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Dishonored: Definitive Edition – Ovvero, la pigrizia fatta porting

Da Videogiochi @ZGiochi
di Giovanni "plutarco" Calgaro

A dispetto di qualche interessante novità annunciata alla fiera losangelina di giugno, sembra proprio non placarsi la deriva presa dall’industria videoludica. Oramai si fa quasi fatica a tenere il ritmo di porting e remastered varie, un fenomeno che speravamo avesse vita breve, in favore di un rinnovato fervore creativo spinto da hardware maggiormente performanti, e che invece pare destinato a continuare indefinitamente. Quella che possiamo considerare la “current gen”, probabilmente, in un futuro prossimo sarà vista come una generazione di passaggio verso qualcosa di nuovo. La speranza, si sa, è sempre l’ultima a morire. In questo momento, purtroppo, non possiamo far altro che accettare lo status quo ed adattarci a quello che ci viene proposto. Dato che in un mercato concorrenziale noi utenti costituiamo formalmente la “domanda”, è proprio questo l’atteggiamento che ha spinto software house e publisher a monetizzare ulteriormente le vecchie IP riproponendole, il più delle volte con pochissimi aggiustamenti, sui nuovi dispositivi. A fronte di alcuni lavori più che riusciti, fatti con una certa cura ed attenzione al dettaglio (giusto per fare qualche esempio Halo, Rare Replay e The Last of Us), vi sono altre operazioni meramente commerciali che lasciano francamente il tempo che trovano, destinate ad un rapido oblio e foriere di ben poche lodi.

Nel novero di queste ultime può esser fatto rientrare, purtroppo, anche Dishonored. L’inadeguata pubblicizzazione di un’operazione del genere, per di più riguardante un titolo di tale importanza, avrebbe dovuto far riflettere i più attenti. Effettivamente gli infausti pronostici sembrano esser stati rispettati. La splendida opera di Arkane Studios, giunta poco prima del passaggio di consegne tra la vecchia e la nuova generazione, esaltava le potenzialità dei precedenti hardware proponendo, al contempo, una proprietà intellettuale nuova, particolare e fresca. Gli anni sono passati (appena tre), il protagonista è entrato nella Hall of Fame videoludica ed il titolo, oltre ad esser stato inserito nella lista dei giochi gratuiti (comprensivo di DLC!) riservati agli utenti del servizio in abbonamento di Sony nonché in quasi tutte le ondate di sconti proposte sinora, arriva anche sulle nuove punte di diamante dell’intrattenimento videoludico. Era proprio necessaria una nuova edizione “rimasterizzata” delle avventure di Corvo Attano dato che, non essendo un titolo vetusto, può esser tranquillamente recuperata la GOTY a prezzo budget? Se la risposta alla prima domanda è affermativa, di quali mirabolanti cambiamenti sarà stato oggetto? Insomma, questa Definitive Edition, vale il prezzo del biglietto?

QUESTO PORTING NON S’HA DA FARE

Quando giunse, sul finire del 2012, l’opera di Arkane Studios spiccava non tanto per un comparto narrativo indimenticabile, bensì per uno stile complessivo sopra le righe, marcato e fresco. Un titolo curato, profondo e, soprattutto, caratterizzato da un gameplay mai fine a se stesso che permetteva al giocatore il raro lusso di scegliere la strategia da adottare, a seconda delle situazioni e delle opportunità. Approccio furtivo o mattanza da puri macellai, tutto era possibile. Ed ogni azione portava con sé le dovute conseguenze. È parso chiaro sin da subito che Dishonored non poteva esser imbrigliato in categorie predefinite. Il curioso e ben equilibrato mix tra stealth ed action in prima persona, veniva supportato da un level design in salsa steampunk irrealisticamente bello; una caratterizzazione dei molti comprimari non comune e da un lore di gioco ampio, profondo e ricco di probabili futuri rivoli narrativi per il prosieguo della serie. Il progetto, insomma, è riuscito a mettere d’accordo tutti, dall’esigente pubblico alle moltissime voci della critica, nonostante il comparto grafico non fosse irresistibile e altre piccole sbavature tecniche funestassero l’esperienza di gioco, risultando non solo abbastanza fastidiose ma anche anacronistiche, per un titolo datato 2012. Ecco, dunque, che l’occasione per fare una rimasterizzazione coi fiocchi si presentava alquanto ghiotta. La missione era tutto sommato semplice: mantenere inalterato lo spirito del gioco adagiandolo su stringhe di codice finalmente ottimizzate e, soprattutto, in full HD. Possibilmente comprensivo di tutti i DLC rilasciati sinora. Invece niente. Una sfolgorante opportunità gettata alle ortiche. Questa Definitive Edition, infatti, può esser considerata un mero porting del prodotto già visto tre anni fa e con cui condivide, per forza di cose, anche i medesimi difetti.

COSTAVA COSÌ TANTA FATICA?

Ci sono bastate poche ore in compagnia del buon Corvo per farci un’idea dell’andazzo generale. Dishonored, questo è chiaro, rimane un grandissimo titolo. L’atmosfera e la qualità del gameplay non vengono assolutamente scalfite. Persino i validi DLC costituiscono un piacevolissimo valore aggiunto, ma questo accadeva anche con la Game of the Year Edition, facilmente reperibile sia in copia fisica che, ovviamente, digitale. Ci saremmo aspettati, però, una mossa commerciale diversa, più impegnata e sentita da parte degli sviluppatori. Se non altro, per l’importanza che dovrebbe rivestire il salto sul treno della corrente generazione di console. Come anticipavamo, sarebbe assolutamente peregrino – oltre che contronatura – paragonare questa Definitive Edition ad una vera e propria “remastered”. A dispetto delle fiammanti caratteristiche dei nuovi hardware di riferimento, il titolo, dal punto di vista tecnico, rimane ancorato al passato. Fanno piacere i 1080p, ma questo doveva costituire, eventualmente, lo sforzo più elementare, dato che oramai tale risoluzione rappresenta la norma. Come per altre riedizioni, poi, credevamo nella religione dei 60 fps (se non costanti, perlomeno presenti). Invece anche in questo caso nulla. Il titolo rimane fisso sui cari, vecchi 30 fps. Ballerini per giunta e appesantiti da rallentamenti. Cosa alquanto strana, se si considera il fatto che Dishonored non è certamente un gioco che dal punto di vista grafico non si è mai presentato come particolarmente esoso. Considerato il prezzo a cui viene proposto, consigliamo di orientare la vostra scelta sulla precedente GOTY, sia che possediate una console della vecchia famiglia, sia che vogliate provarlo su PC, versione tra l’altro tecnicamente tutt’oggi superiore persino a questa Definitive Edition.

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