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Dipinti o fotografie? Le migliori immagini scientifiche del 2013

Creato il 02 gennaio 2014 da Molipier @pier78

Scritto da: IlariaP 2 gennaio 2014 in Scienza, Società Inserisci un commento

Le seguenti immagini sono state scelte tra quelle in mostra fino al 3 novembre 2013 al Festival della Scienza di Genova.

Tra i tanti splendidi scatti, questi colpiscono perché mettono a nudo la “parte artistica” della scienza. Un modo per guardare alla scienza e agli scienziati in un modo più leggero e spensierato.

La magia del diaspro

diaspro

Fotografia di Bernardo Cesare, Dipartimento di Geoscienze, Università di Padova, Padova, Italia

In questa foto: Micrografia in luce polarizzata di un campione di diaspro oceanico. Si tratta di una roccia vulcanica riolitica contenente un’ampia percentuale di silicati. Con il raffreddarsi della roccia, si sviluppano piccoli aggregati di quarzo e feldspato che fungono da semi per queste inclusioni radiali. Il diaspro oceanico è reperibile solo in Madagascar ed è molto ricercato tra i collezionisti

L’immagine mostra una sottile sezione di roccia dello spessore di appena 30 micron levigata in modo da lasciar trasparire la luce polarizzata. Un secondo filtro polarizzatore rivela questi meravigliosi colori. Fotografia ripresa con una fotocamera Canon EOS 55D montata su microscopio Zeiss.

La varietà dell’iride

iride

fotografia di Mark Maio, Digital Institute for Science and Medicine, Alpharetta, Georgia, Stati Uniti

Nella foto: Composizione di 20 immagini dell’iride umana. Il colore e la struttura dell’iride sono una caratteristica soggettiva di una persona, come le impronte digitali. Il riconoscimento dell’iride è infatti utilizzato in svariate applicazioni relative alla sicurezza.

Le immagini sono state ottenute utilizzando una fotocamera con illuminazione a fessura: la luce di un flash passa attraverso una stretta fessura direzionale per creare una lamina di luce molto sottile che attraversa l’iride lateralmente. Le immagini sono state riprese utilizzando una fotocamera digitale EOS Canon 50D. Le singole immagini sono state quindi assemblate in un programma di elaborazione delle immagini.

I colori del cristallo incolore

cristallo

fotografia di David Malin, FRPS, RMIT University, Melbourne & Australian Astronomical Observatory, Sydney, New South Wales, Australia

Le complesse strutture all’interno di un cristallo incolore sono rivelate utilizzando la microscopia in luce polarizzata. Il dimedone appartiene a una classe di composti chimici denominati dichetoni. Sono utilizzati nella produzione di una varietà di sostanze chimiche quali prodotti per l’agricoltura, coloranti e pigmenti, vitamine sintetiche, nonché nell’industria delle materie plastiche come stabilizzatori. Questa immagine è stata ottenuta su pellicola trasparente 4″x5″ utilizzando un microscopio Projectina con ottiche Leitz.

Occhio di mosca

mosca

fotografia di Katrina Gold, Wellcome Trust / Cancer Research UK Gurdon Institute, University of Cambridge, Cambridge, Regno Unito

Micrografia ottica confocale di una sezione dell’occhio e del cervello di una mosca. I colori derivano da coloranti che si legano a specifiche proteine presenti nelle diverse strutture tissutali e generano fluorescenza sotto la luce laser. Gli oggetti simili a viticci rossi presenti in alto e a destra sono fotorecettori. Le cellule nervose nel cervello più vicine ai fotorecettori sono evidenziate in verde. Questa immagine è stata acquisita con tecniche digitali utilizzando un microscopio Leica TCS SPII.

Il linfocita amico

linfocita

fotografia di David Scharf, David Scharf Photography, Los Angeles, California, Stati Uniti

Micrografia elettronica a scansione di un linfocita umano NK (Natural Killer). I linfociti sono cellule mediatrici del sistema immunitario. Le cellule NK come questa sono in grado di distinguere le proteine superficiali nelle cellule normali che sono state infettate da un virus o hanno dato origine a un tumore. Quando rileva una cellula di questo genere, il linfocita NK la ingloba distruggendola.

La cellula NK visibile in questa immagine ha una larghezza di circa 18 micron ed è stata sviluppata in una coltura, fissata e disidratata prima di essere rivestita con platino. I colori presenti nell’immagine derivano da vari rilevatori secondari all’interno del microscopio attraverso un sistema inventato dal Sig. Scharf.

La nebulosa Trifida

nebulosa

fotografia di Robert Gendler, Robert Gendler Astronomy, Avon, Connecticut, Stati Uniti

Nubi di gas e polvere che si mescolano in una regione dove nascono nuove stelle nota come nebulosa Trifida. I tre bracci oscuri da cui deriva il nome della nebulosa quasi nascondono alla vista la stella massiccia situata al centro, la cui luce ha scavato questa cavità sferica nel materiale circostante causandone l’illuminazione.

La nebulosa, catalogata dagli astronomi come Messier 20 o NGC 6514, copre circa dieci anni luce in questa immagine. Si trova a una distanza di circa 9000 anni luce nella costellazione del Sagittario. Questa immagine è stata assemblata dal fotografo impiegando vari componenti: dati di luminanza dal telescopio Subaru da 8,2 metri nelle Hawaii, dettagli dal telescopio spaziale orbitante Hubble da 2,4 metri e dati cromatici ottenuti dall’astronomo amatoriale Martin Pugh.

Le immagini e le rispettive didascalie sono state tratte interamente dal sito National Geographic.

Immagini national geographic scienza società 2014-01-02

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