

Creato il 03 luglio 2013 da Vivianascarinci

Per questo quando la creatura gravida si accosta al bello, diventa gaia e tutta lieta di espandere, partorisce procrea, ma quando si accosta al brutto, cupa e dolente si contrare, si attorciglia in se stessa e si ritorce senza procreare, ma trattiene dentro il suo feto soffrendo. Platone, Simposio

di María Zambrano

E un giorno in cui mi ritrovai più sola che mai, sprofondata nella mia oscurità, che era la mia chiarezza rifiutata, sentii la nascita della musica. Fu il giorno in cui comincia a morire: sentivo dentro di me l’antica canzone dell’acqua, e il fantasma dell’acqua mi apparve, in quel genere di visione che iniziò solo allora. In un’oscurità assoluta quale non avevo fino ad allora conosciuto, presi a cantare tra i denti, come per obbedienza, la vecchia canzone dell’acqua ancora non nata, che si fonde col gemito di quella che nasce; intrecciato al vagito di ciò che nasce, il gemito della madre che da alla luce ancora e ancora per nascere lei stessa del tutto: la vita partoriente (…). Mi assiste la mia anima antica, l’anima originaria, perduta per tanto tempo, e infine recuperata. Lei, l’occulta, alla fine è tornata a me. Ho capito allora che l’innamorata era lei. Io ero transitata per la vita come di passaggio, distante da me. Da lei scaturivano le parole senza autore che tutti bevevano lasciandomi poco o niente in cambio. Io ero la voce di questa mia anima antica. E lei, via via che consumava il suo amore là dove io non potevo scorgerla, mi veniva iniziando attraverso il dolore dell’abbandono. Per questo nessuno poteva amarmi, mentre io cominciavo a sapere dell’amore. E neanche io amavo.

da L’ombra del dio sconosciuto. Antigone, Eloisa, Diotima, Pratiche Editrice 1997

Banco del mutuo soccorso, Lungo il margine


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