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Dipendenza da Facebook

Da Federina

 

redattore-usai
Milena Usai
Articolo scritto il 23-7-2013.

Facebook, il social network per eccellenza che conta circa 1 miliardo di utenti sparsi in tutto il mondo, è senza dubbio uno straordinario mezzo di comunicazione che, se usato in maniera adeguata, si rivela piuttosto utile soprattutto a livello sociale. Peccato però che tanti, anzi tantissimi, ne diventino dipendenti a causa di un uso assai smodato che, secondo alcuni studi, potrebbe generare ansia e stress.

Se da un lato si pensa che l’iscrizione a Facebook nasca dall’intenzione di tenersi in contatto con le persone della propria vita e incrementare le relazioni sociali e la propria autostima attraverso le amicizie e gli aggiornamenti virtuali, dall’altro è stato dimostrato che l’uso frequente di questo social network può indurre parecchie preoccupazioni ed essere motivo, ovviamente in alcuni casi, di un significativo aumento del narcisismo individuale.

Tra le ricerche più recenti spicca quella condotta dalla Edinburgh Napier University, secondo la quale oggigiorno Facebook è penetrato talmente tanto nella nostra quotidianità da poter essere considerato fonte d’ansia. Da questa ricerca è emerso, infatti, che:
[12 POST COMPROMETTENTI DA EVITARE SU FACEBOOK]

- il 12% degli utenti sottoposti allo studio avvertiva un forte senso di ansietà dovuto alla cura del proprio profilo personale, la cui gestione è quasi paragonabile all’organizzazione della vita reale;
- il 30% si sentiva in colpa nel rifiutare le richieste di amicizia, tanto da essere poi soggetto a un sostanziale cambio d’umore così come accade pure quando si legge un commento sulla propria bacheca o si riceve una richiesta di contatto da una persona più o meno gradita;
- un’altra buona percentuale di soggetti avvertiva invece un forte senso di oppressione dovuto al tanto tempo trascorso su Facebook per aggiornare assiduamente i propri status e gestire il crescente numero di amicizie e di messaggi da leggere.

Eppure, nonostante questo stato d’ansia alquanto persistente, la ricerca ha rivelato che la stragrande maggioranza dei partecipanti continuava comunque a utilizzare Facebook per tenersi in contatto con gli amici e non perdere gli aggiornamenti importanti, restando così relegata in una sorta di limbo nevrotico in attesa della prossima mossa-aggiornamento dei propri contatti. Ma perché succede questo? Probabilmente per una forma di egocentrismo che molti utenti di Facebook tendono a sviluppare a causa della dipendenza: più amici si hanno e più si è attivi sul proprio profilo, più si sente la necessità, o meglio la pressione, di pubblicare sempre qualcosa di nuovo. Inoltre la ricerca della Edinburgh Napier University è supportata anche da un precedente studio condotto dalla University of Edinburgh Business School, dal quale è emerso che l’aggiunta dei genitori, degli insegnanti o dei datori di lavoro tra i propri contatti genera un incremento dello stato d’ansia per via dell’immagine che si vuole dare di sé. D’altronde l’idea che la mamma o il proprio capo vengano a conoscenza via Facebook di faccende personali (festicciole, flirt, tendenze particolari o altro), che potrebbero rivelarsi dannose sia a livello lavorativo che familiare, non entusiasma nessuno.
[COME RIDURRE E GETIRE LO STRESS]

Infine un altro studio condotto dalla York University di Toronto e poi pubblicato sulla rivista Cyberpsychology, Behavior and Social Networking ha dimostrato la stretta relazione tra l’ansia e il comportamento narcisista che una buona parte dei soggetti facebook-dipendenti tende a sviluppare. Secondo questo studio, infatti, chi sviluppa una forte personalità narcisista, ovvero chi tende ad aggiornare continuamente il proprio status pur di esaltare, esibire e gratificare se stesso sui social network, punta più sulla quantità di amici e contenuti pubblicati che sulla qualità. Di conseguenza, il dover stare costantemente connessi a Facebook per aggiornare ogni singolo post e rispondere a una miriade di messaggi, oltre ad essere fonte certa di agitazione e stress, induce a perdere il contatto con la realtà con conseguenti comportamenti antisociali al di fuori del web.

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